Tag: successo
Ven
12
Feb
2016
Demoralizzata
Sono due anni che frequento una scuola di teatro.Amo il teatro,è la cosa più bella a cui potessi appassionarmi,ma ultimamente sta diventando un incubo. Tengo molto ad essere brava e a fare le cose per bene ,ma faccio tantissimi errori,all'ultimo saggio che ho fatto(ne ho fatti solo due) non riuscivo ad usare bene il diaframma e ho recitato con la voce bassissima ,cosa che per un attore di teatro è imperdonabile..tutti gli altri invece sono stati e contibuano ad essere bravissimi.È vero che fanno teatro da anni e hanno fatto molti più spettacoli di me,ma è davvero frustrante non riuscire ad essere come loro..ne ho parlato anche con loro,e loro mi hanno detto la stessa cosa,che mi manca l'energia e che ho la voce troppo bassa.EPpure prima di quello spettacolo credevo di essere brava,in tanti mi hanno detto che sono brava,ma a questo punto mi stavano semplicemente prendendo per il c**o. Da pochi giorni io e i miei compagni stiamo cercando di mettere su una compagnia nostra,ma questa crisi mi sta confondendo le idee,non voglio che la gente pensi"lei rovina la compagnia " sono tutti bravi tranne lei" io voglio davvero essere brava,voglio davvero delle soddisfazioni in questa disciplina perché la adoro!è la mia vita! E mili sto impegnando davvero tanto !ma mi sembra tutto inutile ,quando è il momento di provare un pezzo mi viene l'ansia e viene uno schifo totale ! Aiutatemi ,non so davvero che fare.
Gio
22
Ott
2015
Il Conte
Lavora in un ampio ufficio adornato di trofei che lo rappresentano. In una casa realizzata in modo da essere sempre perfettamente illuminata, un'architettura studiata nei minimi dettagli; la posizione delle finestre strategicamente disposta permette alle sue opere di essere esaltate dalla luce della stella che ci alimenta. Arriva al mattino ad un'orario da lui deciso, varia di giorno in giorno solo per non cadere nell'abitudine. Una pantera cromata sul cofano risalta in mezzo alla vernice verde metallizzata. Interni in pelle chiari, ed un impianto stereo di qualità confortano il Conte nel tragitto verso il lavoro. Arriva dopo le sue segretarie, donne bellissime lo accolgono ogni giorno, giornale e caffè sulla scrivania, appuntamenti importanti del giorno, telefonate, sono una minima cosa rispetto all'importanza del lavoro del Nobile. Sull'elegante scrivania un progetto attende di essere approvato, siglato con le sue iniziali: mmHg. sopra la testa, attaccata al muro, la sua laurea incorniciata. Premi e riconoscimenti per i lavori svolti nella vetrina di fronte e, qualche volta, mentre li osserva vede nel vetro la sua immagine riflessa, ripensa alla sua vita. I momenti dolci della sua giovinezza, le scelte giuste,i successi, la consapevolezza di aver vissuto come molta gente desidera, come pochi sono riusciti, come gli stolti, giullari, cantastorie, inutili narratori di eventi inventati non possono nemmeno immaginare... il Conte mmHg.
Lun
22
Giu
2015
Senza Titolo
Io non invidio chi è più ricco e privilegiato di me dalla nascita. Non avrei nessun motivo di volermi cambiare con un Lapo Elkann, per quello che è il mio attuale sistema di valori. Quello che veramente mi brucia è invece il confronto con tutti quelli-e sono tanti- che nella vita hanno fatto mille volte meglio di me partendo da condizioni più umili, avendo meno anni o meno titoli accademici. Quello con i genitori contadini e bigotti che è diventato un grande scienziato, quello che non ha studiato ma alla facciazza mia ha costruito un impero economico, quello che parla solo il dialetto ma è un grande videomaker o social media marketer. Queste persone sono la prova vivente che se non sono arrivato a certi livelli, e forse mai ci arriverò, evidentemente è solo colpa mia e non delle circostanze ambientali. Se mi offro di collaborare con loro mi ignorano con metodo rigoroso, se gli chiedo quale sia il loro segreto ovviamente non me lo dicono, oppure mi danno risposte che sono un ulteriore schiaffo morale: "Semplice, me lo sono meritato", "Ho lavorato duramente fin da piccolo", "Tenacia tenacia ancora tenacia" e altre frasi fatte da yuppie. Loro sono partiti dal nulla, dalla povertà, e ora sono fra quelli che viaggiano in prima. A meno di quarant'anni hanno già ottenuto riconoscimenti e fatto fortuna con incredibile facilità, alla faccia dei gufi che parlano solo di crisi e tempi bui. A me invece non è mancato niente, potevo forse fare di più, e invece alla fine non è che abbia fatto poi tutta questa strada. Loro crescendo sono diventati persone solide, toste, con le palle, col pelo sullo stomaco, che sanno farsi rispettare. Io ho avuto una famiglia affettuosa, tranquillità economica, una buona cultura generale, e alla fine che cosa sono diventato? Un artista fallito che non si fila nessuno, un professionista che non va oltre i redditi occasionali, un nerd che nessuna donna si filerebbe neanche se fosse l'ultimo uomo sulla Terra, un debole sempre sopraffatto dalla maggior forza e astuzia altrui, pronto a dubitare anche delle proprie ragioni ragionevolissime di fronte al primo idiota che urli più forte. Loro sono diventati uomini, io mi avvio tristemente all'età adulta senza anticorpi, senza risultati ragguardevoli di cui possa veramente andare fiero, senza nessuno che sembri interessarsi veramente a me ad eccezione dei miei familiari, o mi offra la sua amicizia se non perché deve chiedermi il lavoretto a titolo gratuito e schizzare via subito dopo. Sono veramente stufo di stare a guardare, ma alla fine temo di non poter fare granché. Tutte le vie d'uscita presupporrebbero alla fine o studi universitari diversi dai miei, o abilità che mi mancano, o esperienze che non ho fatto. Inizio a temere di essere veramente destinato a non fare mai meglio di così.
Gio
08
Mag
2014
Quando arriva il mio momento di gloria???
Ho 22 anni e sono "amica" di una ragazzadi 24 conosciuta al lavoro stagionale. Entrambe studentesse, io alla triennale e lei alla magistrale, abbiamo fatto amicizia e lei mi ha confidato di essere affetta da sclerosi multipla. All'inizio non ho potuto che stimare profondamente questa ragazza,così forte e tenace, che ha un CV da urlo, è continuamente all'estero (studiamo più o meno lo stesso ambito, relazioni internazionali), si è laureata benissimo poco dopo aver scoperto della malattia, insomma lei qualsiasi cosa faccia, la fa bene. L'ho presa come esempio, e l'ho ammirata, ancora adesso la ammiro e la stimo e le voglio bene, non le auguro nessun male anzi, spero tanto che questo suo momento buono duri per sempre.
Però da qualche tempo questo sentimento di affetto e stima profonda si è trasformato in qualcosa di negativo, invidia, invidia pura! Non la odio, ripeto... odio più me stessa per questo. Anche io fino a poco fa andavo benino nelle cose che facevo (certo non come lei) finché la Depressione non mi ha colpita. Da agosto sono in piena crisi e da dicembre in cura, il medico mi ha suggerito di lasciar perdere gli studi per un anno, sostenendo che devo affrontare un percorso non facile e devo togliermi i pesi inutili.
Mi sento così fallita, se lei con quello che ha fa tutto quello che vuole e SEMPRE perfettamente, io non ci riesco allora sono una pezzente! Non sarò mai nulla nella vita secondo il ragionamento logico. Ma quando arriverà il mio momento di gloria? Quando brillerò anche io? Sono stufa di vedere sempre gli altri passarmi davanti. Ho fatto tanti sacrifici in questi anni e tutto ciò che mi ritrovo è vergogna, dolore e invidia per chi è più malato di me.
Mar
29
Ott
2013
caro amico rosicone.. ti voglio bene... ma hai rotto il cazzo
Ho un amico. Da una vita... abbiamo 31 anni e ci consociamo dall'asilo. Provo per lui un bene dell'anima e ho fatto di tutto per dargli una mano nelle sue vicende.
Siamo molto diversi, le nostre vite sono sempre state molto diverse. Lui ha avuto una vita, per certi aspetti, più facile rispetto alla mia: famiglia tipo "mulino bianco", soldi in tasca, lavoro subito nella ditta del padre etc...
Io mi sono "fatto da solo"... famiglia con una storia drammatica alle spalle, mai una lira, ho sempre lavorato come un toro per ottenere qualche cosa dalla vita e tutto quello che ho lo devo alla mia determinazione.
Oggi sono sistemato, ho un ottima posizione in una grossa società IT, una laurea in tasca e sono felice.
Nonostante le nostre diversità "sociali" da ragazzo non ho mai invidiato il mio amico, ero semplicemente felice per lui.
Mi rode il culo che, a oggi, non posso dire la stessa cosa del mio amico: quando la vita ha iniziato a sorridermi (semplicemente perché mi sono tirato su le maniche) ho notato che il mio caro amico ha sempre rosicato... ha rosicato quando mi sono laureato, quando ho trovato un ottimo lavoro, quando ho fatto carriera, rosica per il mio successo con le donne, per la mia intrapendenza e per tutte quelle abilità che ho dovuto sviluppare più per necessità che per diletto... mi sono rotto il cazzo di questa situazione. non vedo amicizia in tutto ciò! Rosica come un pazzo, sminuisce i miei traguardi, trova i difetti in qualunque cosa faccia, mai una volta che mi faccia i complimenti senza per forza dover trovare un qualche cosa di negativo... peraltro, sminuisce obbiettivi che per lui sarebbero irraggiungibili... mi sa che gli piscerò in testa!
Dom
28
Nov
2010
Una promessa qui, ora!
Ciao bastardo. Volevo scriverti una volta per tutte quello che penso, e sarò breve. All'inizio non ti avevo nemmeno notato, pensa quante volte mi sei passato davanti. All'inizio abbiamo flirtato un pò, con leggerezza, e ho cominciato a vederti: nemmeno quarant'anni magnificamente portati, affascinante, con quell'aria da bravo ragazzo che sotto sotto nasconde qualcosa di pungente, una genialità un pò morbosa. Mi piaci sì, forse lo immagini pure. Mi piaci un casino ormai da un anno. Ma dopo i primi tempi tutto è crollato, sono venute fuori le mie mancanze... e come può un giovane professionista stimato, bello, di successo, pensare seriamente a una quasi trentenne ancora non laureata, e per di più con una storia poco chiara di malattia e dolore alle spalle? no, non sono abbastanza per te... che direbbe la gente, che direbbero i tuoi colleghi, la tua famiglia? Ieri mi ero vestita bene per te, per piacerti sono arrivata alla festa, ti ho salutato... sì, lo ammetto, ero venuta solo per te, non me ne fregava niente del festeggiato, degli amici, della torta (anche se alla fine sono anche riuscita a divertirmi), niente di niente, e tu andandotene non hai nemmeno pensato a salutarmi.
Faccio a me stessa una promessa qui, ora, e la faccio a te: farò tutto ciò che è in mio potere per migliorare, per prendere la laurea, per andare avanti negli studi, per portare avanti tutti i miei progetti. Farò qualunque cosa, non mi importa più di niente. Sono disposta a tutto, la fatica e il dolore non mi spaventano, e la fame l'ho già sofferta. Mi sono già reinscritta all'uni, che avevo lasciato perchè dicevo "tanto non ce la faccio", lunedì pagò le tasse e mi programmo i primi esami. Non voglio più avere paura di niente: sono disposta ad affrontare l'umiliazione, la paura, la solitudine. Voglio prendere le mie quattro carte, andare anche all'estero se serve, voglio diventare quella stimata professionista che sogno di diventare da una vita, voglio diventare quello che desidero, quello che tutti pensano sia impossibile. Un giorno, te lo giuro sulla mia pelle, un giorno sarai TU a cercare il mio saluto, a desiderare che io te lo conceda.
Grazie per l'indifferenza dimostratami, sarà il mio carburante per gli anni a venire.
con amore
G.