Tag: solitudine
Mer
04
Gen
2017
Segni particolari: asperger.
Dopo 25 anni, ho scoperto che la causa di tutti i miei problemi con il mondo potrebbe essere una malattia che non mi è mai stata diagnosticata. Ho passato le vacanze ad informarmi. Sindrome di Asperger. È una sfumatura dell'autismo. Infatti tutte le mie relazioni sociali sono fatiscenti, non sono capace di riconoscere le emozioni della gente, non ho interesse nei discorsi altrui né in ciò che acccade all'esterno se non nei limitati interessi che coltivo, per tranquilizzarmi spesso inizio a dondolare sulla schiena, oppure quando sonos tressata inizio a camminare in tondo. Non ho mai imparato ad andare in bicicletta, non ho equilibrio e ho una scarsa coordinazione e consapevolezza di me. Ho difficoltà di concentrazione e di memoria . Ho fatto test di autovalutazione e tutti me la confermano. COsì ho deciso di prendere il coraggio a 4 mani e avere un appuntamento con dei medici specializzati in un centro. Secondo la mappa del sito dell'associazione ce n'è proprio uno in una città vicina, così chiamo e dopo 2 numeri inesistenti, centralini affollati, un'operatrice che mi ha dato un numero della segreteria a cui nessuno rispondeva, ho buttato tutto alle ortiche ed ho vissuto gli ultimi giorni in una desolazione, depressione, avvilimento catartico, perché non è stato facile per me accettare questa supposta malattia e non poter avere un aiuto decente perché in Italia funziona tutto male. Inoltre avrei dovuto fare tutto da sola perché i miei non ci sono, non ci sono mai stati.
Appena finito il liceo, ho lasciato la piccola cittadina di m**da dove abitano i miei genitori per andarmene all'università. Non perché ci tenessi, ma perché volevo andare via da loro. Per anni ho dovuto subire gli show di mia madre che tartassava, umiliava, esasperava mio padre, il quale non conteneva più le sue frustrazioni e la picchiava. Talvolta si arrivava davvero ad una violenza estrema. Non si sono mai separati. Questi episodi hanno lasciato un segno indelebile su di me, sui miei ricordi, ma -senza che potessi accorgermene o immaginarlo- anche sulla mia futura esperienza affettiva. Ho solo fratelli maschi, con i quali ho avuto alti e bassi, senza mai avere molto aiuto, confronto,solidarietà, amicizia. Ho convissuto con il maggiore all'università, avevo la borsa di studio (poi mio padre non mi diede più l'Isee - sarebbe stato troppo bello avere un padre che mi supportasse- e l'ho persa) e cercavo di usare quella, mio fratello invece svaccava i soldi di mio padre e se io ne avevo bisogno in rari casi, dovevo elemosinare da lui. Poi ho toccato il fondo con il mio ex, che aveva una storia parallela, e così decisi finalmente di andarmene, lasciare anche quella città e di cercare casa altrove con altre ragazze . La mia prima esperienza di convivenza con altre fu terribile, ricordo che non volevo tornare la sera a casa, questo conferma l'autodiagnosi, poi iniziai ad andar ein palestra. e fu meglio per me.. Non potevo mollare, non potevo tornare dai miei. Mai più chiamata casa, io casa non ne ho. L'estate è sempre terribile, non ho più la casa in affitto, non so dove andare. Certe volte penso che diverrò una barbona. Scapperò e nessuno saprà più dove sono. Tanto a nessuno importa.
A 14 anni, dopo le medie, iniziai il classico, ma mi sentivo a disagio, troppe persone nuove, forse più capaci di me, mi sentii menomata, incapace, inadatta, mi chiusi in me stessa, non uscii più di casa, non frequentavo più scuola. Mi portarono in neuropsichiatria infantile, dove nessuno capì che ero autistica altamente funzionante (vuol dire che comunque non ho un ritardo mentale, sembro quasi come gli altri, nessuno sospetterebbe nulla. Anzi. Io di aspetto sono molto piacente, sono alta bionda e non sto scherzando, ma purtroppo ho una guerra in testa). ma soltanto depressa e con fobia sociale (gli asperger hanno fobia sociale). L'estate i medici con il consenso dei miei mi spedirono in una clinica per malattie psichiatriche per ragazzi. Andai con mia madre, ovviamente lei figura sempre nella mia vita quando mi deve rovinare. Mi diedero gli psicofarmaci. Io non volevo assumerli, temevo di eprdere il controllo su di me. Ciò che poi in effetti si verificò. Divenni una larva, ingrassai di botto, con istinti suicidari, senza memoria, apatica, la sensazione di voler uscire dalla pelle, non avevo più controllo, sentivo qualcosa che mi stava bruciando dentro, il cervello incontrollabile, ed io volevo soltanto scappare via da quella orribile sensazione.
11 anni, 1 attacco di cuore, anoressia, bulimia, autolesionismo e vari ricoveri dopo, sono ancora qui. Sono cambiata, sono bella ora, ma vuota, e persa.
Nelle vacanze sono tornata dai miei, perché non voglio fare la figlia ingrata, ma mi sono rovinata , perché in questa città di m**da non c'è niente, io non vivo con loro,ma da mio nonno, che sì è simpatico e allegro e tutto, ma non è la stessa cosa. Mi sento ancora più sola. Vedo tutto ciò che mi manca, a non poter vivere dai miei. Per esempio oggi ho finito gli assorbenti e devo aspettare domani mattina , dovrò uscire per forza ... Se fossi stata dai miei avrei potuto cambiarmi. Invece sono costretta ad una vita così. E sapete perché? Perché non ho più una camera, la mia l'hanno data al mio fratellino più piccolo ma soprattutto uno dei miei fratelli ha "preso il potere" in casa. DOpo anni vissuti nel terrore di mio padre, ora è mio fratello ad incuterlo. Non puoi dire niente che a lui non vada. Non puoi fare niente. Ed i miei gli fanno fare ciò che vuole. Ad esempio, a capodanno sono andata a casa dei miei e sono restata lì anche la sera. Guardavo un film in tv ma ad un certo punto questo mio fratello è entrato in sala, ha preso il telecomando e ha detto che lui doveva dormire e che dovevo togliere il volume (non abbassarlo, toglierlo) e che se facevo il contrario sarebbe tornato e che era meglio non farlo tornare. Mi è salito il sangue al cervello, perché se avessi detto qualcosa a mia madre o mio padre non avrebbero mosso un dito. Dio che rabbia. Ho preso il mio cappotto e me ne sono andata. Erano quasi le 23. Non me ne sono accorta, ma ho vagato fino alle 2:30. Da sola, in posti bui, della città vecchia. Non avevo paura. Solo qualche volta quando iniziavo ad essere più lucida. Non m'interessava più nulla, dovevo camminare, camminare, camminare, perché è quello che faccio quando sono agitata. Ad un certo punto ho inziiato a pensare di buttarmi di sotto; una ronda della polizia si ferma dietro di me, scendono, mi si avvicinano circospetti, mi chiamano, mi fanno qualche domanda, rispondevo calma, se ne vanno.
In tutto questo, il mio problema non è neanche questo. È che non ce la faccio più a studiare, non ne sono più capace, non ce la faccio, l'ultimo esame bocciato, non riesoc a concentrarmi... Non posso chiedere aiuto ai miei, mi farebbero sentire in colpa, mi disprezzerebbero.... Ma devo laurearmi per costruire la mia indipendenza... Mi mancano un bel po' di esmai, non ce la farò mai a laurearmi per luglio, quando avrei voluto.... :(
L'unica via d'uscita sembra il suicidio. Non c'è un posto nel mondo per me, non ho nessuno che mi ami, sono sola, non ho forze per affrontare questa vita, e soprattutto non ne ho le capacità.
Non mi servono belle parole, io voglio aiuto concreto. Sono un'illusa, se non mi aiuto io chi mai lo farà? E quindi è meglio andarmene per sempre.
Dom
04
Dic
2016
Non so come uscirne
Ho perso una amica più di un anno fa, no non è morta, semplicemente mi ha abbondanata e non riesco a capire il perche.. Non era un'amica qualunque, altrimenti credo che sarei riuscita a superare la cosa senza troppi problemi, come ho sempre fatto, ma a sto giro va sempre peggio... Ci vediamo tutti i giorni quindi stiamo mantenendo un rapporto civile, come voleva lei d'altronde, il punto è che non è quello che voglio io .. Parlavamo di tutto, mi sentivo compresa e con lei i miei demoni facevano un po meno paura.. Le raccontavo dei miei incubi e correvo da lei quando facevo cazzate e lei non mi giudicava mai, ma capiva, comprendeva e cercava sempre di aiutarmi come poteva.. Forse sembrerà scontato ma è stata la prima amica cosi.. E ora che non c'è e che sono circondata da persone che non possono e non vogliono capire, persons con cui non posso parlare... Mi tocca tenermi tutto dentro.. Piano piano sto implodendo... e non so come uscirne...
Dom
27
Nov
2016
Perché sei in casa?
-Perché non esci ?
-Che ci fai di sabato sera a casa?
-Ma è domenica pomeriggio , come mai non esci ?
-La vita passa veloce , bisogna uscire , divertirsi....
Con chi cazzo devo uscire se non ho nessuno???
Dove cazzo devo andare se qui non c'è mai niente di bello da permetterti di uscire da soli?
Non ce la faccio più. ho quasi 35 anni e sono rimasta sola. non ho neanche voglia di acquistare del vestiario perché sto sempre a casa. mi sento giù .
Dom
27
Nov
2016
Comportamento particolare
Sono una ragazza di diociotto anni che abita in un piccolo paesino in provincia di Salerno. È esattamente un mese che il mio (ex) ragazzo mi ha lasciato perché non gli è piaciuto un mio comportamento di ribellione quando mi ha detto che nel nostro periodo di pausa, si è fatto un'altra ragazza che poi ha appeso successivamente lo stesso giorno perché voleva me. Forse mi rendo conto di esser stata un po' esagerata, ma addirittura lasciarmi dopo quello che mi ha scritto? Dopo che mi ha detto di non riuscire a star senza di me, che voleva me e nessun'altra? Dopo che ha conosciuto i miei, che è venuto a casa mia e che voleva presentarmi la madre? Dopo essersi confidato con me, fidato di me, dopo avermi detto tutti i suoi problemi, i suoi tormenti, i suoi dubbi, le sue aspirazioni, i suoi sogni? Dopo aver praticato del petting insieme e dopo aver giurato, ansimanti, di aver bisogno l'un dell'altra? È finita, me ne son fatta una ragione. Un paio di settimane lo contatto perché è il giorno del suo compleanno e gli faccio gli auguri. Lui sembra dolce e anziché fermarsi al solito "grazie", ha mandato avanti la conversazione e abbiamo scherzato anche un po'. Improvvisamente, sempre scherzando, mi ha detto: "quindi ti stai masturb.ando senza di me?" Ed io scherzando, gli ho risposto: "sì, ma se vuoi puoi darmi una mano"... lui la sera mi ha detto: "eh..." e poi nulla più, gli ho chiesto spiegazioni ma lui mi ha detto: "nulla", "esco con amici, ci sentiamo" ed io l'ho semplicemente visualizzato. Ma perché ha fatto così? Ho sbagliato a scrivergli quello? Io volevo semplicemente stare al suo gioco... cosa ne pensate?
E maschi, vi prego, crescete.
Dom
27
Nov
2016
Senza Titolo
Sono passati poco più di dieci giorni dal mio 17simo compleanno, e da allora nella mia testa non passa alcun pensiero se non uno assai negativo. Penso che, se non lascio al più presto aperta una valvola di sfogo, esploderò. È proprio per questo che ho deciso di scrivere qui, dal momento che di quello che sto per dire non riuscirò mai a parlare con nessuna persona che conosco.
Ma vengo subito al dunque.
Sono tormentata dall'idea di aver completamente buttato la mia adolescenza. Mi spiego: tra un anno sarò una diciottenne, ma di questi ultimi cinque anni che cosa mi è rimasto? Da quando avevo 12 anni, non ci sono stati cambiamenti, anzi, la situazione è rimasta completamente invariata. Ho sprecato gli anni che - come dicono - dovrebbero essere i migliori della nostra vita soltanto studiando e praticando a livello agonistico uno sport il quale, non essendo io portata per esso, non mi ha mai dato gratificazioni, ma assorbe soltanto il mio tempo.
Non posso nemmeno dire di essere maturata come persona. Il percorso di studi che sto affrontando mi costringe ad apprendere nozioni che non mi risultano utili e che, d'altra parte, dimentico immediatamente dopo una verifica, tanto che il mio bagaglio culturale pesa meno di zero.
Pari a zero sono anche le esperienze "amorose" che ogni ragazza normalmente affronta durante l'adolescenza: sono ferma al livello di una bambina di prima media (senza nulla togliere, per carità).Non ho mai provato neanche lontanamente cosa significhi avere una relazione con un ragazzo; non ho mai dato un bacio; nessuno si è mai interessato a me; non ho mai rivelato i miei sentimenti, poiché con il ragazzo di turno il più delle volte non avevo il benché minimo rapporto, e se avessi tentato un qualsiasi approccio sarei sembrata, giustamente, una mentecatta.
La situazione non varia molto anche per quanto riguarda i rapporti sociali non strettamente sentimentali. Posso affermare con decisione di non avere amici. Credo che iI problema risieda non nelle altre persone, ma nel mio atteggiamento. Con la maggior parte dei miei coetanei non riesco mai a entrare in confidenza: probabilmente risulto infatti essere una ragazza scialba e tremendamente banale. Se si sta facendo una conversazione in gruppo, ad esempio, io non parlo mai, non per timidezza ma perché non ho effettivamente mai nulla da dire; se mi é espressamente richiesta la mia opinione, poi, inizio a sovrapporre farfugliando brandelli di quanto è stato appena detto da altri dando alla luce un'accozzaglia di frasi slegate tra loro o di una banalità allucinante, tanto che l'interlocutore rinuncia ad interpellarmi di nuovo.Mi capita troppo spesso di avere davvero difficoltà a esprimere con chiarezza ed efficacia un qualsiasi concetto, e questo mi blocca tantissimo.Oltretutto, se guardo a tutti gli altri ragazzi e ragazze, mi sento terribilemente inadeguata. Loro, qualsiasi sia l'argomento, trovano sempre cose interessanti da dire, mentre io non ho conoscenza quasi di nulla, né alcuna opinione in merito. Sembra che tutti tranne me siano nati già "imparati" e pronti a dire la loro in ogni momento, mentre a me manca del tutto quella prontezza di spirito, quella capacità di buttare qua e là una battutina simpatica, di dire qualcosa di pertinente e interessante.Ma mi sfugge anche la comprensione delle più semplici dinamiche sociali, soprattutto quelle cose che agli altri vengono assolutamente naturali. Insomma, non sono socialmente intelligente.
E poi... E poi... E poi...
E poi c'è A.A., che è un mio compagno di squadra. A., che ha un paio di splendidi occhi azzurri. A., che è un ragazzo estrememente simpatico e intelligente. A., che è socievole con tutti ma che con me perde tutto il suo entusiasmo.A., che, le poche volte che ho tentato un approccio, ha visto in me una persona rigida e noiosa, e che giustamente manifesta il suo interesse per ragazze più simpatiche e più carine.Più simpatiche... Beh, per ovvi motivi.Più carine... Ok, sono molto alta (1.80m), ma ho un fisico non proprio asciutto e un viso dai tratti irregolari (soprattutto il naso, molto importante), sgradevoli. Insomma, non ho la bellezza, non ho una personalità brillante... Non ho nulla.
Grazie per aver letto, e scusate la forma italianese scorreggiuta, ma vista l'urgenza dello sfogo non ci ho molto badato.
Mar
22
Nov
2016
Solo a 21
Non sono qui per scrivere che sono il solito ragazzo sensibile che è solo perchè buono e romantico in una società di individualisti narcisisti superficiali.Non credo di essere speciale ne particolarmente sensibile,sono introverso e mi sento diverso ma comunque tutti i pali contro cui sono andato a sbattere sono colpa della mia ingenuità e del mio comportamento da debole e da sprovveduto.Parlo delle ragazze ovviamente,a 21 anni zero esperienza.Dopo una brutta delusione,a cui solo pensare mi mette un senso di nausea, e dopo averla elaborata mi decido che non è il caso di badarci troppo,non me ne frega un cazzo,forse non c'è posto per quelli come me,che vadano al diavolo io ce la faccio anche da solo.Ma ora ho paura che le cose stiano cambiando.L anno scorso una tipa incontrata per caso in palestra cerca di socializzare,mi sorride,ci sta provando.Scopro che è fidanzata,ma allora cosa vuole?Inizio a odiare questa cosa,ero riuscito a ritrovare la mia tranquillità per cui non voglio ricascare in un altra brutta situazione,tipo un innamoramento che sarebbe proprio la ciliegina sulla torta.Il mio atteggiamento diffidente,e forse anche,mio malgrado un po burbero la allontana,lei cambia radicalmente e mi passa davanti a mento alto,offesa dal mio "rifiuto".Io invece se la vedo,mi prende una stretta,ma mi giro e faccio finta di niente,non la saluto.Pericolo scampato pensavo.La cosa strana è che lei è bella,mi piace,sarebbe capace di mandarmi fuori di testa,per questo ho paura,ma non riesco a non pensarci.Tempo fa decido di riscrivermi su facebook,che odio,apposta per tentare di approcciare in maniera diversa.Le invio la richiesta, e niente,rifiuta con tanto di spam,non posso più inviarglela.E fatta,sei un idiota mi dicevo,ti sei giocato un occasione.Alla fine continuo come mio solito cercando di fregarmene,quest anno cambio plaestra,molto probabilmente non la vedrò più,e forse lei non è neanche più fidanzata,ma alla fine chissenefrega.E invece no,il mio stupido cervello continuia a pensarci,rimurgino come sempre,e mentre gli eventi sprofondano nel passato,si fanno più confusi,ormai appartengono alla memoria..ma nonostante ciò io mi ritrovo bloccato a rimurginarci su,mi sento imprigionato nel passato,impegnato come sono apensare a eventi che molto probabilmente per lei hanno perso di significato,sono sconosciuti a tutti,poco rilevanti come sono, è come se non fossero mai successi, ma non per me.E allora io dico ma non poteva farsi i cazzi suoi?Cosa voleva da me?Voleva scopare?Ma perchè venire proprio da me?Una persona normale direbbe,e quindi?Il mondo è pieno di ragazze,non si può rimurginare su un evento così insignificante come questo,ma per me non è semplice.Ero riuscito a trovare la mia tranquillità,non me ne fregava un cazzo,non avevo bisogno di queste cose,poi improvvisamente arriva una tizia dal nulla,e mi ritrovo a scrivere di nuovo questi stupidi sfoghi su internet che mi fanno sentire ridicolo, di nuovo mi sento solo,troppo solo,e solo perchè l ho voluto io.
Sab
19
Nov
2016
Adolescenza!?
Ciao a tutti, sono una ragazza di 16 anni e da circa un anno le cose non vanno per il verso giusto. Tutto è iniziato dalla morte di un mio caro parente, mi sentivo a pezzi, non c'erano giorni in cui non piangevo e tutt'ora non sono riuscita a superarla del tutto.
Da quel giorno la mia vita è cambiata totalmente, non solo questa persona non c'era più, ma tanti altri avvenimenti sono successi (amicizie importanti finite, ragazzi sbagliati ecc..) .
Ho cercato in qualche modo di superare tutto questo, ma sono rimasta sola. Mi sono sempre sfogata con una mia compagna di classe, però mi dava l'impressione di dargli fastidio e quindi ho deciso di tenere tutto dentro.
Da qualche mese ho cominciato ad avere attacchi di pianto improvvisi e a pensare di porre fine a tutto questo.
Non ho mai avuto un bel rapporto con i miei genitori, nel senso che non mi sono mai aperta in certi argomenti, mi sono sempre sentita giudicata nei loro confronti e dato che hanno già i loro problemi,io non volevo esserne un altro! A questo punto non mi rimane nessuno se non stare in silenzio e sopportare tutto. Ma ora non ce la faccio più! Non so come affrontare questa cosa e vorrei sapere se qualcuno di voi ci è già passato o è nella mia stessa situazione!
So che sono giovane e questi dovrebbero essere i miei anni migliori, ma non è così! Io non volevo tutto questo! Da sola non posso superarlo.
Grazie per aver letto.
Sab
19
Nov
2016
Adoescenza sprecata, quindici anni sprecati
La verità è che deprimersi è la via piú dolorosa, ma anche quella più facile, ed è questo il vero fallimento. Piangersi addosso per poi ottenere nulla non ha senso, è lottare che rende forte una persona, e io non lo sono. “Siamo noi stessi solo quando stiamo male”, e io quando sto male penso alla morte come via piú facile, ma è qualcosa che non voglio, perché io voglio vivere, ma lascio vincere ai miei disagi mentali, ai miei complessi che non mi fanno vivere davvero, a questi tre anni passati nell'inferno che si è formato nella mia anima, alla gente che non è capace di capirmi, a chi non è mai stato capace di spronarmi, al fatto che voglio cambiare la mia vita, che voglio cambiare le mie amicizie, ma penso sempre che sia troppo tardi ormai. Mi trovo per l'ennesima volta a sfogarmi dietro a uno schermo, nella più completa solitudine, con le cuffie alle orecchie, una canzone ad alto volume e mia mamma che si lamenta dalla cucina. Ma le do ragione. Chiunque si lamenterebbe di avere una figlia come me, anch'io lo farei. Una figlia che ha già perso quasi tre anni delle scuole superiori, una figlia che sta sempre a casa, una figlia che mangia, ingrassa e dopo va a lamentarsi di quanto fa ccia schifo il suo fisico. Una ragazza di quindici anni che esiste senza vivere, una persona che vorrebbe vivere, che vorrebbe scontare tutto quello che non ha fatto negli anni precedenti, perché non si rendeva conto di star crescendo. Quella persona imprigionata in sé stessa, e in quella prigione, c'è una piccola parte di lei da bambina: quella bambina che si sentiva sola, quella bambina senza amici, che passava giornate a casa, che si sentiva a disagio ovunque, quella bambina complessata che dopo è diventata una ragazza con complessi non superabili facilmente, quella ragazza che non crede all'esistenza di una via d'uscita, quella ragazza che vuole cambiare, che ha bisogno d'aiuto. Quella ragazza adesso si odia, odia sé stessa e odia la fallita che è diventata, odia la sua città, vorrebbe sparire da qui, ma prima vuole sparire dal suo demone interiore e per quello ci vuole coraggio. Ho questo vuoto che non riesco a colmare, mi mancano tante cose...
Lun
07
Nov
2016
Invisibile
In questo momento ho un grande vuoto allo stomaco per non essere importante per qualcuno, per non avere nessuno che mi considera, che se esisto è solo per essere presa per il culo e ricevere l'ennesima delusione. Inizia la scuola e io pensavo che fosse un modo per ricominciare, per ripicca dei tre anni di merda passati alle medie, invece non è cambiato un cazzo, anzi, sto peggio di prima perché la gente mi rende nervosa e io a scuola non voglio starci soprattutto se in un paese di merda come il mio. Gli altri hanno avuto un dialogo tra loro, hanno fatto amicizia e poi ci sono io: i primi giorni andava tutta una meraviglia, poi da lì ricordo solo giorni in cui improvvisamente sono diventata invisibile. Perché io in classe ho questo potere, divento invisibile agli occhi della gente...ridono, scherzano, parlano, e che importa se all'ultimo banco c'è quella che non parla con nessuno? Per giunta è anche difficile interagire quando ci si sente a disagio con sé stessi. Vivere una vita in cui si è il nulla sarebbe meglio farla finita, solo che non ho il coraggio ed è per questo che quando mi addormento spero di non svegliarmi più. Eppure mi piacerebbe andare via da qui, mi piacerebbe andare da questo posto di merda che non mi ha mai dato niente, ma sono bloccata, bloccata in una vita che non sento mia e di sicuro non basterebbe un altro miliardo di parole a descrivere come mi sento. La mia esistenza non ha senso, e vorrei solo piangere ma non ci riesco. Perché mi hai messa al mondo, mamma? Perché? Se continuerà così vorrei solo morire, tanto divento invisibile ugualmente.
Dom
06
Nov
2016
Mi sento una sfigata
Iniziò partendo dal fatto che dalle medie alla terza superiore mi sono sempre sentita una sfigata colossale, gli occhiali, L'apparecchio, la timidezza. Poi dalla terza con la scoperta delle lentine e il mio nuovo sorriso, mi sono affacciata al mondo, con i miei amici un po' soggetti, facevo le mie esperienze. Ben presto però ho frequentato gruppi più "in", più i fighi della situazione. Ho conosciuto una persona, che mi ha allontanata da tutto e da tutti. E ora mi trovo di nuovo sola , anche se sono una persona diversa, solo con nessun amica, a parte un paio (veramente un paio). Mi sento profondamente sola, come se avessi perso una parte della mia vita, del mio vivere. Vorrei poter riavvolgere tutto e non commettere gli stessi errori.