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Gio

15

Set

2016

Il labirinto del vivere

Sfogo di Avatar di RorschachRorschach | Categoria: Altro

                               Il labirinto del vivere


Ancora qui seduto a grattarmi la testa
come a voler togliere via pensieri e ricordi
nella mia mente infuria una tempesta
nel mio cuore rimbalzano battiti sordi.
Corre il calendario si rincorrono i problemi
passano le stagioni mi sorpassano le persone
cambia tutto e non cambiano gli schemi
l'utilità di quello che faccio è un'illusione.

Mi butto sul letto e fisso il soffitto
vedo facce parole poi tutto sfuma
vorrei urlare ma me ne resto zitto
una gomitata al materasso, lui non si frantuma;
gli occhi si bagnano e cerco di trattenermi
adesso non posso rischiare una goccia dimenticata
aspetto che sia notte e in camera chiudermi
per sperperare la tassa di lacrime a fine giornata.
Le mie braccia si stringono e circondano il niente
guscio sotto le coperte sogno una carezza
un freddo abbraccio illusorio ad un corpo assente
essere altrove inseguendo il miraggio della mia sicurezza.
Urla, pugni, lacrime arrabbiate, dita rotte e lividi....
Insonnia, schifo, nausea mal di testa, mal di pancia e brividi...

Una vita una possibilità 
una avventura che si scoprirà
il destino che nessuno sa scrivere
nel labirinto del vivere!

Ogni mattina ogni sera allo specchio che mi divora 
mi arrabbio e mi perdono fra contraddizioni e perché
davanti a questa faccia che invecchia e non matura ancora
alla ricerca di un cattivo più colpevole di me;
qui mi spoglio di tutte le apparenze
maschere su maschere che coprono il vuoto
un volto mai visto senza sofferenze
occhi spenti e fissi da sorriso ignoto.

Fuori, il deserto è abitato da manichini animati
col cuore di plastica e il cervello di segatura
una catena di montaggio di zombie schiavizzati
uno spettacolo di inciviltà, uno zoo contro natura.
Appaio e subito sparisco nei loro istanti
come un fantasma cammino nelle loro vite
negli stessi posti ma in mondi distanti
da qua le mie parole non vengono udite;
sono un alieno o un umano troppo umano
spaesato nella lingua dei legami, analfabeta,
una barriera tra me e voi con cui lotto invano
ignoro la necessaria formula segreta.
Cresce sempre più in me la gogna... 
della vergogna!

Io non sono mai stato mio
derubato di quello che non sono mai stato
l'insoddisfazione è il mio disco che gira a ripetizione.

Una vita una possibilità
un meccanismo rotto che non funzionerà
un pagliaccio che non fa più ridere
nel labirinto del vivere!

Corro all'impazzata verso nessuna direzione
quando faccio non faccio, da fermo sono imprendibile,
dietro ogni angolo buio dopo ogni esitazione 
mi ritrovo sempre su una strada sbagliata, imprevedibile.
Quando ti prende quella voglia di una nuotata perdifiato
che non sai nemmeno se hai le energie per il ritorno
e non te ne frega se a metà strada annegassi stremato
poi ti fermi e cadi nei pensieri col nulla intorno. 

Mi nascondo dagli avidi del mio sangue e corpo
fuggendo dal loro veleno che mi ha cambiato
lasciatemi da solo lontano dal vostro sporco
mi proteggo avvolgendomi col filo spinato;
demoni impuniti festeggiano come canaglie
mentre si riaprono le ferite che non riesco a curare
le cicatrici testimoni delle mie innumerevoli battaglie 
parole come lame impossibili da dimenticare.
Crollo dentro sulle mie stesse rovine
sotto i colpi cade a pezzi la mia armatura
farmi forza resistere ricominciare senza fine
mi maltratto come fossi la mia controfigura.
Con la mia integra coscienza a posto...
ma l'animo decomposto!

Io non ho mai parlato con Dio
muto alle mie preghiere d'aiuto
invisibile quando il bisogno diventa irraggiungibile.

Una vita una possibilità
vivo nel sogno addormentato della realtà
devo svegliarmi o dormire non so decidere
nel labirinto del vivere!

Questa angoscia si incolla come sudore
l'orologio opprime come afa d'estate
annego nella realtà di un panico dittatore
mi cedono le gambe di ossigeno affamate.
Il mio ragionamento randagio mi colma e avvolge
tutto è al contrario in controluce riflesso dalle origini
una realtà inaffidabile che continuamente si capovolge
cerco l'equilibrio lottando contro le vertigini.
Protetto chiuso in gabbia sotto la pioggia di un temporale
un pacco abbandonato al buio senza poter andare via
ho cercato, avrei voluto, qualcosa di normale
un naufrago senza speranza su una zattera di apatia.

Stanotte dormo su queste lenzuola arancioni
che da quel giorno nessun'altra han coperto
un treno che ti ha portato via da me senza esitazioni
è l'ultimo ricordo reale che mi hai offerto;
ti cerco dove so non ti incontrerò mai
ovunque voltarmi come aspettassi un tuo ciao o sorriso
invece tornare a non sapere dell'altro, ignoti ormai, 
vite estranee lontane al posto di un sogno poi reciso.
Con te nei posti miei con me nei posti tuoi
avrei dovuto fermarti invece di cedere 
finali da film che premiano solo gli eroi;
parole senza valore, a cosa dovrei credere?
Ti ho vista piangere è la mia nostalgia sciocca
echi di sogni le canzoni che non ascolto più
dolcezze che adesso mi lasciano amaro in bocca
in tutto questo dov'è l'affetto lo sai solo tu.
Mai sconfitto ma sempre perdente...
E niente!

Io verrò ricordato come un brusio
sperduto del passato e lì relegato
sincero ci avevo creduto per davvero.

Una vita una possibilità
dove sei cosa starai facendo con chi chissà
mi hai dato per togliermi, ricordi che mi possono uccidere;
nel labirinto del vivere!

Racconto qualcosa che non c'è mai stato
la fotografia di un profumo, una impalpabile intuizione,
come un sogno che al risveglio ci rimane incollato
e la sua fantasia si diluisce perdendosi nella ragione.
Cammino su di una lastra di vetro senza confini
che scricchiola in ragnatele sotto al mio peso
trattenendo il respiro tra questi giorni assassini
senza mani come corde, arranco indifeso.

Quanti addii non ho potuto abbracciare
strozzati in gola come urla mute 
ultimi momenti che non posso ricordare
occasioni non concesse ormai perdute;
ogni saluto vivo l'ultima volta insieme
e poi tutto può cancellarsi in un istante
mai abbastanza il tempo che non ci appartiene
un bisogno eterno, un vuoto devastante.
Mi manchi tanto quanto io manco a me stesso...
tutti gli ieri e domani, adesso!

Una vita una possibilità
un pazzo che insegna razionalità
la bilancia del giusto da redimere
nel labirinto del vivere!

Voi come fate? Io come posso fare? 
Cosa è successo? Che colpa ho? Dove ho sbagliato? 
Cosa mi manca da capire o imparare?
qualcosa che guidi il mio istinto sgrammaticato.
Sono una continua causa persa, imperfetto;
ho sempre pagato per ritrovarmi distrutto
sono mai quei -Dopo- -Prossima volta- che ancora aspetto
rinuncio, brucio le mie carte, butto tutto.
La paura di dimenticare qualcosa da fare o dire
una battuta spiritosa, un ultimo augurio o un figlio;
chiudere i conti stracciando ogni possibile avvenire
e tutto di me si riassumerà con uno sbadiglio.

Sono un mostro stanco e cattivo
non merito, non c'è per me niente di bello
odiatemi già così senza un motivo
mesto nasconderò lo sguardo sotto il cappello.
Scappare da se stessi è un vicolo cieco 
che percorro a ripetizione, è tutto già visto,
continuare questo gioco sarebbe altro tempo che spreco
adesso voglio solo dormire, così non resisto.
In un mare di solitudine tramonterò cadendo
annullandomi mentre l'abisso mi toglierà luce
sott'acqua al buio troverò pace scomparendo
mi abbraccerà in silenzio un futuro truce.
E' troppo tardi per volare per queste vite abbandonate..
ho le ali spezzate!

Io mi perderò in un oblio
galleggiando il mio respiro ascoltando
chiuso lasciandone il mondo escluso.

Una vita una possibilità
anche io il desiderio ingenuo di felicità
le direzioni desiderate non sono libere
nel labirinto del vivere!

Provo a convincermi che non sei mai esistita
compromesso tra il dimenticarti e la rabbia
poi a volte affiorano come calore sulle dita
una data, una notifica o un nome che scrivo sulla sabbia.
Quando a questo punto tutto doveva essere diverso...
quando questa vita mi è andata di traverso!

Mi serve ancora un po' di dolore
qualcosa che sbricioli definitivamente il mio cuore
per non fare più nessun rumore...

Una vita incompleta
una possibilità effimera come cometa
una lunga notte senza luna e stelle
il freddo dell'abbandono che morde la pelle;
la speranza mi incita e sempre fallisco, è una maledizione
fare sapendo di soffrire è una continua vivisezione.
Vagherò all'infinito mentre la mia anima affonda 
il tempo che passa è un incendio che mi circonda
in trappola schiacciato da questa vita
dal labirinto del vivere non c'è via d'uscita...