Ven
25
Apr
2014
Laconicità: il silenzio dei superbi
Superbia. Inglobata, ma la accenni quando il contesto ne sovviene, dimostrando agli altri che sai, e sai più di loro perché leggi sempre, studi per i fatti tuoi, fai ricerca, archivi migliaia di documenti, impari lingue e culture di popoli diversi.
Prima, però, li lasci parlare. Li ascolti. E li giuggi (giudichi) con paraboloso cipiglio, abbuiando la propria voce, lasciando che si svelino per quel che sono: frivoli, ignoranti, superficiali. Li ascolti, impari, e capisci che non sei come loro ed hai avuto una grande fortuna: quella di fare sempre di testa tua, di seguire le tue linee guida, di mutare in manovaldo.
Giammai alzasti le mani, perché sai che il TUO metodo è giusto (perché non urta nessuno) ed i frutti del tuo operato devono essere ostentati, anche.
Presumitore sei addirittura. Pretendi che gli altri siano al tuo livello quando ti parlano. Ebbene? La democrazia c'è in te, permetti che ognuno dica e parli come voglia, ma PRETENDI che parlino a te con lo stesso ritegno con cui tu parli con loro, con la stessa cortesia sincera, con la medesima arsione, la consimile scaldana, perché se devi aprire bocca per parlare, desumi ci sia qualcuno al tuo livello con cui comunicare e condividere.
Bellicistico, mazzicatore, stambecchino: come tali ruoli militari, ben rappresenti la tua categoria ed una categoria ad essa parvente concupisci. Solo allora, pari entrambi, vi sarà affinità. In caso contrario, furor teutonicus valutativo e acquietamento.
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