Ozymandias
Mer
06
Feb
2019
L'indice sinistro
Al giorno d'oggi con Google si riesce a sapere tutto, o quasi.
Sta però di fatto che, da sempre, quando mi capita di subire una critica svilente, un attacco verbale o una qualsiasi offesa che mi porti a tossici pensieri di autocommiserazione, percepisco un fastidio all'ultima falange del dito indice della mano sinistra.
ROBA DA MATTI LO SO! non me lo sono mai spiegato neppure io. Nei momenti di profonda tristezza spunta questa percezione fisica che è un po' un misto fra prurito e dolore (una sorta di fastidio), ma solo e soltanto nella punta dell'indice sinistro! in tutte le altre dita niente di niente.
Ho cercato nella rete con diverse combinazioni di parole chiave trovando solo quanche sito pseudo-esoterico di quelli per santoni (che però in questo momento non riesco manco a ritrovare) che accennava alla cosa ma in modo incompleto e specialmente attribuiva ad ogni dito uno stato d'animo (peccato che invece a me capiti solo per l'indice sinistro e solo durante i picchi di tristezza).
Quindi mi rivolgo pure a voi: qualcuno prova o ha mai provato qualcosa di simile?
Lun
28
Gen
2019
Carenza normativa per il parto in sicurezza
Ciao a tutti,
Scrivo questo sfogo sperando di avere da voi qualche spunto utile.
Qualche giorno fa ho avuto una discussione accesa con la mia compagna in merito alla possibilità di partorire in casa senza neppure l'ausilio delle ostetiche. In Italia al momento questa cosa (salvo miei errori) sembra si possa fare e non esiste alcuna norma/regolamentazione.
PREMESSA:
Per la nascita di nostro figlio siamo andati in ospedale: avevamo due ospedali più o meno equidistanti da casa e abbiamo optato per quello con il reparto neo-natale, in modo da disporre della maggiore sicurezza possibile.
DIFFERENZA DI VEDUTE:
Entrambi siamo d'accordo sul fatto che sia meglio andare in ospedale, tuttavia lei è dell'idea che imporlo tramite una normativa sarebbe sbagliato e occorre lasciare la libertà di scelta alla madre.
Io invece ritengo che su questo argomento la legge sia decisamente lacunosa: Nella mia azienda ho dovuto fare millemila corsi per la sicurezza (pur essendo solamente un ufficio), ed ho dovuto farli fare anche a tutti i miei dipendenti.
Pensate che addirittura per l'utilizzo dell'ascensore servirebbe un aggiornamento del DVR (documento di valutazione dei rischi) ed ogni minima cosa è normata all'inverosimile.
Per contro invece, in tema di parti non esiste alcuna norma e la sicurezza del feto e della madre non sono minimamente tutelati. A me questo sembra sbagliato!! Con quale logica e per quale ragione, disponendo gratuitamente delle moderne ed avanzate tecnologie mediche, si può scegliere di sottoporsi ad un rischio di gran lunga maggiore e che potrebbe avere drastiche conseguenze (morte del bimbo o della mamma)??
CONSIDERAZIONE IMPORTANTE:
Su tutto il resto riguardo la questione parto ritengo assolutamente giusto che sia la donna ad avere l'ultima parola! d'altronde è lei a sobbarcarsi tutta la fatica ed il dolore del parto e quindi è sacrosanto che sia lei a decidere (e sono d'accordo che l'uomo non possa intromettersi più di tanto).
Il discorso sicurezza però costituisce una valida eccezione (motivo dello sfogo), primo perché scegliendo di partorire in casa e da sola la donna mette a repentaglio la propria incolumità. Secondo perché mette a rischio anche la vita del bambino.
I discorsi da vecchi duri del tipo "una volta facevano tutte così" non mi convincono affatto! Questo è vero ma è anche vero che su 10 parti sopravvivevano 5 bambini.
Se la mettiamo su questo tono è anche vero che una volta si poteva girare senza casco, si poteva addirittura uccidere se si scopriva di essere traditi (delitto d'onore) ecc ecc.....
Il fatto che una volta si facesse così non implica che anche oggi sia la cosa migliore da fare.
ALCUNI DESIDERATA
Non posso costringervi a farlo, tuttavia vi pregherei se possibile di evitare di offendere la mia compagna.
Lei non è sul sito e non potrebbe difendersi (oltre al fatto che mi darebbe parecchio fastidio).
Esprimete chiaramente l'eventuale vostro dissenso senza inveire contro di lei. Se proprio dovete offendete me, visto che io posso tranquillamente controbattere.
Lun
21
Gen
2019
Il limbo nero di Ozymandias
Che cosa viene dopo?
Ricordo bene lo sgomento delle tante notti insonni che turbarono la mia adolescenza.
Il MALEDETTO limbo nero! Mi ci vollero anni per sconfiggere questo apparente paradosso concettuale conciliando una volta per tutte i mei dubbi in modo credibile.
PREMESSA
Ho sempre amato la logica e il ragionamento. Non ho mai aderito alle asserzioni per partito preso.
Trovo pace solo dalle conclusioni plausibili raggiunte attraverso passaggi chiari ed inequivocabili (un meccanismo molto simile ai teoremi e alle dimostrazioni).
Ritengo il metodo scientifico l’unico vero approccio sensato nella ricerca della verità , sebbene purtroppo io non disponga dell’istruzione necessaria a rispettarlo rigorosamente in ogni suo punto.
DA COSA NASCE IL LIMBO NERO?:
Cos’ha dato origine a quel mostro che mi ha perseguitato (più o meno) dai 13 ai 20 anni?
Nacque dalla necessità di farmi una idea del post mortem che potesse convivere con due conclusioni tutt’altro che comode alle quali all’epoca giunsi abbastanza faticosamente. Di seguito cerco di riassumerle sintetizzando i punti cardine alla base di entrambe:
1) DIO (SE ESISTE) NON PUO’ ESSERE COMPRESO NE’ IMMAGINATO
Come ormai noto, il pianeta terra rispetto al solo universo conosciuto è molto (ma molto) più piccolo di quanto lo sia un batterio rispetto a Giove. La proporzione NON rende giustizia (l’universo è in realtà molto di più) ma facciamo finta che sia sufficiente per semplicità di ragionamento/immaginazione.
- Come si può credere che un Dio in grado di creare l’intero universo somigli all’individuo di una popolazione che vive su una micro particella insignificante come la Terra? Come si può credere che abbia impiegato 7 giorni per crearla (per il resto del cosmo gli ci sono voluti triliardi di anni)? Come si può credere che esista un paradiso fatto a misura d’uomo nella quale un santo (sempre con sembianze umane) ci accoglierà per farci vivere beatamente ed in eterno? Non entro poi volutamente nel paradosso del libero arbitrio che non può logicamente convivere con l’onniscienza, altrimenti non finisco più di scrivere.
Mi riesce molto più facile accettare cappuccetto rosso ed un lupo (magari geneticamente modificato) con il dono della parola.
- Volendo immaginare una sorta di super entità creatrice dell’universo (che nulla avrebbe a che vedere con le fantasiose, omocentriche e semplicistiche versioni propinateci dalle varie religioni) e volendolo fare attraverso l’ausilio di proporzioni approssimative, sarebbe come accettare l’idea che un micro organismo dotato al massimo di un’autocoscienza minima e primordiale potesse comprendere appieno l’anatomia di un essere umano o il progetto di una nave spaziale. Sarebbe semplicemente al di fuori delle sue limitatissime risorse cognitive. COMPLETAMENTE fuori portata.
Per gli stessi motivi Dio non può esistere così come ci viene descritto, e SE esiste non può che essere qualcosa di tremendamente enorme, complesso e fuori scala da non poter neppure sperare di figurarcelo nella nostra più fervida immaginazione.
2)QUELLA CHE CHIAMIAMO ANIMA E’ SOLO L’EFFETTO DELLE REAZIONI FISICO/CHIMICO/BIOLOGICHE DEL CERVELLO
Tralasciando la parte fisica, che cosa siamo noi? Cosa riesce ad identificarci in modo NETTO se non le nostre sensazioni, i nostri pensieri, i nostri ricordi e la nostra sensibilità a quel che vediamo, tocchiamo e sentiamo?
Non riesco a definire l’ANIMA in modo diverso da ciò che ho appena descritto, che riassunto in una sola parola si chiama autocoscienza: La complessa consapevolezza di esistere.
Ciò detto, per quanto reputi affascinante l’idea che la nostra anima possa lasciare intatta il corpo e permanere in una non meglio specificata dimensione ultra terrena, non mi convince affatto!
Non mi convince perché SE COSI’ FOSSE dovrebbe rimanere inalterata ed insensibile a trattamenti fisico/chimici, limitandosi solo ad lasciare il nostro corpo una volta morti, ma sappiamo tutti che non è così.
Una persona sottoposta a psicofarmaci, oppure reduce da un incidente con lesioni ad una qualsiasi area cerebrale, non è più la stessa! Viene alterata irreversibilmente proprio la parte più intima che dovrebbe appunto corrispondere all’anima! L’individuo soggetto al trauma non pensa come prima, non ragiona come prima, non percepisce le cose come prima, non ricorda neppure il passato come prima (a volte non lo ricorda affatto)… insomma diventa a tutti gli effetti un’altra persona e la sua consapevolezza di esistere diviene via via più debole ed imperfetta quanto più grave è il danno subito.
Il fatto stesso che manipolando fisicamente/chimicamente il cervello si modifichi di pari passo l’autocoscienza per me è già quasi una dimostrazione del fatto che l’insieme delle nostre percezioni altro non è che l’articolato risultato chimico/fisico di ciò che avviene dentro al cranio (sinapsi et similia).
UNIAMO IL TEMA 1 ED IL TEMA 2
Tirando le somme, da ragazzo le conclusioni dei due temi mi facevano vivere nel terrore di un limbo, di un nulla, di vivere una breve vita seguita da un’eternità vuota.
Come avrei fatto ad immaginarmi un “dopo” accettabile? Una teoria che stesse in piedi e che andasse d’accordo con entrambi i punti???? Ci riuscii con la “teoria dell’inesorabile continuità della vita”, a cui giunsi dopo diversi anni di paranoie.
TEORIA DELL’INESORABILE CONTINUITA’ DELLA VITA.
Io sono nato agli inizi del 1985. Come tutti noi ho ricordi più o meno vaghi a partire dal 1988 (solitamente come saprete si hanno ricordi dai 2-3 anni in su).
Tantissime persone hanno vissuto/stanno vivendo/vivranno nello stesso momento in cui sto lo sto facendo io, intersecando quindi la loro linea temporale con la mia.
Invece un numero immensamente più grande di persone non mi ha mai intersecato, sono cioè nate e morte prima che io nascessi.
Sono cresciute, hanno amato, hanno sofferto, hanno combattuto e sono morte molto prima che io venissi al mondo, e tanti di loro come me hanno passato notti insonni nella paura, nell’ansia e nel terrore di ciò che sarebbe capitato alla loro anima (al loro IO più intimo) dopo la morte.
Tutto questo loro terrore io l’ho forse percepito o sofferto? NO! Quelli che verranno dopo di me lo percepiranno/soffriranno? NEPPURE!
Ognuno vive la propria minuscola finestra temporale senza accusare minimamente il peso dell’eternità già trascorsa. Una volta che il cervello è clinicamente morto, il complesso mix di interazioni che compone la propria anima svanisce irreversibilmente nel nulla sciogliendosi come una goccia immersa in un oceano dal quale non può più essere riestratta. MA TUTTO QUESTO NON CONTA E NON DEVE ASSOLUTAMENTE SPAVENTARCI!
Non conta perché la vita in generale (non la vita mia del signor Ozy Mario Rossi o dell’altro signor Sergio Bianchi ma l’autocoscienza di tutti gli esseri che stanno vivendo in quel preciso istante) permarrà in continuità e non soffrirà del vuoto precedente lasciato da altre vite (sebbene non vi sia alcun legame fisico o mentale fra le stesse).
Perché CONTINUITA’ INESORABILE mi domanderete? Il perché è ovvio provate a immaginare: cosa accadrebbe se tutte le forme di vita dell’universo si estinguessero improvvisamente? non rimarrebbe più neppure un essere senziente in tutta l’immensità dello spazio.
Supponete a questo punto di far trascorrere un miliardo di anni, in seguito ai quali un fenomeno spontaneo facesse rinascere un primo e nuovo essere.
Il lunghissimo lasso di tempo trascorso non nuocerebbe a nessuno, proprio perché non verrebbe PERCEPITO da nessuno. L’autocoscienza dell’ultimo individuo si spegnerebbe, ma IMMEDIATAMENTE si riaccenderebbe quella dell’altro nato un miliardo di anni dopo.
Nessuno percepirebbe/soffrirebbe il peso della pseudo eternità intercorsa , che quindi si esaurirebbe in un istante. Ecco perché parlo di INESORABILE CONTINUITA’. Perché gli eventuali buchi sarebbero inevitabilmente colmati.
CONCLUSIONE
Dopo la mia morte (IMMEDIATAMENTE dopo la mia morte) qualcun altro vivrà, qualcun altro si renderà conto di esistere e vorrà continuare ad esistere così come sarà. Devo solo accettare che quel qualcuno non sarò io e non avrà NULLA a che fare con me. D’altronde a me ha dato forse fastidio non aver nulla a che fare con i miei predecessori?
Giungere alle conclusioni di queste ultime 3 righe mi ha consentito di sconfiggere definitivamente il LIMBO NERO e vivere sereno.
Un sentito ringraziamento ai temerari che sono giunti fino a qui, e scusate come al solito per il pappardellone :- )
Gio
10
Gen
2019
In vino veritas?
Su questo argomento ho sempre riscontrato opinioni controverse.
Amici sostengono che da sbronzi venga fuori ciò che siamo veramente.
Altri amici invece credono che da sbronzi non si sia capaci di intendere e di volere e si finisca per fare cose che non si vorrebbero fare.
NON MI TROVO con la prima né con la seconda versione.
Non sono un "imbariagot" ma mi è comunque capitato (più di qualche volta) di passare il limite e travasare il contenuto dello stomaco sul vater o sul marciapiede.
Quello che succede a me non è nessuna delle due cose. E' vero che divento loquace fino ed oltre il limite della sopportabilità ma sparo a raffica solo cose che so di poter dire. Inoltre non farei mai nulla di contrario alla mia morale (come ad esempio molestare una ragazza o far male a persone/animali).
Per cui a me non convince il fatto che venga fuori come siamo veramente (perché se ho un segreto non lo svelo neppure l'attimo prima di sboccare) e neppure che si possano fare cose sulle quali siamo fortemente e intimamente contrari.
Molto comodo però per tanta gente fare appello allo stato di ebbrezza come scusante (o peggio ancora quando la legge lo prevede come causa di esclusione dall'imputabilità).
Che merda, mi sa che stasera per dimenticare ci bevo su qualcosa :-)
Lun
17
Dic
2018
Eco
E' sempre un'inebriante sorpresa constatare come ogni governo, a prescindere dalle più disparate vedute in merito a occupazione, previdenza, sanità, istruzione, opere pubbliche e politica estera ricada sempre nell'infelice poco originale e ancor meno lungimirante scelta di tassare le automobili.
Avanti con la solita indigesta inquisizione automobilistica. Già che ci siamo nella prossima finanziaria proporrei il rogo per gli eretici che oseranno comperare auto "DI VERO LUSSO", da identificarsi in tutto ciò che non sia una citycar del segmento A rigorosamente in allestimento base (altrimenti è da ricchi).
Mutatis mutandis servus moriatur
Gio
28
Lug
2016
Breve vita agli imbecilli
Son solito disinteressarmi alle notizie di cronaca, tuttavia ogni tanto ce n'è una che (seppur di poco conto rispetto ai recenti avvenimenti) mi fa sobbalzare.
Oggi per caso leggo di sto imbecille americano di origini spagnole che si è divertito ad andare in giro per Milano a chiedere informazioni a casuali ed ignari turisti privi di colpe per poi prenderli brutalmente a pugni, così tanto per DIVERTIRSI.
Ebbene io sono una persona moderata e contraria alla violenza, per cui raramente auguro la morte alle persone, tuttavia confesso che proverei un certo gaudio se sto scemo di merda incappasse nel soggetto sbagliato e dopo il primo pugno si prendesse due colpi di 45 sparati su entrambe le ginocchia.
Così poi il gioco di aggredire i passanti, da storpio, risulterà anche più impegnativo e stimolante.
Ven
24
Giu
2016
W la MUCCA
Fortunatamente esistono ancora paesi dove la demagogia spicciola e il sensazionalismo intimidatorio non attecchiscono.
Un bel fanculo ai mezzi di (dis)informazione corrotti, grassi e deteriorati! questa volta non sono riusciti a convincere la mucca del padrone a rimanere nella stalla a farsi mungere.
Ovviamente faranno di tutto per farla apparire spacciata agli occhi del mondo... auspico che falliscano miseramente anche in questo.
BREXIT!
Ven
06
Mag
2016
Quando finirà il razzismo?
Venerdì quasi terminato (quindi il buon umore è garantito d'ufficio)
Farò uno sfogo corto: per caso mi sono imbattuto in una magnifica frase che un mio amico ha scritto in un commento in internet, la devo citare:
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Sono un sostenitore della teoria che il razzismo avrà fine solo quando sarò libero di mandare a fare in culo e dare dello stronzo a tutti senza differenza di giudizio in base al colore della persona da me offesa.
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Plausi oltre ogni immaginazione!!!
Buon fine settimana a tutti! :-)
Ven
15
Apr
2016
Uffici pubblici di merda
Per necessità di acquisto nuova moto devo rinnovare la carte di identità (scaduta perchè ho sempre poco tempo la mattina per perdere ore in uffici pubblici e lo faccio solo quando strettamente necessario).
Stamattina alle 8.30 mi presento in comune (all'apertura) e già trovo una fila di 4 persone... vabbè fin qui tutto normale.
Mi faccio la mia fila aspettando anche poco (20 minuti, 30 al massimo), una volta che arrivo al mio turno tutto contento la tipa vede le foto che ho in mano e mi fà:
"Guardi i rinnovi della carta di identità non possiamo farli perché ieri c'è stata una perdita di corrente e il server non funziona, abbiamo chiamato i tecnici che ci stanno lavorando da ieri ma non sappiamo quando lo metteranno a posto, anche se in mattinata dovrebbe tornare tutto ok"
A parte che ho pensato "Sti cazzi! con tutte le tasse che paghiamo un bel gruppo di continuità nella server farm no??", comunque ho chiesto gentilmente:
"Posso quindi chiamarvi ed eventualmente ripassare in tarda mattinata? so che siete aperti solo al mattino"
In risposta mi fà:
"Guardi può venire anche nel pomeriggio, oggi siamo aperti in via straordinaria fino alle 18.00 per via del referendum"
Perfetto! ho pensato quindi di chiamare in tarda mattinata per poi uscire prima dal lavoro e passare a rinnovare la carte prima delle 18, peccato che ste stronze dell'ufficio comunale manco si parlano fra loro, perchè poco fa ho telefonato per chiedere se era tutto a posto e se potevo passare nel pomeriggio, al che mi sento dire (da un'altra tipa dello STESSO ufficio):
"Guardi oggi pomeriggio siamo aperti ma solo per le tessere elettorali, il servizio di carte di identità non lo facciamo"
MA VAFFANCULO!! PRIMA DI DARE INFORMAZIONI SINCRONIZZATE I CERVELLI.
Si vede che tanto a loro a fine mese lo stipendio non glielo toglie nessuno.. si vede proprio.
Gio
18
Feb
2016
Lo sceriffo di Nottingham
Mi alzo all'alba di ogni nuovo giorno e provvedo alla dura gestione quotidiana della mia fattoria, senza mai dimenticare il vigile occhio dello sceriffo di Nottingham che si erge austero e meditabondo su di me come su tutti gli altri.
Lo sceriffo mi conosce e sa perfettamente quanto grano abbia prodotto con la mia schiena dolorante. Lo sa bene perché dopo ogni inverno passa a farmi visita puntuale ed inesorabile per reclamare a gran voce la sua parte, ben 60 sacchi dei 100 totali.
Con rigorosa deferenza carico il dovuto sul carro dei suoi emissari, prestando la massima attenzione a consegnare uno per uno fino all'ultimo i 60 sacchi, senza lasciarne indietro alcuno! è poi con estrema malinconia e malumore che osservo il carro partire cigolando sotto l'enorme peso, per poi lentamente rimpicciolirsi sino a scomparire all'orizzonte insieme a gran parte dei frutti del mio sudore, riversato nei tanti e interminabili giorni trascorsi sotto il sole cocente.
Ma si sa! domani è sempre un altro giorno! per cui mi alzo ed osservo con grande speranza ed entusiasmo il sorgere del sole, sapendo che se unisco i 40 sacchi rimanenti ai 20 che mi sono avanzati dall'anno passato, li posso barattare con un nuovo cavallo! ho sempre adorato i cavalli, ho sempre gioito nel condurli in piena libertà sui verdi prati gustandomi sul viso la fresca brezza che la loro velocità può regalare.
Cavalcare il mio cavallo mi rende l'uomo più felice del mondo, mi fa sentire libero. Dopo ogni lunga cavalcata scendo e lo abbraccio con forza, appoggiando la mia mano su di lui posso addiritturra arrivare a percepire il battito del suo cuore.
Ad ogni ritorno a casa il mio sorriso è rinnovato, la vita appare più bella, tutto ha più senso. Riporto il mio amico a quattro zampe nella stalla che gli ho preparato con cura, gli offro la migliore carota del mio raccolto e lo osservo con amore mentre la mangia avidamente.
Subito dopo però son preso da sgomento. La gioia di quegli interminabili ed indimenticabili attimi svanisce nel momento in cui realizzo l'inevitabile! lo sceriffo di nottingham non ha pace, non trova sazietà nelle sue continue ed inique richieste. Disapprova questa felicità, detesta la mia spensieratezza, non accetta neppure che io possa godere di quel poco che nel mio piccolo ho tanto faticosamente costruito.
Per questo d'ora in avanti, in aggiunta ai 60 sacchi a lui già dovuti, pretenderà un dazio di altri 10 sacchi ogni volta in cui passando a trovarmi avrà la frustrazione di constatare che il mio cavallo riposa ancora felice nella sua stalla.
ITALIA