Tag: morte
Lun
04
Nov
2019
Scelgo la vita
Metto la testa a posto, vado avanti, rigo dritto, scelgo la vita. Già adesso non vedo l'ora, diventerò esattamente come voi: il lavoro, la famiglia, il maxitelevisore del cazzo, la lavatrice, la macchina, il cd e l'apriscatole elettrico, buona salute, colesterolo basso, polizza vita, mutuo, prima casa, moda casual, valigie, salotto di tre pezzi, fai da te, telequiz, schifezze nella pancia, figli, a spasso nel parco, orario d'ufficio, bravo a golf, l'auto lavata, tanti maglioni, Natale in famiglia, pensione privata, esenzione fiscale, tirando avanti lontano dai guai, in attesa del giorno in cui morirai.
Sab
02
Nov
2019
E' davvero così brutta la morte?
E' davvero così brutto morire, o piu che morire,è davvero così patetico, desiderare la morte?
Parliamoci chiaro, io non sono depressa, spero, ma la maggior parte del tempo è come se non avessi ragione di esistere, come se non avessi un senso, oppure come se non avessi l'opportunità di scegliere. Mi sento in gabbia, come se la mia vita fosse già stata programmata, come se non potessi fare niente per riprenderla in mano.
A volte ci penso...e se tutti si sentissero così,ma cercassero di nasconderlo? Che cosa brutta la vergogna. Se tutti gli essere di questo c***o di mondo stessero male e nessuno volesse dirlo per non sembrare sbagliato? Esiste davvero una felicità che non sia momentanea? Esiste davvero una scelta che non possiamo fare o è già tutto scritto? sento di star sbagliando tutto e mi odio per questo anche se non sembra, anche se a volte fingo tanto bene da crederci pure io...
A volte mi odio...mi odio forte...intensamente. Si dice che solo chi odia se steso sa cos'è l'odio e hanno ragione.
Mer
25
Set
2019
Che sapore ha la felicità?
Me lo chiedo da un po' ormai..non lo ricordo più.
C'era un tempo in cui anche io sorridevo, mi sentivo bene ed ero felice, ma ora non è più così: è tutto buio e per quanto mi sforzo non riesco a vedere la luce in fondo al tunnel.
Quanto ancora dovrò andare avanti così? Quanto dolore emotivo può sopportare una persona? Finirà mai tutto questo dolore?
Sono così disperato da essere arrivato a sperare e pregare che le sue pene arrivino ad una fine, così da placare anche le mie. Quando realizzo cosa sto dicendo però mi vengono i brividi..quando lei non ci sarà più probabilmente questi miei pensieri attuali mi tortureranno..come si fa a sperare una cosa del genere? Quando i dottori mi dicono che lei non sta troppo male e che in queste condizioni può vivere tranquillamente altri 5-6 anni vengo assalito dal panico, mi paralizza. Sono la sua unica ancora di salvezza in questo mondo eppure io non riesco più a starle vicino e spero ogni giorno che arrivi quanto prima una fine. Lei è ancora lucida ed è consapevole che pian piano se ne sta andando. Chiede solo che vicino a lei ci sia qualcuno che le tenga la mano, perchè è una strada troppo lunga e dura da affrontare da sola. Come faccio a non portarla fino alla fine del suo percorso? Io ho ancora un domani, lei no. Sto affrontando da quattro anni un lutto che non è ancora avvenuto.
Un giorno arriverà la luce anche per me?
Sab
07
Set
2019
Non c'è mai fine al peggio.
Ho da pochi mesi perso mio padre. Per me lui era il mio mondo ed ho basato tutta la mia vita su di lui. Era il mio confidente, il mio amico e su di lui potevo sempre fare affidamento senza essere giudicata o rimproverata ed anzi era sempre lì ad appoggiarmi e spronarmi in tutto ciò che facevo. La sua morte non è stata improvvisa e anzi, è stata successiva ad anni e anni di malattia. In quel periodo io c'ero sempre per lui. Ho praticamente cancellato la mia vita per aiutarlo e stare il più possibile al suo fianco, cambiando e chiudendomi alla vita e a tutto ciò che avevo intorno. Ho avuto in quel tempo la fortuna di avere il mio ragazzo storico, di ben 6 anni di relazione, che mi è stato vicino e che mi ha aiutato ad affrontare tutte le difficoltà. Dopo la morte di mio padre, il nostro rapporto si è andato raffreddando sempre più, io ero assolta nel mio dramma e non avevo capito la gravità della situazione. In questi giorni, dopo esattamente un mese in cui mi ha fatto penare, comportandosi male e facendomi sentire inadeguata, mi ha lasciata, dicendomi di essersi stufato di me. Mi è caduto nel giro di pochi mesi, per la seconda volta, il mondo addosso. Ora che stavo cambiando, ora che stavo cercando di tornare a vivere, sono ricaduta in un abisso ancora più cupo. Provo rabbia, tristezza, delusione. Vorrei rialzarmi, ce la sto mettendo tutta, ma più ci penso e più soffro. Capisco che la "colpa" è stata anche mia, di averlo, per anni, messo in secondo piano, di aver fatto troppo affidamento su di lui, ma soprattutto, di averlo fatto partecipe di un dolore così forte per me. Il mio più grande pentimento è lui.
Mar
06
Ago
2019
Inevitabile
Avverto questo forte astio e avversità per il genere umano, ogni giorno di più.
Arrivando al punto da odiare me stesso solo per farne parte.
Medito spesso sull'idea della morte, accarezzandola, desiderandola. E credo sia davvero inevitabile per me un giorno cercarla. Ho questa maledetta impressione che ogni scelta che io abbia fatto nella mia vita sia una mera illusione. Non ho mai avuto una scelta. Allegoricamente come se avessi messo IO il punto alla fine di tutte le frasi.. Ma di frasi che non ho scritto io, o per lo meno solo in parte. Conoscere l'amore credo sia statae una delle cose migliori che possa accadere nella vita di chiunque e probabilmente mi ha mantenuto vivo dentro per il tempo in cui ho amato, perché quando ami ogni cosa è diversa. Amore. Amore come stato mentale ed emotivo generale, non soltanto il sentimento provato per una persona. Perché infondo... Cosa vuol dire amare?
E non riesco più a provare qualcosa del genere. Non riesco più per esempio ad interessarmi a qualche ragazza. Nella loro diversità mi sembrano tutte così anonime, così dannatamente umane. Non riesco più a pensare ad una relazione come qualcosa da vivere. Idealizzo una persona che mi salvi da me stesso, l'unica che potrebbe farmi innamorare e cederle il cuore. Ma sto pretendendo qualcosa in maniera fottutamente egoistica e ne sono spaventato. Odio sentirmi così, a volte vorrei solo annullare tutto e smettere di pensare. Ma l'idea di essere un felice non pensante mi fa bruciare ancora di più il mio nausato stomaco. Non starò mai bene in questo tempo, in questo mondo, in questa illusione. La fine è inevitabile, ma come il resto sarò io a mettere il punto alla fine della mia storia.
Lun
24
Giu
2019
Senza Titolo
Ho paura.
La stanchezza, il lavoro, le gratificazioni, la bellezza del mondo intorno a me cedono il passo alla più profonda angoscia, quando ogni giorno vedo il sorriso di mia madre e di mio padre.
Un giorno sarò costretta a cercare quel sorriso su foto stropicciate. Cercherò quelle care voci nelle registrazioni metalliche dei video, accarezzerò lo schermo cercando di raggiungere le loro mani.
Non posso impedirmi di immaginare mio padre steso su quel letto, le rigide dita intrecciate al rosario, il viso cereo. Immobile, freddo, sordo ai miei richiami. Non avrò più nessuno da chiamare "papà". Nessuno coltiverà più i bellissimi fiori del nostro giardino, nessuno si alzerà presto per curare l'orto e il frutteto con amore. Al mattino il suo cane andrà ad aspettarlo davanti al portone di casa, come ha sempre fatto, ma mio padre non uscirà mai più e non gli scompiglierà il pelo con una carezza. Nessuno verrà più a darmi un bacio sulla fronte mentre dormo.
Non posso impedirmi di immaginare mia madre stesa su quel letto. Lei, così forte, massiccia, inarrestabile. Anche lei, infine, soccomberà alla morte. "Ogni tanto penso che quando sarò nella tomba e pioverà, sentirò freddo." mi ha detto una volta. Questo pensiero mi distrugge.
Penso a tutte le loro storie e ai loro racconti, alla loro giovinezza, e la mia rabbia e la mia pena ruggiscono e lacerano il mio cuore. Non è giusto! Non è giusto che debbano morire!
Io li amo! Sono la mia famiglia. Vorrei sentire per sempre la loro voce e le loro carezze.
Vi voglio bene, mamma e papà.
Sab
13
Apr
2019
depressione
Ciao a tutti, ultimamente ho perso la voglia di fare qualsiasi cosa e di vedere le persone. Mi sento vuoto, mi sento di non aver raggiunto nulla nella mia vita. Sono sicuro che se sparissi in questo momento non se ne accorgerebbe nessuno e se anche qualcuno se ne accorgerebbe non gli interesserebbe. Vorrei per una volta trovare nella mia vita un briciolo di serenità un gesto di affetto e invece rimango qui a chiedermi se vale ancora la pena vivere cosi
Lun
21
Gen
2019
Il limbo nero di Ozymandias
Che cosa viene dopo?
Ricordo bene lo sgomento delle tante notti insonni che turbarono la mia adolescenza.
Il MALEDETTO limbo nero! Mi ci vollero anni per sconfiggere questo apparente paradosso concettuale conciliando una volta per tutte i mei dubbi in modo credibile.
PREMESSA
Ho sempre amato la logica e il ragionamento. Non ho mai aderito alle asserzioni per partito preso.
Trovo pace solo dalle conclusioni plausibili raggiunte attraverso passaggi chiari ed inequivocabili (un meccanismo molto simile ai teoremi e alle dimostrazioni).
Ritengo il metodo scientifico l’unico vero approccio sensato nella ricerca della verità , sebbene purtroppo io non disponga dell’istruzione necessaria a rispettarlo rigorosamente in ogni suo punto.
DA COSA NASCE IL LIMBO NERO?:
Cos’ha dato origine a quel mostro che mi ha perseguitato (più o meno) dai 13 ai 20 anni?
Nacque dalla necessità di farmi una idea del post mortem che potesse convivere con due conclusioni tutt’altro che comode alle quali all’epoca giunsi abbastanza faticosamente. Di seguito cerco di riassumerle sintetizzando i punti cardine alla base di entrambe:
1) DIO (SE ESISTE) NON PUO’ ESSERE COMPRESO NE’ IMMAGINATO
Come ormai noto, il pianeta terra rispetto al solo universo conosciuto è molto (ma molto) più piccolo di quanto lo sia un batterio rispetto a Giove. La proporzione NON rende giustizia (l’universo è in realtà molto di più) ma facciamo finta che sia sufficiente per semplicità di ragionamento/immaginazione.
- Come si può credere che un Dio in grado di creare l’intero universo somigli all’individuo di una popolazione che vive su una micro particella insignificante come la Terra? Come si può credere che abbia impiegato 7 giorni per crearla (per il resto del cosmo gli ci sono voluti triliardi di anni)? Come si può credere che esista un paradiso fatto a misura d’uomo nella quale un santo (sempre con sembianze umane) ci accoglierà per farci vivere beatamente ed in eterno? Non entro poi volutamente nel paradosso del libero arbitrio che non può logicamente convivere con l’onniscienza, altrimenti non finisco più di scrivere.
Mi riesce molto più facile accettare cappuccetto rosso ed un lupo (magari geneticamente modificato) con il dono della parola.
- Volendo immaginare una sorta di super entità creatrice dell’universo (che nulla avrebbe a che vedere con le fantasiose, omocentriche e semplicistiche versioni propinateci dalle varie religioni) e volendolo fare attraverso l’ausilio di proporzioni approssimative, sarebbe come accettare l’idea che un micro organismo dotato al massimo di un’autocoscienza minima e primordiale potesse comprendere appieno l’anatomia di un essere umano o il progetto di una nave spaziale. Sarebbe semplicemente al di fuori delle sue limitatissime risorse cognitive. COMPLETAMENTE fuori portata.
Per gli stessi motivi Dio non può esistere così come ci viene descritto, e SE esiste non può che essere qualcosa di tremendamente enorme, complesso e fuori scala da non poter neppure sperare di figurarcelo nella nostra più fervida immaginazione.
2)QUELLA CHE CHIAMIAMO ANIMA E’ SOLO L’EFFETTO DELLE REAZIONI FISICO/CHIMICO/BIOLOGICHE DEL CERVELLO
Tralasciando la parte fisica, che cosa siamo noi? Cosa riesce ad identificarci in modo NETTO se non le nostre sensazioni, i nostri pensieri, i nostri ricordi e la nostra sensibilità a quel che vediamo, tocchiamo e sentiamo?
Non riesco a definire l’ANIMA in modo diverso da ciò che ho appena descritto, che riassunto in una sola parola si chiama autocoscienza: La complessa consapevolezza di esistere.
Ciò detto, per quanto reputi affascinante l’idea che la nostra anima possa lasciare intatta il corpo e permanere in una non meglio specificata dimensione ultra terrena, non mi convince affatto!
Non mi convince perché SE COSI’ FOSSE dovrebbe rimanere inalterata ed insensibile a trattamenti fisico/chimici, limitandosi solo ad lasciare il nostro corpo una volta morti, ma sappiamo tutti che non è così.
Una persona sottoposta a psicofarmaci, oppure reduce da un incidente con lesioni ad una qualsiasi area cerebrale, non è più la stessa! Viene alterata irreversibilmente proprio la parte più intima che dovrebbe appunto corrispondere all’anima! L’individuo soggetto al trauma non pensa come prima, non ragiona come prima, non percepisce le cose come prima, non ricorda neppure il passato come prima (a volte non lo ricorda affatto)… insomma diventa a tutti gli effetti un’altra persona e la sua consapevolezza di esistere diviene via via più debole ed imperfetta quanto più grave è il danno subito.
Il fatto stesso che manipolando fisicamente/chimicamente il cervello si modifichi di pari passo l’autocoscienza per me è già quasi una dimostrazione del fatto che l’insieme delle nostre percezioni altro non è che l’articolato risultato chimico/fisico di ciò che avviene dentro al cranio (sinapsi et similia).
UNIAMO IL TEMA 1 ED IL TEMA 2
Tirando le somme, da ragazzo le conclusioni dei due temi mi facevano vivere nel terrore di un limbo, di un nulla, di vivere una breve vita seguita da un’eternità vuota.
Come avrei fatto ad immaginarmi un “dopo” accettabile? Una teoria che stesse in piedi e che andasse d’accordo con entrambi i punti???? Ci riuscii con la “teoria dell’inesorabile continuità della vita”, a cui giunsi dopo diversi anni di paranoie.
TEORIA DELL’INESORABILE CONTINUITA’ DELLA VITA.
Io sono nato agli inizi del 1985. Come tutti noi ho ricordi più o meno vaghi a partire dal 1988 (solitamente come saprete si hanno ricordi dai 2-3 anni in su).
Tantissime persone hanno vissuto/stanno vivendo/vivranno nello stesso momento in cui sto lo sto facendo io, intersecando quindi la loro linea temporale con la mia.
Invece un numero immensamente più grande di persone non mi ha mai intersecato, sono cioè nate e morte prima che io nascessi.
Sono cresciute, hanno amato, hanno sofferto, hanno combattuto e sono morte molto prima che io venissi al mondo, e tanti di loro come me hanno passato notti insonni nella paura, nell’ansia e nel terrore di ciò che sarebbe capitato alla loro anima (al loro IO più intimo) dopo la morte.
Tutto questo loro terrore io l’ho forse percepito o sofferto? NO! Quelli che verranno dopo di me lo percepiranno/soffriranno? NEPPURE!
Ognuno vive la propria minuscola finestra temporale senza accusare minimamente il peso dell’eternità già trascorsa. Una volta che il cervello è clinicamente morto, il complesso mix di interazioni che compone la propria anima svanisce irreversibilmente nel nulla sciogliendosi come una goccia immersa in un oceano dal quale non può più essere riestratta. MA TUTTO QUESTO NON CONTA E NON DEVE ASSOLUTAMENTE SPAVENTARCI!
Non conta perché la vita in generale (non la vita mia del signor Ozy Mario Rossi o dell’altro signor Sergio Bianchi ma l’autocoscienza di tutti gli esseri che stanno vivendo in quel preciso istante) permarrà in continuità e non soffrirà del vuoto precedente lasciato da altre vite (sebbene non vi sia alcun legame fisico o mentale fra le stesse).
Perché CONTINUITA’ INESORABILE mi domanderete? Il perché è ovvio provate a immaginare: cosa accadrebbe se tutte le forme di vita dell’universo si estinguessero improvvisamente? non rimarrebbe più neppure un essere senziente in tutta l’immensità dello spazio.
Supponete a questo punto di far trascorrere un miliardo di anni, in seguito ai quali un fenomeno spontaneo facesse rinascere un primo e nuovo essere.
Il lunghissimo lasso di tempo trascorso non nuocerebbe a nessuno, proprio perché non verrebbe PERCEPITO da nessuno. L’autocoscienza dell’ultimo individuo si spegnerebbe, ma IMMEDIATAMENTE si riaccenderebbe quella dell’altro nato un miliardo di anni dopo.
Nessuno percepirebbe/soffrirebbe il peso della pseudo eternità intercorsa , che quindi si esaurirebbe in un istante. Ecco perché parlo di INESORABILE CONTINUITA’. Perché gli eventuali buchi sarebbero inevitabilmente colmati.
CONCLUSIONE
Dopo la mia morte (IMMEDIATAMENTE dopo la mia morte) qualcun altro vivrà, qualcun altro si renderà conto di esistere e vorrà continuare ad esistere così come sarà. Devo solo accettare che quel qualcuno non sarò io e non avrà NULLA a che fare con me. D’altronde a me ha dato forse fastidio non aver nulla a che fare con i miei predecessori?
Giungere alle conclusioni di queste ultime 3 righe mi ha consentito di sconfiggere definitivamente il LIMBO NERO e vivere sereno.
Un sentito ringraziamento ai temerari che sono giunti fino a qui, e scusate come al solito per il pappardellone :- )
Ven
04
Gen
2019
Se finisce subito fa meno male
Salve a tutti, ho 15 anni e sono stanca: da ormai 4 anni nella mia famiglia non c'è più pace a causa di mia nonna che, dopo un'incidente in macchina, ha perso l'uso delle gambe e sinceramente anche del cervello. Il trauma del colpo l'ha infatti condotta ad una sorta di demenza senile che ha portato via la pace a tutti in famiglia.
Quando è accaduto l'incidente mia madre era alla guida e si sente in colpa per ciò che è successo e non c'è verso di farle cambiare idea. Da 4 anni mia nonna vive in casa nostra e, visto che non è autosufficiente, gli serve aiuto per qualunque cosa e di notte urla in continuazione i nomi di tutti i parenti vivi e morti che possiede.
Io ho il sonno profondo e non me ne accorgo ma i miei genitori sì, mio padre in particolare non sopporta questa situazione ma più di ogni altra cosa non sopportiamo più come mia madre è diventata: piange sempre, è irritabile a causa del sonno perso, perde spesso la pazienza con mia nonna ma non sopporta l'idea che venga mandata in un istituto per paura che muoia per incuria o per malattia.
Da un lato capisco il suo punto di vista ma dall'altro vorrei solo che tutto questo finisse: sono stanca di vedere mia madre distrutta dal senso di colpa e vorrei solo che mia nonna smettesse di soffrire. Io le volevo bene ma ora so che non è più lei e che è solo l'ombra di quello che era un tempo e se potessi vorrei poter fare in modo di porre fine alle sue sofferenze ma so che la sua morte peggiorerebbe solo le cose.
Mia madre dice sempre di non poter vivere senza di lei e che vorrebbe morire con lei. Non posso darle tutti i torti ma la situazione è ormai insostenibile da troppo tempo. Io vado bene a scuola, non ho più problemi di bullismo e ho degli amici ma tutto ciò non cancella il fatto che la mia vita familiare sia diventata un'inferno.
Abbiamo già provato a parlare con qualcuno ma quell'idiota dello psicologo non ha fatto altro che dare a mia madre farmaci a caso che le hanno dato solo più sonnolenza ma non hanno risolto il vero problema che ci attanagliava. Quando glielo abbiamo detto ci ha solo detto che per quello lui non poteva fare niente e che doveva essere mia madre a decidere cosa fare.
Adesso siamo di nuovo a un punto morto e io non ce la faccio più e vivo nell'amarezza da un pezzo. Non so più cosa fare e spero solo che la morte arrivi a sistemare tutto ma ormai è passato un casino di tempo e credo che purtroppo ne dovrà passare ancora molto, la morte è una vera stronza e non è mai in orario, arriva sempre troppo presto o troppo tardi.
Non so se qualcuno avrà mai il tempo di sentire questo sfogo ma avevo bisogno di sfogarmi in qualche modo visto che non ce la faccio più.
Sab
29
Dic
2018
Amici?
Se morisse in modo inaspettato e senza preavviso il padre o la madre del vostro migliore amico, voi lo direste al vostro gruppo di amici? con questo gruppo di amici l'amico orfano non esce mai, ma è conosciuto dai membri del gruppp perché, appunto, il vostro migliore amico.
Grazie