Tag: osteointegrazione

Ven

14

Nov

2014

Mal di pancia, piango dentro, sorrido fuori!

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Sfoghiamoci? dichiaramoci? quello che è, è!   L'ho scritto e riscritto più volte, cancellato aggiunto spostato; so già che verrà fuori tutto sconclusionato. 

Sono nato, quindi ecco, per quello sto scrivendo, anche merito che sono andato a scuola.  Vivendo, col pensiero c'era qualcosa di strano..qualcosa non dava bene, mi sentivo diverso, ma va bene!  Mia sorella gelosa di me, dava problemi, io vengo messo da parte. 

A scuola le prese in giro per la mia magrezza -Stecchino!- io per vendicarmi -Ciccione- ma le maestre si arrabbiavano con me, io rispondevo che avevano cominciato loro, e se ciccione è offensvo lo è anche stecchino, ma invece no, io ero quello diverso. io capivo ma chi capiva a me? 

Al mio compleanno frasi tipo: Non te lo meriti, fai arrabbiara tua sorella! ok! sensazione come se dessi fastidio a qualcuno. 

Scopro l'ansia dei film horror, la mia fantasia e immaginazione fanno il resto; poi la paura di rimanere solo, e i pensieri del perchè di certi pensieri, la paura di cosa possa succedere domani; sempre col mal di pancia, piango dentro sorrido fuori. 

Poi le mie paure trovano la realtà: l'ospedale, imparo (ascoltando gli altri) le parole tumore , metastasi, chemioterapia.. poi pochi mesi dopo la chiesa, un funerale, un loculo; poi l'attacco di panico, come un palo conficcato nel petto che non si è più tolto. Poi frasi del genere: -Tuo padre è morto perchè eri cattivo- -Se non mangi andrai a fare compagnia a tuo padre al campo santo- io mangiavo poco, ma ero in salute.  Capivo che non era cattiveria, ma era il dolore a far parlare così mia madre, ma chi capiva a me? 

Poi ho cominciato a vedere la morte ovunque, nei giovani come nei vecchi, nelle città come nei sobborghi, il tempo che passa e gratuggia tutto via. Mal di pancia, piango dentro sorrido fuori. 

Poi il trasferimento il non riuscire ad inserirmi, il venire deriso; le amicizie d'infanzia che nemmeno salutano più. non mi arrabbio, capisco. La scuola superiore, le ragazze che guardano dall'alto al basso, i ragazzi popolari, poi quelli casinari e teppistelli che impietosiscono tutti, le prese in giro, e loro la passano liscia, io no perchè nessuno si preoccupa di capirmi.I professori disumani, voti scambiati, raccontano bugie ai colloqui a mia madre per pararsi il culo, e di conseguenza gli urli a me, io spiegavo, nessuno mi credeva. 

Poi scopro l'amore, non corrisposto ovviamente, le posie, gli appostamenti lunga la sua via per vederla, lei ovviamente mi squadra come un fesso. e anche l'altra, anzi, le altre, credo abbiano imprecato e maledetto la vita quando dissi loro che mi piacevano. capivo che ero quello che non volevano. io chiedevo, domandavo, ma non cambiava niente.

Visto che così non funzionava passo al voler bene solo a chi me ne dimostra: -così non vorrò bene invano- pensavo poi arriva una e mi si dichiara, io dico -finalmente! cosa mi importa se è brutta, è pelosa e puzza- io capivo che era sincera, sono stato il suo pungiball, il suo bidone, amico, amante (non soddisfatto), confidente, stampella, saggio, credo anche informatore sulla riproduzione umana.  Soddisfatta è andata via, e mi ignora. adesso sta con un nero, spero che almeno lui si diverta. 

Gli amici tanto contenti di me, quanto lontani; io quello strano, io quello empatico, io quello coi gusti strani, io quello sacrificabile; io che quello che dico è legge per me.  Capisco che le persone vanno e vengono nella nostra vita (se si è fortunati qualcuno rimane [qualcuno di quelli positivi intendo]), ma anche quando avevo qualcuno era come se non fossero realmente, come sbuffi di vapore che appaiono per un istante e scompaiono, e nemmeno si crede se sono esistiti veramente.  

Mi sento come un bellissimo fiore, che la gente vede e strappa per tenerselo con se, lo mette in un vaso ma pian piano lui muore perchè è stata tolto dalla terra, e poi appassito lo buttano via dimenticando che sono stati loro a condannarlo; mentre gli altri fiori se ne rimango allegri e spensierati nel prato a fare il loro ciclo vitale. 

I problemi di salute, l'imbarazzo e vergogna di parlarne e non venir capito, e sentirti dire -è tutto nella tua testa- sì certo, ma intanto i danni ci sono, io sempre attento e prevenuto, i dolorini quotidiani che tolgono serenità e i magoni allo stomaco che schiantano(ma magari fossero quelli il problema).  A questa età uno dovrebbe dover combattere coi postumi delle sbornie e/o le malattie veneree, no con problemi da vecchi: e tutte le mattine e tutte le sere contare se ho ancora tutti i pezzi. Mal di pancia, piango dentro sorrido fuori. 

E confessare agli amici di sentirsi a terra e loro nemmeno a risponderti; e te ti consideravi il mio migliore amico. Tutto guadagnato per voi, eh? Io sempre a lottare, sempre a trovare il positivo e l'energia in tutto; ma così è una illusione, è mangiare aria.

Forse il riuscire a trovare il positivo su tutto, ha ucciso la mia voglia di reagire.  Spesso maledico la mia testa, fossi ingenuo sarei meno attaccato alla vita, non sarebbe una situazione migliore di adesso, ma almeno soffrirei meno perchè sentirei molto meno.  Io sempre stato corretto, sempre lontano da droghe, alcool, risse, perchè non è giusto che il mio dolore sia danno per gli altri.  

Stupido io che cerco di migliorare la mia vita mi sto prendendo in giro, mi illudo. e mi maledico. Maledico i momenti di positività e fiducia, quando reagisco poi tanto ricado giù subito. 

Nelle ultime settimane ho pensato di fare una specie di voto del silenzio, non parlare più, magari sarebbe fattibile; ovviamente non lo sto facendo.  

Una parte di me si è proprio staccata, persa; tutto ha lo stesso colore, lo stesso odore, e io sono stanco di spendermi per trovare qualcosa che mi piaccia fuori di me.
Cos'è meglio della felicità? forse il non doverne sentire il bisogno. Cosa c'è di anomalo in me? ma soppratutto l'anomalia chi la decide, è anomalo per me o per gli altri? Sopporto sempre meno il mio corpo, sembra indeciso, qualcosa invecchia, qualcosa aspetta,  odio la mia voce.  

Ogni volta che trovo qualcosa che mi piace, non posso averla, accetto quello che trovo ma mi devo accontentare delle briciole, mi sento stoppato continuamente; allungo le mani e quello no, no questo non è per te, questo no...più tardi, dopo, aspetta, per te non c'è. 

La gente mi dice che sto perdendo tempo, che sto sprecando la mia vita col far nulla, a me invece sembra che questo tempo è già durato troppo, che sono io che mi sto sprecando per la vita.  E' sempre stato tutto precario.  Mi sento sprecato, il Toki della situazione, quello tanto bravo e meritevole ma sfortunato, non l'eroe osannato e riconosciuto.  

E continuamente a dirmi: -sono cose che capitano- -non si può avere tutto dalla vita-.  Certo, c'è chi ha avuto una vita più difficile della mia, ma quanta colpa ho di quello che mi è successo, io credo quasi nessuna, a parte il fatto di rimanere vivo. Scometto che sono una incognita anche per il mio psicologo.  Il bello (o il brutto, dipende dai punti di vista) è che io mi sendo giusto, tutto funzionante. ma nel posto sbagliato, fuori posto. 

Non concepisco più io più qualcuno; io più un amico o io con una ragazza; non mi ci vedo più a diventare amico di qualcuno o addirittura stare in intimità con una ragazza, a parte che chi lo vorrebbe? ma proprio come possibilità che un'altro essere umano si voglia legare a me. Loro prometto, io prometto, loro cambiano, io mantengo le promesse.  voglio stare lontano dalla gente; vi voglio ed è per questo che devo starvi lontano. Non dire che mi vuoi bene e poi mi ignori; perchè mi dici che mi chiamerai/messaggerai se poi non lo fai?  perchè parli? perchè lo dici? perchè lo dici? perchè? ognuna ha la propia vita i propri problemi ok, ma perchè lo dici e non lo fai? perchè lo dici? gli amici...sì certo...l'amicizia mi denuncerebbe se li chiamassi amici, così mi sento tradito. Bugie! Bugie! 

Vorrei due occhioni che mi guardano, parole sincere, stare abbracciati al caldo come al freddo una con cui decidere cosa fare della nostra vita. O un amico per una birretta e una confidenza, un film a cinema.  E' molto più di una solitudine, è una diversità, essere straniero come umano, separato dagli altri. 

A volte mi viene voglia di prendere in mano una penna, o una matita, battere su una batteria, o dichiararmi spudoratamente..ma non lo faccio voi direte perchè? perchè mi sono incatenato, voi direte perchè non mi libero? non mi tolgo queste catene perchè col mio stato d'animo so che mi farei del male, quando ho voglia di correre verso un muro, di predermi a pugni, di buttarmi dal terrazzo, di affogare..proprio affogare è quello che vorrei adesso, starmene lontano da tutti e riposare in fondo al mare, al buio al silenzio al freddo, ad arrugginire in pace; con le lacrime di questi ultimi tempi ci sono molto vicino. 

Tutto diventa sempre più pesante, duro da masticare e da digerire. Tanti fantasmi, demoni, ostacoli, cattiverie. 

Vorrei prendermi il lusso di sognare un sogno, ma... ma per carità, a chi voglio prendere in giro, a me no di sicuro. alla fine queste sono tutte chiacchiere.


Ogni mattina mi sveglio e per tutto il resto della giornata è tutta un'attesa per quando riandrò a dormire, perchè so che in quel momento nessuno mi dirà che faccio una cosa sbagliata, so che in quel momento verrò lasciato in pace; ma non che riesco a dormire. Anche questa giornata è finita, anche oggi sono soppravissuto. Mi sento in trappola, condannato; è il destino? il caso?   

Questo panico esistenziale, questi brividi che stringono la pancia, vorrei uscire da me stesso, uscirne, ma non si può. Vorrei delle coccole, delle rassicurazioni. Mi manca mio padre, mi manca tutto. Accetto la vita ma rifiuto la realtà, se almeno fosse più vivibile. Ma poi?  

Perchè devo continuare se non ottengo qualcosa di bello? cosa mi strascino ancora a fare? per la gloria? e chi lo saprà? qual'è la soluzione definitiva per sistemare tutto?  Che peccato è il mio? il continuare a vivere?  Ho finito quello che riesco a tirare fuori di mio, preferisco arrendermi. E poi cosa altro succedrà? quanto altro mal di pancia, quanto altro piangere dentro e sorridere fuori? La rabbia e l'invidia mi stanno uccidendo. No! No! No! Basta! Basta! Basta! Ho detto basta! 

Alla fine sono solo uno fra 7 miliadi e più; tanti ci sono stati e tanti verranno, tutti moriranno; io non faccio differenza; non importa a me, importerà a loro? Conosco già la risposta. 

Mi sputtano, lo scrivo qui, lo dico qua, ma cambia poco, mi capiscono non capiscono, non cambia niente. Questa voglia di vomitare me stesso.

Quanto altro potrei aggiungere a questo sfogo?  Tanto! è tanto lungo quanto inutile. Non so se si capisce qualcosa, ma chi cazzo se ne frega, non ho nemmeno voglia di scrivere, e tanto non cambia niente...

ma sono cose che capitano.... 

è sempre un mal di pancia, piangere dentro, intanto smetto di sorridere fuori...