Tag: indipendenza
Ven
04
Gen
2019
Invidio chi si sposa col grande amore
Ho una invidia stratosferica per chi ha trovato il grande amore, equilibrato, sano e senza costrizioni e sta per sposarsi.
Ho 39 anni e pur essendo piacente, simpatica e piena di interessi ed amici, adoro i miei anziani genitori e pretendo rispetto per loro. Purtroppo, mi imbatto sempre in persone sbagliate o in pazzi retrogradi che scambiano una compagna per una schiava che sta a casa a fare da serva a loro generando figli, senza avere più altri interessi ed isolandomi dai miei affetti.
Voglio che un uomo si innamori perdutamente di me, che non mi chieda di cambiare, che apprezzi i miei difetti e pregi e che rida tanto assieme a me. Voglio sposarmi anche io, voglio condividere la mia vita con un uomo che me la rallegri e che sia pazzo di me ma che non mi limiti la libertà. Voglio viaggiare, litigare e fare pace, piangere e ridere, stare in silenzio e parlare a raffica con un uomo.
Non e' giusto che io sia single, non voglio sposarmi con chiunque ma vorrei farlo col grande amore.
Rimarro' zitella.
Mer
03
Ott
2018
Avere un lavoro
Avere un lavoro ti risolve la vita, qualunque problema tu abbia, se hai un lavoro puoi affrontarlo, puoi mettere da parte dei soldi, puoi realizzare pian piano i tuoi sogni, farti una famiglia o viaggiare con il tuo partner, comprare una casa, avere una tranquillità per il futuro. Ma come si fa quando si è come me? Mi sono laureata tardi e solo per poi scoprire che la mia laurea è carta straccia, volevo diventare insegnante, era il mio sogno, ma adesso hanno cambiato tutte le carte in tavola, dopo la laurea devi sborsare altri soldi per i crediti, poi per il tirocinio, e tutti sti soldi uno come dovrebbe averli se non lavora? Però se ti trovi un lavoro non puoi fare tirocinio o supplenze, perché devi essere inoccupato per poter essere convocato, ma quando poi ti convocano devi pagare viaggio e alloggio per spostarti nella regione in cui hai fatto l'iscrizione perché nella tua regione è tutto saturo, non c'è posto neanche a pregare dieci anni. Allora pensi di lavorare nel campo che hai studiato, ma anche per quello sai che dovrai fare un sacco di gavetta malpagata o gratis, e non si parla di mesi ma di anni prima di poter vedere uno stipendio decente, ma che dico, almeno al limite della sopravvivenza, e io non è che pretenda di essere coperta di soldi per nulla, ma quantomeno il minimo per pagarmi una stanzetta - manco una casa! - in affitto e andare via da una famiglia disfunzionale che non fa altro che aggravare il mio stato d'animo perché oltre ad essere separati i miei genitori sperperano un sacco di soldi senza preoccuparsi dei loro figli e del futuro a cui li costringeranno, perché quando avranno finito di sperperare e indebitarsi chi è che dovrà accollarsi tutta la baracca? Ovviamente io e i miei fratelli. Sono mentalmente esausta, sento voci da ogni parte, chi mi dice che devo perseverare e sacrificarmi per avere un buon lavoro, chi dice che devo buttarmi e accettare anche il lavoro a nero da cameriera per dieci ore al giorno a quattro spicci, tutti hanno consigli, ma nessuno ha mai una soluzione. Io il lavoro da cameriera l'ho anche provato, ma finita la stagione dei turisti io e gli altri che come me sono stati assunti a nero siamo stati buttati fuori dalla sera alla mattina (Letteralmente! Un giorno lavoravamo, e la sera ci dissero che la settimana dopo non saremmo più dovuti andare!), ma come si fa a farsi una vita in queste condizioni? Devi accettare un lavoro sfruttato e sottopagato e mettere anche in conto che da un giorno all'altro ti buttano fuori, non puoi progettare niente, non puoi mettere da parte niente, praticamente devi vivere alla giornata, ma che vita è? Quando ero piccola mi hanno riempito la testa di illusioni, mi dicevano che mi avrebbero mandata a studiare in america o chissà dove, che la laurea avrebbe aperto tutte le porte, invece sto qui a trent'anni e con un centodieci che non serve a niente, perché quello che serve davvero in questa società sono i soldi, soldi, soldi, sempre soldi, e io sono stanca, faccio una vita da reclusa perché non voglio chiedere soldi alla mia famiglia per fare le mie cose, non compro mai nulla, non voglio gravare sulle spalle altrui, ma non ce la faccio più, non è vita questa, non ho futuro e non so che fare, certe volte penso che vorrei sparire. Non ho mai chiesto tanto, non voglio ricchezze, non voglio il superfluo, voglio solo un lavoro che mi permetta di guadagnarmi da vivere, e so che esiste, perché tante persone intorno a me l'hanno trovato, e non capisco perché solo io non riesco a uscire da questo pantano, ho solo voglia di dare testate contro il muro e chiudermi in casa senza farmi più vedere da nessuno, mi vergogno davanti ad amici e conoscenti, anche se pure molti di loro sono disoccupati, ma almeno hanno più esperienza di me. Non sopporto più questa vita e questa ansia, BASTA!!!
Mer
03
Ott
2018
FURENTE
minchia ma porca puttana ladrissima, ma cosa cazzo ti passa per la testa?? cos'è questa fottuta smania di buttare tutto quello che trovi in giro per casa?!? Ma lo capisci che le mie cose non le devi toccare, ma come cazzo ti permetti?! I MIEI LIBRI NON SI TOCCANO, I LIBRI NON SI BUTTANOOOOOOO CHE NERVOSOOOOOO CAZZOOOOOOO
Mar
27
Feb
2018
Depressione per disoccupazione
So che è un problema vasto, che riguarda molti italiani, giovani e meno giovani. Si parla di scelte professionali legate al desiderio d'autonomia.
Io mi sento molto preparato sulle cose in cui so di essere specializzato e ricevo anche molti complimenti per questo, ma di fatto mai nulla di remunerativo e purtroppo il mio è un campo dove lavoro ce ne è pochissimo e soldi ancora meno.
Mi sento capace di fare solo questo mestiere (che è legato alla scrittura), ma sinceramente non vedo sbocchi e ho quasi 34 anni. Sono stanco e depresso. Tutto il resto lo odio oppure semplicemente non mi ci sento tagliato. Mi sento in un eterno vicolo cieco che conduce alla mezzetà e poi alla morte senza non essere riuscito a combinare un cazzo e, diciamocelo, oggi per combinare qualsiasi cosa se non hai soldi sei fregato.
Tutto ciò che ne risulta è un perenne senso di essere rimasto indietro nella vita rispetto a tantissime persone che conosco. E io non sono neanche una persona con particolari ambizioni tipo farsi una famiglia e sfornare figli, non ci penso proprio. Voglio essere indipendente e vivere per conto mio, tutto qui. Mi sento un figlio di papà per gli aiuti economici che mi dà mio padre, anche se in realtà mi ha sempre viziato poco e ad esempio non mi hanno mai comprato un'auto o un motorino (la patente però ce l'ho).
Mi sento bloccato e depresso e non riesco a trovare lo stimolo per far nulla, neanche vedermi con gli amici, figuriamoci provarci per una relazione o anche una semplice cosetta occasionale. Pian piano ho perso delle buone abitudini e passioni che avevo, vorrei riprenderle per rialzarmi e sentirmi più attivo, ma il peso della depressione è più forte.
Mar
23
Feb
2016
Mi sento una rincoglionita porca miseria!!!
Sì mi sento così. E sto cercando di cambiare in meglio eh?
Ho 27 anni e purtroppo nonostante io lavori, non riesco ad andare a vivere da sola ma mi sto impegnando per risparmiare e uscire di casa. Con i miei ho un buon rapporto. I miei genitori sono stati sempre molto apprensivi rigurado alla salute, soprattutto mia madre in gioventù e ora ci si è messo anche mio padre. Spiego meglio: non è che non mi hanno fatto fare esperienze anche in passato. Le mie vacanze da sola le ho fatte in adolescenza, sono sempre andata bene o male dove volevo, non sono due genitori invadenti.. quando sono via se ci sentiamo 1 volta ogni 2 gg è molto... però... però mi manca l'autonomia. Ovvero: c'è sempre stato qualcuno che, in situazioni di "Bisogno" mi accompagnava o mi veniva a prendere o mi portava o mi aspettava. Dovevo andare a fare una visita dall'altra parte della città? C'era papà che mi accompagnava. Dovevo andare a fare delle terapie all'ospedale (non gravi) c'era mamma che mi accompagnava "dai, ti ci porto io". Dovevo fare un corso in centro città ad un orario non proprio comodo, magari di volata o al pelo? C'era papà che mi portava e mi veniva a prendere. Da un lato ringrazio infinitamente i miei per la disponibilità nei mii confronti. Dall'altro lato mi rendo conto che in certe cose ora sono "limitata". Da dove si vede? Dal fatto che (soprattutto con gli spostamenti in macchina) sono paranoica. Se c'è da uscire con le amiche e le devo raggiungere da sola con la mia macchina chessò in un punto del centro scomodo dove magari c'è a fatica parcheggio inizio a "sudare" a pensare "oddio ma poi dove parcheggio? ma poi se non trovo cosa faccio? Chissà dove mi imbuco" e a volte sono arrivata anche a disdire, perché troppo impanicata. Ho amiche che girano con nebbia, neve, all'avventura... che prendono la macchina e per andare a lavorare si spostano km e km in macchina magari per fare corsi di aggiornamento. Per me è impensabile. Mai fatto fino ad ora (anche perché ho il bus comodo per il lavoro) e invidio la loro mobilità e facilità nell'affrontare situazioni del genere perché io invece sarei in panico. Prenderei o il treno o un pullman sicuramente. Ovviamente non sono limitata in tutto voglio dire, mi so arrangiare nella vita di tutti i giorni, però negli spostamenti in autonomia questa continua apprensione dei miei mi ha segnata. "Se c'è la neve non guidi al massimo ti porto io, c'è troppa nebbia non mi piace molto che esci con questo tempo, diluvia dai ti porto io lì". Diciamo che non c'è mai stato nessuno in famiglia che mi dicesse: "Devi andare lì? Arrangiati, prenditi la tua macchinina e vai" ma sempre qualcuno che per paura che io mi potessi incasinare o incidentare o... mi accompagnava. E alla guida me la cavo eh? Non è che ho difficoltà motorie o che non ci arrivo... quindi è solo questione di particolare apprensione nei miei. Non credo mi disistimino come capacità. Io vorrei essere più sciolta e affrontare le cose con più normalità e tranquillità cavolo. Rinunciare a delle uscite perché non ho la situazione comoda mi fa incavolare ma non posso farci nulla inizio a preoccuparmi. Sarà appunto che non ho mai girato molto da sola. Tendo sempre a preferire posti comodi da raggiungere, dove so che c'è parcheggio e non c'è bisogno di girare come degli scemi, posti in cui ho già fatto la strada e so bene come arrivarci. Se devo affrontare un viaggio nuovo ho sempre il navigatore altrimenti vado in crisi. Sono veramente un po frustrata per questa situazione e mi forzo e mi sprono invece ad essere più sveglia ma mi rendo conto che è difficile e mi arrabbio con me stessa.
Mar
15
Apr
2014
Piccola rivincita
"Lei non finisce mai quello che inizia."
"Lei non riuscirà a dare nemmeno un esame all'università."
"Lei è debole, non farà mai niente nella sua vita."
Parole dette non da colleghi, ma da mia madre, mio fratello e mia sorella. Gente che mi ha sempre riso in faccia. Che mi ha sempre gettato addosso colpe che non ho, solo per sottomettermi e farmi soffrire. Gente vile che non sa vivere.
A fine mese sarò l'unica laureata della famiglia, con probabilità di prendere 110 e lode. Chi ride per ultimo?
Ven
20
Mar
2009
Non ho mai detto la verità ...
Io la scuola la detesto da sempre ma per non deludere i miei genitori ho sempre continuato,anche dopo la bocciatura in terza,ma adesso ke sono in quarta,a due passi alla fine,dico basta e penso seriamente di mollare e di iniziare a essere indipendente!
Dopo appena possibile andrò ad abitare da solo e lì se mi renderò conto di aver fatto una bischerata lasciando la scuola farò uno di quei corsi per recuperare gli anni scolastici persi.
[finalmente ho "detto" ciò che penso!!!]