SantaDubito
Dom
01
Gen
2017
Not what i wanted.
Lasceró il mio cuore sulla porta e non diró una parola, come sai sono già state dette tutte.
Quindi perché non giochiamo, fingendo di non essere spaventati da quello che verrà dopo o di non essere spaventati dal rimanere senza niente?
Per favore, non mi dire di no, so che non c’è nessun domani, tutto quello che chiedo è
Se questa è la mia ultima notte con te, stringimi come se fossi più di solo un’amica, dammi un ricordo che io possa usare, prendimi per mano mentre facciamo quello che fanno gli amanti.
Mi importa di come finisce… e se poi non dovessi amare mai più?
Non mi serve la tua onestà, è già tutto nei tuoi occhi e sono sicura che i miei occhi parlino per me.
Nessuno mi conosce come te e se tu sei l’unico che conta, dimmi, ora, da chi dovrei correre?
Per favore, non mi dire di no, so che non c’è nessun domani, tutto quello che chiedo è
Se questa è la mia ultima notte con te, stringimi come se fossi più di solo un’amica, dammi un ricordo che io possa usare, prendimi per mano mentre facciamo quello che fanno gli amanti.
Mi importa di come finisce… e se poi non dovessi amare mai più?
Lasciamo che questa sia la nostra lezione d’amore, lasciamo che questo sia il modo in cui ci ricorderemo di noi.
Non voglio essere crudele o cattiva ne sto chiedendo perdono
Tutto quello che che chiedo è
Se questa è la mia ultima notte con te, stringimi come se fossi più di solo un’amica, dammi un ricordo che io possa usare, prendimi per mano mentre facciamo quello che fanno gli amanti.
Mi importa come finisce… e se poi non dovessi amare mai più?
Mer
14
Dic
2016
There's nothing to forgive
Ven
11
Nov
2016
La ragazza nello specchio
Ci sono quelli che credono nel destino e ti dicono che le cose dovevano andare così, che poi capirai il disegno, che nulla succede per caso, che le coincidenze sono segnali, che le persone entrano ed escono dalla tua vita perché il Grande Regista aveva già deciso.
Io credo che le cose succedano un po’ perché le hai meritate e un po’ perché le meriterai dopo averle fatte, che puoi rinascere mille volte e mille volte morire, che assumerti tutte le colpe non ti rende migliore, che chi ti vuole davvero bene non vorrebbe mai vederti soffrire, che quelli a cui vuoi davvero bene lo sentono sotto la pelle, lo capiscono senza ripeterglielo fino alla nausea. Credo che ogni inizio sia faticoso e bello, che ogni fine sia nostalgica, che non puoi conservare tutto, ma che quello che resta lo porterai sempre con te.
La sera è strano non avere nessuno a cui raccontare cosa mi è successo, eppure succedono così tante cose che non saprei da dove iniziare a raccontarle.
Ho pianto per tanti mesi, tutti i giorni, più volte al giorno. Non credevo che il mio corpo potesse produrre tante lacrime. Piangevo perché non potevo fare altro e tutto doveva passare e tutto doveva cambiare.
Mi sono venute le borse agli occhi, le occhiaie scure e tante nuove macchie. A volte mi guardo allo specchio e mi chiedo come ho fatto a invecchiare se ho vent'anni.
Ho chiesto a medici ed amiche come cancellare questi segni dal viso e mi hanno detto che non c’è altro da fare che portarli con me per sempre.
Eppure sono convinta che, se potessi ridere per tanti mesi, tutti i giorni, più volte al giorno, prima o poi potrei tornare a riconoscere quella ragazza nello specchio.
Dom
23
Ott
2016
Zuccherino Dolce
Ho usato un sacco di metafore per raccontare quello che mi è successo nell’ultimo anno. Ho scritto tanto, ma proprio tanto, su me stessa, i miei sentimenti, le paure, le ansie, le attese, i ricordi, i progetti, le speranze.
Il sito è un diario, una pagina bianca in cui metti te stesso, per me è sempre stato così.
È passato un anno e mi sono successe molte cose, belle e brutte, piccole e enormi, crudeli e dolci. Sono stata ferita, in modi meschini, sono stata fregata, usata, abbandonata ancora e ancora. Nei periodi in cui sei fragile ci sono due tipi di persone che ti stanno accanto: quelli che fanno di tutto per sorreggerti e quelli che fanno di tutto per affossarti. Succede per tutti. Io avevo anche questo enorme sfogo del forum e Santa si è messa da parte ed è arrivata Lei, e mentre per tutti Santa sembrava non cambiare mai, Lei è cambiata, ha fatto e detto cose imperfette, come me.
A un certo punto è finita una storia d’amore e ci ho messo del tempo per superarla. È' passato qualche altro uomo e qualcuno di importante ma poi non si è fermato. Così ho cambiato tutto, ho chiuso tutti i ricordi in una scatola e ho fatto finta di niente.
Torino secondo me ha il grande vantaggio di non farti mai sentire estraneo. A Milano se non sei nato lì non ti sentirai mai completamente del posto, mentre Torino è democratica, dà la cittadinanza a tutti. Sei di casa da subito o non appena hai i tuoi posti. Quando le persone ti riconoscono perché lavori in centro, quando conosci tutti nel tuo quartiere, quando la panettiera ti chiede dei fidanzati, quando nel bar dove fai colazione prima del lavoro iniziano a chiamarti "Fatina" per via dei capelli.
È' un po' di anni che vivo qui e non è sempre bello. Ci sono gli amici di sempre, pochi e d'occasione, gli amici di tutti e di nessuno, quelli con cui ti diverti ma non parli, ci sono le serate, il lavoro, le cose da fare, da vedere. Ma sei sempre sola con te stessa e vorresti scappare lontano, ancora più di così, magari vedere il mare, salpare su un cargo battente bandiera liberiana e non tornare più.
Ogni tanto, specialmente quando torno a casa, qualcuno mi dice sei cambiata, non sei più quella tutto pepe e un pò stronzetta, non sei cinica, sei forse meno brillante, meno strafottente, meno carismatica. Allora io penso che si possa cambiare sempre, anche superata l’adolescenza, che possiamo essere altri da noi in ogni momento, quando prendiamo martellate sui denti e sul cuore, quando siamo stanchi, quando la vita ci cambia attorno, quando vogliamo conoscere sapori nuovi, quando non ce la facciamo più, quando gli altri ci abbandonano.
Sabato ho preso un treno che non arrivava da nessuna parte e mi sono messa a leggere quel libro tanto bello che non riesco a finire. Fuori dal finestrino era tutto così brutto che avevi voglia di osservare il panorama dentro. A volte penso a quando ho preso il treno per venire da te e poi a tutti i treni della mia vita, quelli per scappare e quelli per tornare. C’è un sacco di vita in attesa sui treni.
E lo so che non sono più la stessa, non importa. Chi non si trasforma spesso muore. E chi resta sempre uguale mi spaventa, chi non ha le budella che si mescolano e creano nuovi dentro.
Stamattina non piove più, ma siamo stati presi in giro. Avevamo scambiato per primavera una cosa che non lo è. Come quando incontri un paio di occhi e ti sembrano quella cosa là. Che poi non è. E ci rimani anche un po’ male. Ma poi ti infili un golfino e aspetti. Non può piovere per sempre. Perché altrimenti vaffanculo.
Adesso vivo di espedienti, ho pochi lavori, pochissimi soldi, qualcosa da scrivere, un paio di chitarre, un gatto part-time, la mia bicicletta, qualche amico, uomini importanti e mai giusti, un buco nel petto e questo posto.
Sono morta un anno fa e adesso un po’ rinasco, mi alleno, cambio pettinatura, cerco di sorridere, non racconto più a nessuno i fatti miei, quando mi feriscono riparo con la vodka, ho una terribile paura nel futuro, ma dicono che significa essere vivi. Allora vivo.
Mer
12
Ott
2016
"Fabbro" is the new "idraulico"
Sono in negozio dalle 8e30 di stamattina, dei fabbri stanno finalmente sistemando sta maledetta serranda.
Ma di questo anche chissenefrega.
Il punto è che ce n'è uno caldissimo, ma proprio bollente, santa vergine!
Mi sventola davanti sto culetto mentre si inerpica su una scala, come nei migliori film porno si è appena sfilato la felpa che tirandosi su ha rivelato l'invito all'inguine, degli addominali paura e uno scorcio di pettorale.
Ha sti bicipiti che chiamate un TSO.
Faccio finta di farmi i fatti miei o guardare al massimo il lavoro che fanno e intanto ho i sudori freddi.
Perdoname madre por mi vidaHAHAHAHAHAHA. Io non ho una vita.
Mer
13
Lug
2016
Pensiero Breve
Scriviamo a centinaia di persone quello che vorremmo dire ad una sola, che nemmeno ci legge.
E ci sembra tutto normale.
Gio
23
Giu
2016
Regalo
Ho scritto alla persona che frequento:
"Ma io posso farti un regalo?"
Risposta sua:
"Se non me lo rinfacci si" con tanto di faccina che se la ride.
Dopo tale risposta medito di regalargli una corda per impiccarcisi.
Se regalo una purga capisce il messaggio secondo voi?
Gio
16
Giu
2016
Anche le Sante hanno i complessi
Ho il complesso dell'abbandono.
È sempre stato così, non so perché.
Da un po' di tempo ho cominciato a frequentare una persona che mi ha fatto ricordare cosa vuol dire amore (o almeno così pensavo).
Purtroppo io ho un carattere di m**** e questo lo sanno tutti, sono una gran testona, spesso litigiosa. Nella mia vita ho preso un bel po' di bastonate nei denti che mi hanno chiusa molto, sono diventata ispida, a tratti burbera.
Chi mi conosce bene però, chi è capace di restare vicino, sa anche che in fondo sono un cuore tenero, sono molto devota, facile al perdono, molto coccolona.
Recentemente la persona che frequentavo ha fatto un grande errore, ha fatto finta di abbandonarmi.
Per spiegarla in breve, abbiamo avuto una brutta discussione via messaggi e al posto di venire a chiarire faccia a faccia lui è andato a casa mia, di cui aveva le chiavi, ha ripreso le sue cose e ha lasciato le chiavi sul tavolo tirandosi dietro la porta, cosa che io ho scoperto una volta rientrata dal lavoro.
La discussione che avevamo avuto era stata effettivamente molto pesante, nonché l’ultima di una lunghissima serie, e lui attribuisce alla sua esasperazione all'interno della relazione il motivo del suo gesto.
Adesso, il motivo del mio risentirmi non è tanto il fatto che all'interno di una relazione uno possa essere tanto infelice da volerti lasciare, quanto più il modo in cui lui l'ha fatto, cioè riprendendosi le sue cose senza dialogo, senza dirmi nulla, neanche crepa. Inoltre il peggio è che questo gesto è stato fatto senza ponderare, ovvero l'intenzione non era davvero quella di chiudere la relazione ma era solo un gesto di stizza.
Ecco, io questa cosa non la accetto. Non è bello tornare dopo una giornata di lavoro e aspettarsi di trovare la persona con cui si vuole stare per discutere e invece, non solo non trovare lei, ma non trovare neanche le sue cose. Unica memoria del suo passaggio, la sua copia di chiavi lasciata sul tavolo.
Io questa cosa non l'accetto perché probabilmente lui quella sera è tornato a casa tutto tronfio del suo gesto pensando che così me l'avrebbe fatta pagare e il giorno dopo sarebbe ritornato, mentre io mi sono vista lasciata senza una parola.
Già normalmente questo sarebbe abbastanza, abbastanza perché, come minimo, quando ritorni, io ti faccia cagare sangue (scusate l’espressione colorita) al fine di insegnarti che certi scherzetti non si fanno.
Il punto è che con i sentimenti degli altri non si gioca, non si lascia per finta, non si minaccia di andarsene, non si può fare un gesto del genere pensando che l'altro non ne rimarrà ferito.
E io ci sono rimasta, madonna che trombata che ho preso.
Ora, nonostante abbiamo provato a proseguire oltre, non solo le cose tra me e questa persona vanno di m****, perché io mi sento insicura del nostro rapporto e non più al sicuro visto che potrebbe lasciarmi come ha già fatto da un momento all'altro, ma lui al momento si lamenta anche della mia estrema lontananza, senza però fare nulla per farmi sentire più al sicuro, ed anzi, continua a ribadire che se ha fatto quello è stato solo perché IO lo ho portato all'esasperazione.
Eh beh, certo, come poteva non essere colpa mia.
Secondo me però questo è stato un enorme colpo basso, nonché una bambinata clamorosa, molto più grave di qualsisi esasperazione, specialmente perché è un atteggiamento che aveva già manifestato: aveva già fatto il gioco del prendere la propria roba e andarsene e io gli avevo detto che se lo avesse rifatto non ci sarebbe stato ritorno. Ovviamente non solo lo ha rifatto ma ha anche mollato le chiavi.
E io me lo sono ripreso. BRAVA COGLIONA, lo so, fate pure i cori.
Io questa cosa non la concepisco, non la accetto proprio. La minaccia non me la farò mai andare giù. Io posso aver fatto qualsiasi cosa (e vi assicuro che non era nulla di particolarmente grave, era solo la milionesima discussione su una stronzata) ma tu non puoi in alcun modo fare finta di lasciarmi.
O mi lasci o non mi lasci. Vie di mezzo non ce ne sono.
O ci pensi bene e te ne vai e, davvero, io mi conosco, non ti biasimo, oppure rimani.
Il fare finta (per altro in un modo ignobile) è una pugnalata.
Ora, ditemi cosa ne pensate perché io nella mia chiusezza potrei essermi fatta sfuggire dei dettagli. Massacratemi.
Lun
09
Mag
2016
Un grande anno
Ho capito delle cose, ultimamente. Delle cose che erano lì, a ronzarmi nella testa da anni, ma che sembravano distanti, criptiche, complicate, inopportune.
Ho capito che ci sono stagioni della vita e sono tutte belle e impegnative ed emozionanti. Ma bisogna saperle accettare. E a me non andava proprio a genio di lasciare andare certe cose, così comode, così ribelli, così leggere, così appassionati.
Un giorno ti svegli, ti guardi intorno, e hai costruito delle cose. Non tutte reggono, non tutte funzionano. Il lavoro va e viene e ti angoscia, ti mortifica, ti dispera o ti gratifica sempre di più. Alcuni amici hanno fatto dei figli, hanno comprato automobili grandi, hanno iniziato a fare le ferie in montagna o al lago, altri passano le sere a guardare reality in TV, a girare il mondo, a uscire e a ridere tutte le sere.
Non fa male essere cambiati, essere cresciuti. Infilarsi a letto il sabato sera a mezzanotte sembra quasi una conquista: non devi più dimostrare niente, non devi più aggredire il mondo, non devi più trasgredire.
Anche se poi lo fai quando ne hai voglia e con più brutalità e con più torto e con più lentezza. E rimane la solitudine.
Non so esattamente cosa volessi dire.
Non credevo che la mia vita sarebbe stata questa. Ma poteva andarmi peggio.
Ho passato tanti anni ad avere fretta. Sempre di corsa. Sempre di corsa.
Avevo fretta di vivere, di provare, di sentire, di fare tutto tutto e allo stesso tempo di avere la mia calma, la mia normalità, la mia tranquillità.
Sempre di corsa. Sempre di corsa.
A volte arrivavo prima. E magari il portone era chiuso e dovevo comunque aspettare che qualcuno mi venisse ad aprire.
Per colpa di desideri o di sensazioni sbagliate, ho passato tanto, troppo tempo, circondata da persone che non mi hanno fatto bene. Ho usato parole belle che si sono consumate in fretta e allora mi sono nascosta nelle parole brutte o nei silenzi violenti, faticosi.
Sono scappata innumerevoli volte e non sono tornata quasi mai, perché ho sempre considerato i ritorni dei fallimenti.
Adesso forse sono un pò adulta e capisco e non ho fretta e aspetto e scelgo. Soprattutto scelgo. Le persone, i colleghi, i posti, gli affetti, l’amore.
Anche l’amore diventa diverso, quando capisci delle cose.
Ho desiderato tutta la vita uomini che non potevo avere o uomini che fuggivano o uomini tormentati, strambi, eccentrici, figlidiputtana.
Ho passato la vita a rincorrere l’uomo che mi facesse vivere continuamente con le farfalle nello stomaco, che mi diceva no, no, non posso, non voglio, non voglio stare con te, non posso stare con te, non so se ti amo, non voglio amarti. Un passo avanti, due passi indietro. Un passo avanti, due passi indietro.
Non so perché l’ho fatto. Per sfida, per paura, per rivalsa nei confronti della vita. Volevo che, dopo tanti rifiuti, qualcuno cambiasse idea, mi amasse. Era come vivere in un romanzo di quelli incasinati e dolorosi ed io speravo sempre nel lieto fine, nella svolta, nella rivincita su chi era stato crudele, nell'amore che arrivava e sconvolgeva e salvava. Sempre.
Ho passato la vita a cercare la metà della mela. Perfetta. Precisa. Ho fatto un po’ di strada con uomini speciali, ho costruito castelli, case, sogni, desideri. Poi è tutto finito.
Passi tutta la vita a idealizzare l’uomo giusto, il principe azzurro, l’artista bello e dannato e poi ti innamori di un esattore delle tasse o di un maestro elementare o di un metallaro quarantenne dai capelli lunghi.
Però è lui a non innamorarsi di te e cominci a capire di essere diventata tu quella tormentata, stramba, eccentrica, anche se fortunatamente non figliadiputtana.
Capisci che sei cambiata tanto ed è diventato difficile farti amare, che gli stronzi non avevano mai voluto ne te, ne il tuo amore ma che ora, i gentili, i buoni, non ti vogliono perchè non sei abbastanza.
Quello che sei non è abbastanza, hai perso troppo tempo dietro alle persone sbagliate, hai dato troppe volte il tuo cuore e ora le persone giuste non lo vogliono più, nessuno lo vuole il tuo cuore consumato, nessuno lo vuole il tuo amore di seconda mano.
Fa così male.
L’amore è la cosa più ridicola e bella e dolorosa che ti possa capitare.
Ad un certo punto lo accetti e impari.
Impari che non è necessario riempire i vuoti e avere fretta. Non è necessario accontentarsi e rinunciare ai propri sogni e bisogni e mettere i tuoi sentimenti e i desideri in un cassetto.
Impari che se non credi in te stesso, nessuno crederà in te, che se non impari a stare da solo, nessuno starà bene con te, che se non impari a godere delle cose che hai, non sarai mai sazio.
Ho capito che non bisogna dare agli altri illudendosi che un domani diano a te.
Ho capito che c’è ancora tanto lavoro da fare.
Ho capito che tutto passa .
Ho capito che l’unico amore per cui vale la pena di lottare è quello che ti dice “Voglio stare con te. Anche se fa paura, fa male, è difficile, è complicato, io voglio stare con te”.
Ho capito che senza di te spariscono i colori.
Ho capito che bevi troppi caffè perché hai fretta di vivere.
Spero che sia un grande anno. Il migliore.
Spesso ho la sensanzione che lo sarà con te.
Ven
01
Apr
2016