Tag: zucchero
Mar
15
Gen
2019
Prendete, e mangiateveli tutti
I soldi non fanno la felicità... i biscotti con il ripieno di cioccolato invece si!
Ragazzi, mi sono appena sfondato mezzo chilo di gioia di vivere, uno dopo l'altro senza rimorso: bam! bam! bam!
Penso che sarebbe venuta la nausea pure ad un grizzly... io neanche una piega, anzi credo che mi mangerei pure il grizzly se fosse fatto di cioccolato (cosi', tanto per digerire).
Detto cio vorrei dedicare un minuto del mio tempo a ringraziare Colui al quale devo la mia felicità in terra.
Cristoforo! Grazie, grazie di cuore! Per la canna da zucchero, per il cacao, per la Nutella, per il kinder bueno, per la sacher, per le gocciole, per i cri-cri e per le uova di Pasqua io ti rendo grazie.
Per le emorroidi, per i brufoli, per la diarrea fulminante, per l'adipe addominale, io ti rendo meno grazie ma gli accetto come parte di un disegno superiore ed imperscrutabile.
(un ringraziamento speciale anche alla Sco**ex per la vostra carta igienica extra soft, ideale per gli sfinteri delicati)
Sab
27
Feb
2016
Tre quarti di una bustina di zucchero
Vorrei lasciarti andare, proseguire con la mia vita, ma mi sei rimasta impigliata nella testa.
Di te ho memorizzato quei piccoli dettagli che, di per sè insignificanti, mi hanno catturata. Ad esempio, so che ti piace guardare dove metti i piedi (volgi lo sguardo a terra, sorridendo leggermente, mentre cammini e pensi a chissà cosa); o che prendi sempre il caffè con "tre quarti di una bustina di zucchero".
E mi torna in mente, complice la mia memoria visiva, una certa sera in un bar del centro; quando il tuo parlare si faceva concitato le tue guance si scaldavano - eri materiale infiammabile, come al solito - ed alcuni capelli ti scivolavano sulla fronte. Di tanto in tanto alzavi la voce, ed alle mie domande vagamente provocatorie ti zittivi, riflettendo un momento prima di rispondere. La tazza vuota davanti, illuminata da una luce artificiale giallastra, eri lì seduta dinanzi a me. E mi parlavi, ti chiedevo, ti raccontavo, mi raccontavi; e, bene o male, ti raccontavi.
Non riesco ad abbandonare questi frammenti di memoria.
Il sorriso venato di tristezza con cui hai concluso il tuo discorso, stringendoti leggermente nelle spalle e prendendo un biscotto.
Avevi gli occhi che brillavano, lucidi, e la tua voce si era spezzata su una particolare parola. Non era stato un discorso facile, il tuo. Era carico di rabbia, di ingiustizia subìta, di enfasi, di emozione.
Fuori era imbrunito, l'aria era pungente; e nel caffè ogni tanto entravano folate di inverno, scostandoti qualche capello finito fuori posto.
Eri e sei bella, mia cara, ed è solo l'ultimo dei tuoi pregi.
Ogni tanto penso ai tuoi difetti e non posso fare a meno di pensare che qualche volta - quando si rendono palesi - ti rendono buffa.
Mi fai sorridere, e i miei pensieri ti tengono in ostaggio. Come faccio a lasciarti andare?