enry80
Ven
30
Ott
2015
L'uomo che lasciĆ² se stesso.
Quante volte ha cercato di avvicinarsi a lei, con una mano sfiorarla in quel letto gelido di sentimenti. Ogni volta inafferrabile, sorda, distante da ogni suo tentativo. Quante volte si è illuso di essere sulla strada giusta, cercando di riconquistarla, con una formula matematica, un'esatta combinazione di elementi, una scontata successione di azioni.
L'ho visto stancarsi, lasciare quel freddo materasso con lei girata di spalle, che finge di non piangere, le labbra che tremano per lo sforzo di non farsi scoprire. L' ho osservato correre a rinnovare se stesso; impegnarsi per essere migliore ogni giorno. L'ho ascoltato, non lamentarsi più di nulla; dare a lei un giusto consiglio solo quando aveva bisogno. Ho scattato una foto quando le ha regalato una rosa, senza motivo, in un giorno qualsiasi; quando le ha fatto un piacere in un momento scomodo, anche se non aveva voglia. Ho dipinto su tela i suoi occhi, illuminati, quando mi sono accorto che aveva capito che per riconquistare una donna occorre essere migliore ogni giorno, donare se stessi senza mai desiderare nulla in cambio. Ho completato il quadro e l'ho regalato a lei, mostrandole il suo nuovo amante.
Dario...
Mar
27
Ott
2015
La fata rinchiusa.
Abita da tempo in una torre, guarda dall'alto la via che ha percorso per raggiungere la sua dimora. Un lungo muro di cinta con un camminamento rialzato ricco di difficoltà ed ostacoli. Qualche volta pensa al sentiero che l'ha condotta al presente; rimpiange di avere praticato quella strada troppo presto, in fretta, correndo, schivando gli eventi e gli imprevisti, nascondendo l'amarezza dietro un sorriso. Ha iniziato presto a separarsi dalla spensieratezza delle sue coetanee tralasciando momenti che non torneranno mai. Si sente rinchiusa da troppo tempo in quella dimora disordinata ma, al tempo stesso, confortevole e protetta dall'amore che è stata capace di regalare. L'intreccio degli eventi della vita ha creato un ginepraio fronte alla porta di ingresso. Vorrebbe districarlo ma, ogni volta, è intimorita dalla grandezza della pianta e dalla sua continua crescita. Gli arbusti sono sempre più intricati e si nutrono delle sue mancanze.
Ha un grande specchio diviso un due; In una parte può vedere com'era, nell'altra guarda se stessa nel presente. Ogni giorno, viene ingannata da un falso riflesso vedendosi più brutta e triste di un tempo. Forse dovrebbe cercare di non lasciarsi trascinare dalla vita, trovare dentro di se la forza di reagire, quel tanto per avere ancora tempo per se stessa.
La vedo come una fata; dolce, bella, speciale, in grado di regalare passione ed amore. Una fata imprigionata che nessuno salverà mai. Ha una grande forza di volontà. Regala consigli e parole di conforto a chi ne ha bisogno senza rendersi conto che proprio nelle stesse c'è la soluzione per tagliare le radici che la trattengono.
...spell.
Ven
23
Ott
2015
La principessa in bianco e nero
Bella nel viso quanto nelle forme, gentile, premurosa, dolce e delicata ma, ahimè, rinchiusa in una scatola dei menestrelli in bianco e nero. Un vecchio televisore anni cinquanta le mostra la vita, in una moltitudine di sfumature di grigio. Ha saputo distinguere l'esatta differenza tra il bene ed il male, ciò che è giusto e sbagliato tralasciando le infinite sfumature degli altri colori. L'arcobaleno è rimasto troppo tempo nascosto dalle nubi dei suoi timori, si è difesa dalle paure scappando da ciò che non conosce.
Il suo principe non varca mai i confini del vecchio schermo, premuroso, attento ma, privo del vero coraggio di esplorare la nuova tecnologia. Il solito vecchio film si ripropone, pieno di attori giusti e ed educati, con il loro modo di condannare gli sbagli di una generazione a colori.
Solo vedendo la bellezza dello spettro della luce è possibile capire quanta vita c'è al di fuori del grigio.
Probabilmente un giorno sara più forte, abbandonerà il principe azzurro e scapperà con il guerriero della vita, colui che ha vissuto veramente la felicità e la tristezza; il guerriero la prenderà per mano dimostrandole che per lui la paura è morta ormai da tempo. Colui che avrà il coraggio di mostrarle che per vincere la paura del buio, occorre camminare nella direzione delle tenebre...Criseide...
Gio
22
Ott
2015
Il Conte
Lavora in un ampio ufficio adornato di trofei che lo rappresentano. In una casa realizzata in modo da essere sempre perfettamente illuminata, un'architettura studiata nei minimi dettagli; la posizione delle finestre strategicamente disposta permette alle sue opere di essere esaltate dalla luce della stella che ci alimenta. Arriva al mattino ad un'orario da lui deciso, varia di giorno in giorno solo per non cadere nell'abitudine. Una pantera cromata sul cofano risalta in mezzo alla vernice verde metallizzata. Interni in pelle chiari, ed un impianto stereo di qualità confortano il Conte nel tragitto verso il lavoro. Arriva dopo le sue segretarie, donne bellissime lo accolgono ogni giorno, giornale e caffè sulla scrivania, appuntamenti importanti del giorno, telefonate, sono una minima cosa rispetto all'importanza del lavoro del Nobile. Sull'elegante scrivania un progetto attende di essere approvato, siglato con le sue iniziali: mmHg. sopra la testa, attaccata al muro, la sua laurea incorniciata. Premi e riconoscimenti per i lavori svolti nella vetrina di fronte e, qualche volta, mentre li osserva vede nel vetro la sua immagine riflessa, ripensa alla sua vita. I momenti dolci della sua giovinezza, le scelte giuste,i successi, la consapevolezza di aver vissuto come molta gente desidera, come pochi sono riusciti, come gli stolti, giullari, cantastorie, inutili narratori di eventi inventati non possono nemmeno immaginare... il Conte mmHg.
Mar
20
Ott
2015
La Strega
Comunica nel mondo virtuale riparata e protetta dal monitor ma, al tempo stesso, mostra in queste occasioni la sua vera natura. Forse in passato è stata posseduta dallo stesso demone che ho conosciuto nelle notti insonni e turbolente. Giovane e bella ed al tempo stesso cattiva e spietata. Seduta sulla sua poltrona di pelle nera, avvolta in un vestito aderente che sfoggia quando perfidamente attacca i suoi avversari. Ferisce i tasti con le unghie affilate mentre scrive. lo smalto è colore del sangue, un pigmento rubato alle anime di quelli che hanno tentato di sedurla. Quando la luce entra dalla finestra e le illumina il viso, è possibile intravedere il teschio in trasparenza. Ha occhi profondi di un colore che muta continuamente, perché assorbe quello della sua vittima. E' cosi bella e curata che potrebbe sedurre qualsiasi uomo con un solo movimento. Le sue labbra sono di un rosso scuro, lucido, perfetto, compatto, omogeneo; quando le apre, lentamente, esce un veleno che uccide lo sventurato che ha sotto tiro. Le tiene compagnia un gatto nero, che si struscia sui suoi tacchi a spillo, arrotola la coda su quei trampoli che indossa per schiacciare le volontà maschili. Esiste anche nel mondo reale e si nasconde dietro la maschera di una brava ragazza. Non posso sapere se è così forte come vuole far credere, sembra invincibile quando tenti di combatterla a parole. Probabilmente non la incontrerò mai.Voglio chiedere al demone di portarla da me, una notte. In modo da avvicinarmi quanto basta per prenderla, toglierle quelle armi che usa per ferire, infine, guardarla raccogliere le certezze crollate, mentre tengo in mano il suo cuore di polvere...
...la strega Meaow.
Gio
15
Ott
2015
Demone -parte seconda-
Il Demone -parte seconda-
Guardo in basso e vedo le mie gambe di bambino, mentre cammino lungo il vialetto di mattonelle rosse, che porta dal magazzino alla casa dove abito. Alle mie spalle il giardino, con il suo buio intenso e intricato, tra i rami delle piante, quasi a formare una grande ragnatela. Il vento soffia verso di me e si infrange contro le foglie della foresta oscura, generando un suono che mi fa pensare al respiro di una presenza ostile. Avevo dimenticato la mia macchinina nel magazzino dove spesso, nel pomeriggio, mi fermavo a giocare. Non potevo chiedere ai miei genitori di accompagnarmi, sicuramente non avrebbero mai assecondato l'esigenza di un recupero immediato, piuttosto un eventuale salvataggio il mattino seguente. Il prezioso modellino è nella mia mano destra mentre, con passo spedito, mi allontano dalla vecchia porta in legno ormai deformata dagli anni e dalle intemperie. Nella sinistra, stringo una vecchia torcia in metallo argentata con una lampadina a filamento che si accende e si spegne continuamente. La agito, ogni tanto, per creare un minimo di contatto elettrico tra le connessioni interne. Inavvertitamente, illumino il grande albero vicino alla casa, il quale, offre riparo per la notte a gran parte degli uccelli che vedevo posarvisi durante il giorno. Alcuni di questi, spaventati, si alzano in volo, battono le ali contro le foglie della magnolia che, cadendo, mi colpiscono. Inizio a correre, i rumori sembrano più forti, insistenti, la notte più scura, ho la senzazione di essere inseguito. Sono poco distante dalla porta a vetri di casa mia e la luce che la attraversa timidamente, va ad illuminare la soglia. La piccola salita realizzata da pietre accostate è scivolosa, cado e purtroppo perdo la torcia la quale, rotolando verso il buio, viene inghiottita dalle tenebre. Lentamente la lampadina si spegne e lascia svanire ogni possibilità di recupero. Il giocattolo è con me, lo stringo forte ma sono attratto dall'infinita tenebra alle mie spalle. Guardo in quella direzione ed il tempo sembra fermarsi, sono bloccato, impaurito, ed incapace di raggiungere la maniglia. Il mio sguardo si perde nel vuoto, nelle tenebre, attirato da quella voce che ruba ogni speranza, chiudo gli occhi...
Osservo la mia mano forte sulla maniglia, chiudo la porta e me ne assicuro. La macchinina, salvata dal mostro che mi inseguiva, porta i segni di quella caduta sulla piccola salita, che mi separava dalla salvezza. Ora si trova nella mia tasca, al sicuro, pronta per il viaggio di ritorno. Guardo in basso, le gambe sono più mature e forti. La torcia con la lampadina a filamento ha lasciato il posto ad una moderna, dotata di led cree. Proseguo deciso lungo la strada, arrivo alla vecchia e grande magnolia e ricordando gli avvenimenti passati spengo la luce per non disturbare chi vi riposa. Non la accenderò più d'ora in avanti. Non ne ho bisogno, ora guardo il buio intensamente, nel profondo intreccio tra i rami, mentre avanzo deciso ad affrontare chi mi spaventò nel passato. Non ho armi, non mi servono. Solo il coraggio assieme all'adrenalina data dalla sfida. Sono vestito con lo stesso mantello di terrore, sicuro di aver preso il posto delle creture della notte; trascino un carico di orrore verso l'ignoto. Nello stesso vialetto, la medesima paura di un tempo, viaggia nella direzione opposta generata da chi un tempo l'ha vissuta. A tutti quei mostri che nell'infanzia mi incutevano preoccupazione, ovunque celati in quelle persone che mettevano in dubbio le mie capacità e forza di volontà. Fingevano di preoccupasi delle mie azioni, dei miei pensieri mettendomi in allerta da mille falsi, possibili, pericoli. Diffondevano il timore, l'incertezza ,l'indecisione, promuovendo angoscia e nutrendosene. Dico di restare in guardia! Mi diverto nell' avanzare lentamente nella fitta nebbia del male, per dare loro modo di assaporare il momento che precede la fine, ed al tempo stesso, con passi sempre più decisi, per non dargli scampo. Se è vero che da fanciullo avevo una speranza di salvezza, correndo verso la luce, è altrettanto vero che oggi questi malvagi sono perduti e senza riparo. Guardate, nel poco tempo che vi rimane, alle vostre spalle; potete scorgere il vuoto di un precipizio senza fine, la terra che si sgretola sotto di voi e davanti, solo le tenebre, cariche come le nubi che avanzano, spinte dal vento, prima della tempesta.
Tutto ritorna. Io sono tornato per voi...
Mar
13
Ott
2015
Voglio
Voglio portarti via dal tuo posto di lavoro senza dire nulla, entrare e trascinarti fuori senza spiegarti il perchè, poi via in macchina verso il mare. Voglio toglierti il costume mentre facciamo il bagno e lasciarti in acqua fino a sera. Voglio portarti a casa tapparti la bocca, quando mi chiedi spiegazioni. Spingerti sul letto e baciarti sul collo. Spogliarti e metterti fuori dalla porta, nuda, sul pianerottolo, suonare il campanello del mio vicino e chiudere la porta. Fermarmi ad osservare dallo spioncino la tua vergogna. Voglio farti entrare e dirti di andare via. Lanciare i tuoi vestiti giù dalle scale.
Voglio raggiungerti il giorno seguente per la strada e farti fare tardi al lavoro.Voglio chiudere le porte dell'ascensore quando stai arrivando, voglio rovesciarti il caffe addosso, Voglio toglierti una scarpa mentre tenti di darmi un calcio poi buttarla dalla finestra, lanciarti l'acqua che hai nel bicchiere, quando ti volti per andare a recuperarla, ed infine sparire.
Voglio il tuo odio, sentirti dire che è tutta colpa mia, sapere che non mi parlerai mai più, e che te ne sei andata per sempre; perché, in verità tremo. Quando ti sono vicino e per il fatto di non poterti avere. Tremo all'idea di innamorarmi di te...
Mer
07
Ott
2015
Il Demone
Il Demone -parte prima-
Mi sveglio nel cuore della notte, rimango in attesa qualche minuto mentre mi domando quale sia il motivo che mi ha tolto dal sonno. Non ho sete e nemmeno altri bisogni...mi sono svegliato e basta.
Strano, forse è quasi l'alba e tra poco suonerà la sveglia.
Nella stanza regna un buio pesto, non filtra nessuna luce attraverso la finestra, so di non avere abbassato completamente la tapparella; possibile che i lampioni per la strada siano tutti spenti? E che la luna piena, che mi accompagnava nel sonno, sia scomparsa improvvisamente?
Cerco il cellulare sul mio comodino, se riuscissi a trovarlo potrei accenderlo per vedere che ore sono; tocco e mi sposto con la mano ma niente da fare, non riesco a raggiungerlo. A questo punto non mi rimane che accendere la luce: l'abat-jour doverbbe essere sul bordo e l'interruttore proprio li vicino... ecco, trovata! Click... strano, non si è accesa bene, poca luce proviene dalla lampadina, come se la corrente non fosse sufficiente ad accendere completamente il filamento, il quale appare di un color rosso chiaro, decisamente troppo poco per vedere. Mentre sono immerso nelle mie considerazioni, l'intesità luminosa, già molto scarsa, inizia a calare. Si affievolisce sempre più finchè decido di ripremere il pulsante per spegnerla e riaccenderla, ma non c'è nulla da fare, non ne vuole sapere, buio assoluto. Per quanto cerchi di sforzarmi non riesco a vedere ad un palmo dal naso. Sono costretto ad alzarmi per raggiungere l'interruttore generale della stanza che farà accendere il lampadario, o almeno dovrebbe.
Scendo dal letto e come se non bastasse non trovo le ciabatte; pochi passi mi separano dalla meta, ma avverto un freddo insistente, congelante, non mi ricordo di aver avuto mai una senzazione del genere.
Faccio scorrere la mano sul muro alla ricerca dell'interruttore, sò esattamente dov'è, è sempre li, dico a me stesso, con pochi spostamenti lo raggiungo... click... come? Non si accende nulla, che manchi la corrente?
No, c'è qualcosa che non va, ne sono consapevole, è irreale, il freddo aumenta, è pungente! Il silenzio sembra volermi ricoprire. Mentre le tenebre mi avvolgono sempre più dense, fitte come una nebbia autunnale, quasi stringendomi in una morsa malvagia, percepisco che qualcosa sta per succedere. Mi sento braccato, l'estrema condizione che vivo è un presagio dell'avvenire poco distante. Un'entità, una forza malefica, un essere soprannaturale mi da la caccia; fermo immobile nella stanza percepisco solo il demone che si avvicina. Devo stare in guardia: racchiude in se le mie paure, i miei pensieri, i miei dubbi e se ne nutre, alimentato da ciò che mi spaventa. Corre inarrestabile nella notte scivolando su un urlo sordo; accelera verso la preda in maniera spaventosa. Non sono nelle condizioni migliori: non vedo nulla, ho freddo, sono scalzo e vestito a malapena.
Mi rendo conto di non avere il tempo di sistemarmi, inoltre il buio che regna sovrano nella stanza rende irraggiungibile qualsiasi oggetto e indumento, l'orientamento è irrecuperabile... tra pochi istanti sarà sopra di me e mi investirà con tutta la sua forza, non ho scampo, devo rimanere, lo devo affrontare e devo vincere.
Chiudo gli occhi, stringo forte le mani a pugno, mi carico di un'energia che non credevo di possedere, il calore sprigionato dalle mani sale e mi avvolge completamente; i miei piedi sul pavimento si riscaldano, come tutta l'aria attorno a me , sento di essere al massimo della forza e della concentrazione.
Con un movimento deciso, potente, carico di energia, scatto nella direzione giusta, giudato dalla parte più intima dell'animo e blocco il demone che si trova dinanzi a me deciso a portarmi nel suo mondo di terrore. Non capisco che forma ha, il suo aspetto, la sua esatta fisionomia, e sinceramente nemmeno mi interessa. L'adrenalina è ad un livello considerevole, alimentato dalla mia decisione e fierezza continuo la lotta. Ora è lui ad essere braccato, non ha scampo, la situazione si è ribaltata; la collutazione è velocissima, intensa, quando dopo poco ecco finalmente la via d'uscita. Si mostra di fronte a me, la finestra illuminata dalla luna, ora misteriosamente apparsa, solo leggermente celata della tenda. Il malefico è stretto nella mia morsa, stringo i suoi arti superiori che cedono sempre più. Il movimento da compiere mi sembra ovvio, con una rotazione di schiena lo scaglio violentemente verso la finestra che andando in frantumi, lo lascia cadere per sempre nel vuoto. La calma si adagia pian piano nella stanza che non conserva più nessuna ostilità ed io ne sono pienamente consapevole. Non mi rimane che accendere la luce, quella generale, tutto avviene nel più semplice dei modi, ordine e serenità: il peggio è passato. Non mi soffermo troppo sul fatto che la finestra è stranamente intatta. Posso tornare a dormire, rimango con la sola luce della abat-jour che questa volta, comportandosi in maniera degna, mi accompagna nelle piccole fasi di assestamento nel letto. Posso tornare a dormire, cullato da quella tenebra ormai divenuta amica. La luna entra ancora nella stanza, mi illumina: veglia su di me? O sono io, a vegliare su me stesso, mentre lei semplicemente mi indica come vincitore? Posso addormentarmi fiero di essere un eroe, il re del mio regno, in cui nessun malvagio saprà sconfiggermi, riuscendo a farmi perdere la fiducia. A tutti coloro affamati di umani dubbi e angoscie che cavalcano la notte cercando di far precipitare i dolci sogni nel peggiore degli incubi... Io sono qui che vi aspetto, se avete il coraggio, svegliatemi!
Sab
03
Ott
2015
Mi piace
Mi piace uscire prima di un temporale, di una tempesta, guardare la gente che corre, scappa a rifugiarsi da chissà quale orrore. Ho osservato impassibile pesone piangere per la grandine caduta sulla loro macchina. Mi piace osservare gli ultimi istanti di vita di un essere, consapevole di non potere nulla davanti alla morte, quando si rilassa e si arrende all'inevitabile. Mi piace rimanere impassibile alle provocazioni della gente, guardarli negli occhi mentre tentano disperatamente di innescare una mia reazione ed infine osservarli costretti ad arrendersi. Mi piace concentrarmi sugli occhi di un'avversario prima del combattimento, vedere alcuni andare avanti di sola adrenalina, lo sguardo fisso, bianchi come il latte perchè non respirano a sufficienza. Mi piace affrontare chi non posso vincere per capire dove posso arrivare. Mi piace trovare il limite in pista, cadere per averci provato e rimanere sospeso nel vuoto per quei brevissimi istanti, lasciarmi andare senza opporre resistenza. Mi piace distruggere un mio oggetto o far credere di averlo fatto quando un collega o un amico finge di danneggiarlo aspettare la sua frase di sdegno. Mi piace fare quello che non dovrei ed al tempo stesso mascherarlo, in modo da alterarlo o nasconderlo. Mi piace cambiare le carte. Mi piace percepire la paura degli altri, guardare chi scappa dall'edificio durante il terremoto, mentre si spingono uno con l'altro per raggiungere l'uscita e non si rendono conto che le vibrazioni sono già finite. Mi piace quando salta la corrente vagare nell'oscurità mentre tutti cercano disperatamente la luce. Mi piace dimostrarle che esiste tutto un'altro mondo, lasciarla innamorare, andare via, perderla, per capire quanto in realtà mi piaceva, piangere per lei. Mi piace rifiutare le offerte, le promozioni, le tessere punti, e lasciare incredule quelle persone che cercano disperatamente un nuovo cliente. Mi piace non rispondere al telefono, lasciarlo suonare all'infinito, non farmi trovare. Mi piace creare un'istante tutto per me, con il cuore che batte forte, arrivare al limite del panico, recuperare la situazione, salvarmi per un pelo quando il tempo stringe. Mi piace rifiutare un premio senza dare spiegazioni. Mi piace non aver paura di quello che normalmente si teme,rinnovare ciò che è vecchio, non essere legato ai miei oggetti,non farne parte, lasciarsi andare, essere consapevole, sapere che un giorno non ci sarà più nulla, non lasciarmi condizionare, sapere che tutto è in equilibrio, essere me stesso...
...quanto mi piace.
Gio
01
Ott
2015
Sembro una brava persona
Sono sempre andato male a scuola. Se i miei insegnanti cercavano di spronarmi io ,volontariamente, smettevo di studiare la loro materia; non mi interessavano le conseguenze. Le poche ragazze che mi sono piaciute non le ho conquistate. Ho iniziato l'università ma non l'ho terminata, i miei genitori hanno speso soldi inutilmente ed io non mi sento in colpa. Ho praticato alcuni sport senza risultati degni di nota, conseguentemente, ho smesso quando altri mi dicevano di continuare. Ho un lavoro che mi fa schifo e spero di perderlo, ed i precedenti non mi piacevano. I miei genitori non mi sono simpatici. Sto bene senza i miei amici, spesso me ne vado dal gruppo senza dire nulla. Sto bene da solo. Non me ne frega nulla di quello che capita nel mondo, dei fatti di attualità, della fame nel mondo, di quello che è giusto e sbagliato, delle persone che soffrono. Non me ne frega nulla degli altri.Non voglio cambiare e non mi interessa il fututo, il passato l'ho dimenticato. Gli altri mi chiedono favori e spesso li accontento, li guardo sono cortese e sorrido ma vorrei si arrangiassero, vorrei andassero a quel paese. Le donne spesso mi sono antipatiche, Io mi sono antipatico e non mi piaccio allo specchio. Non mi piacciono i cani, non li posso vedere, così come non sopporto l'amore per gli animali.Non desidero nulla e non voglio regali mentre spesso mi vengono fatti. Sorrido sempre e sono gentile con tutti, non mi aspetto mai nulla dagli altri.Non mi lamento mai, e non mi piacciono quelli che lo fanno perchè spesso non fanno nulla per cambiare la loro situazione. Vivo ogni istante cercando un'emozione o una sensazione se non la posso avere faccio di tutto per crearla, le conseguenze non mi interessano! Io non merito nulla, non sono importante o speciale, farò di tutto per cancellare ogni ricordo di me e distruggerò ogni oggetto che mi appartiene. La cosa più bella è la speranza di non esistere e di essere dimenticato.
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