Dom
09
Dic
2018
Il Ritorno a Se Stessi
Ultimamente, come non mai, ho questa necessità di parlare con qualcuno di sconosciuto. Per sfogare tutte quelle cose che nella vita reale non puoi fare. Se penso a tutto questo mio ultimo periodo della mia vita (2 anni) mi chiedo esattamente quando finalmente potrò ritenermi felice.
Beh, questo periodo è stato pessimo, ho perso amici, lavoro, la persona più importante della mia vita, mi sono ritrovata a terra, spezzata e arrabbiatissima. Mi sento sempre più spesso non compresa, quella voglia di gridare spaccare il mondo e condividere quella disperazione che fa parte di me dal momento che sono venuta al mondo. Di recente ho iniziato a perdere anche quella fiducia, forza e corazza che mi ero creata per stare al mondo. E mi sento nuda e vulnerabile. E ho paura. La solitudine che è sempre stata mia cara amica improvvisamente mi soffoca e mi trascina verso il basso, in un baratro sempre più profondo.
Allora mesi fa deciso di andare in terapia, dopo anni che ho passato a saltare da un terapista all’altro trovo un dottore con cui scatta subito quell’affinità. Un grande, riesco ad aprirmi come non mai, ma da quando frequento il suo studio ho iniziato a perdere le mie sicurezze, portandomi al sopraccitato malessere amplificato.
Anni fa ho avuto una relazione importante dove la mia ex ragazza mi ha stracciato l’anima e l’orgoglio a pezzi, mi ha ferita a tal punto che mi sono ripromessa che non mi sarei mai più innamorata. Ero quella ragazza che ti darebbe l’anima per vederti felice e sopprimerebbe la sua per la tua. Che cosa sbagliata. Ovviamente lei se ne accorse e se ne approfittò, e io purtroppo, che avevo bisogno di amore in quanto non ne avevo mai ricevuto, nemmeno dalla mia famiglia, ero attaccata a lei e al sentimento che ci legava con la stessa modalità con cui un eroinomane ama l’eroina. Dopo 2 anni mi sveglio e la lascio. Trascinandomi questa esperienza insieme alla mia infanzia traumatica. Trasformandomi in una persona che disperatamente voleva essere l’opposto di quello che era la sua natura. Io volevo essere una sciupa femmine, non una di quelle che si innamora. E allora me lo imposi. Mi imposi che non mi sarei mai più voluta innamorare, non volevo stare così male mai più, per me non ne valeva la pena. Ci riuscì e iniziai a scopare in giro per la mia gioia, senza vincoli, sentimenti, e la paura era finalmente volata vi da me.
E non di certo facile, sono una bella ragazza ma non ci sapevo fare per niente. Per la mia limitata esperienza ho capito che le Donne, in genere, vogliono:
1) Un Partner che trasudi Sicurezza, ma che al col tempo le faccia vivere sul filo del rasoio non dando loro certezze sul sentimento
2) Il Bad Guy (lo stronzo/a) pagano, pagano perché quel tipo di atteggiamento le attirà come api con il miele per i motivi citati nel punto 1
3) Giocare sulla sindrome da Crocerossina facendo credere loro che sono le uniche che potrebbero cambiarti e aiutarti a diventare una persona migliore, per poi sparire e riappariread intermittenza per dare loro quel colpo al Cuore per farle sentire importanti in un’incertezza generale.
4) Se le fai vedere che non te ne frega un gran cazzo e che praticamente te la vuoi solo scopare non lo accetta, sclera e cerca in tutti modi di trovare segnali che non ci sono per convincersi che invece tu sia presa/o da lei. E inizia a desiderarti più di qualsiasi altra cosa
5) Grazie a Dio non sono tutte così (80%) e poi sarebbe carino se ognuno di voi aggiungesse parti alla lista o commenti e considerazioni in merito
6) Una moto, un atteggiamento spavaldo e un filo arrogante e simpatico con un tocco di cultura, sicurezza e una spruzzata di dolcezza fanno bagnare qualsiasi donna. C’è poco da fare, a quasi tutte piace un certo tipo di standard. Devi dare sempre l’idea che sai che cosa stai esattamente facendo.
e allora Darker, perché rompi i coglioni con questa lista?
io ero diventata così, e trombavo un sacco. Lo sono in parte tutt’ora ma sono cambiate delle cose;
È come se all’improvviso io debba mutare nuovamente in una terza forma: tra quello che ero e quello che ho desiderato diventare
e tutto questo da quando è apparsa nella mia vita la Prof.
(ex mia prof del liceo con cui mi frequento di tanto in tanto, lei è fidanzata e per il momento non è successo assolutamente nulla)
Brucio quando la ho vicino a me, e ogni volta saltarle addosso diventa sempre più difficile, passo da desiderarla solo fisicamente a provare un po’ di romanticismo nei suoi confronti, tanto che ho deciso di regalarle un libro per Natale e mi sto già pentendo perché mi sembra un’atteggiamento da sfigata che non scopa. Però al col tempo voglio regalarle qualcosa e vederla felice. È tipo una settimana che penso sempre a lei e ho voglia di vederla ma non le scrivo perché ho paura che possa capire. Ho questa cazzo di confusione che mi uccide, non so perché mi terrorizza così tanto lanciarmi. È un anno che ci frequentiamo saltuariamente. E poi è fidanzata e mi sembra di romperle le palle di scriverle, non lo so... Passo da non pensare a lei a pensarla spessissimo. So solo che mentre scrivo ora, la vorrei qui, vorrei scoparci baciarla, sentire il suo odore e sapore, e abbracciarla. E ho paura di tornare troppo indietro, di innamorarmi, di un’altra situazione sbagliata e di trovarmi schiacciata nuovamente in mezzo a un sentimento che non so gestire.
È una vita che ho paura di Vivere, e da poco tempo che sto iniziando a scrollarmi da dosso la depressione. Ma adesso ho bisogno di vivere. È ho bisogno di parlarne con qualcuno e di consigli. Grazie
16 commenti
Wow riesci aaguardarti dentro come se tu non fossi tu .
Io ti consiglio di vivere,di prendere ciò che piu brami senza timore .
Darka sarai anche finokkia ma ti fai più paturnie di una donna vera. Hai stilato una lista della spesa che tocca anche verità ma è una generalizzazione bella e buona quando ogni individuo è a se. Sai qual'e' il trucco? Sii te stessa, vivi come ti piace vivere e le persone compatibili arriveranno senza cercare di plagiarti ad improbabili linee guida sentimentali. Così facendo vivrai bene per te, gli altri si adeguano, altrimenti caz loor 😉😉
Posso solo dirti che se da insicura ti sei evoluta in una persona che si è costruita una facciata fatta di mosse 'magiche' che quasi di sicuro portano conquiste, ma sotto sotto hai la stessa paura di vivere di sempre, non hai fatto un solo passo avanti. Anzi ti sei incasinata il percorso, perché a differenza di altre che si sono buttate e sono cresciute nel cercare di raggiungere i loro desideri e vivere realmente una storia a due, con tutte le conseguenze del caso, possibili rifiuti delusioni ecc., tu sei rimasta ferma. La stessa di prima, ma con una facciata elaborata che può anche averti portato qualche soddisfazione fugace, che però nel tempo crea una distanza sempre più grande tra te e i tuoi reali desideri, poiché non ti farà di certo ne maturare ne avanzare nella vita. Mi spiace, ma personalmente non provo simpatia per la gente che cerca le scorciatoie fatte di mosse vincenti illudendo se stessa e gli altri, perché convinta che nascondere la loro esistenza traballante sotto una facciata che funziona per un po', equivale a mettersi realmente in gioco. Perché nel momento in cui la tua fragilità diventa una presa per il culo a scapito di un'altra persona che invece ci crede veramente e ci mette tutta se stessa, ci sarà poco da compatire. Non dubito che tu possa essere stata penalizzata dalla vita e abbia avuto più peso da portare rispetto a qualcun'altro, ma la scelta di lasciar andare il peso ed evitare di trasformarti da vittima in carnefice non te l'ha tolta nessuno. Sei libera di restare così, sognare la tua Prof. impegnata e chiederti perché il vuoto che senti aumenta, oppure puoi abbracciare la ragazzina ferma e impaurita, dirle che liberarsi del peso è possibile ed avanzare anche tu, con un passo più sicuro, in quel percorso ad ostacoli chiamato vita.
Ringrazio tutti per i Commenti ricevuti
@Revy ti ringrazio molto per la comprensione, hai azzeccato molti punti che attualmente sto vivendo e solo sentire che qualcuno ha provato cose simili alle mie mi fa già stare meglio :)
@letterascarlatta ti ringrazio, andando in terapia piano piano dovrei farcela!
@anonimo, ti giuro mi hai spaccata dalle risate! Si, ultimamente ho 3.000 paturnie mentali, sulla lista purtroppo per la mia limitata esperienza sono state tantissime le donne così con cui ho avuto a che fare. purtroppo essere me stessa non ha mai pagato, mi sentivo continuamente dire che ero troppo insicura e che quindi non avrei mai rimorchiato con questo atteggiamento, ci pativo tantissimo e ho iniziato a lavorarci provando prima una maschera e, e ha funzionato. Ora sto cercando di essere più sicura veramente e mi rendo conto che è un percorso lungo e difficile.
@fucktotum, ti ringrazio per essere intervenuta nuovamente in un mio sfogo. Non cerco la simpatia, non me ne faccio assolutamente nulla soprattutto quando sei in una situazione dove chiaramente hai bisogno di critiche e consigli sinceri ma ti ringrazio per la tua franchezza, l’apprezzo :) . Ti posso assicurare una cosa, non ho mai preso per il culo nessuno in quanto a tutte queste donne non ho promesso nulla e ho sempre messo in chiaro una cosa: “Non voglio legarmi, non voglio relazioni”. E l’ho ribadito a parole e gesti chiaramente. E parliamoci chiaro, il 90% sa benissimo quando viene presa per il culo e le va bene così perché vuole crederci. Ma nel mio caso dove il rispetto verso l’altro è massimo non me lo sognerei minimamente. Qualcuna ci sarà rimasta male? Capita è la vita ma io con la mia coscienza sto a posto. Il mio atteggiamento di nascondere le mie fragilità è stato un piccolo primo passo per buttarmi nella mischia sentendomi protetta. Non pretendo di essere compresa, ma devo darti ragione su una cosa: devo accettare questa 3 via che mi si sta presentando ora; ovvero ciò che sono e ciò che voglio essere. Per stare bene con me stessa, acquistando sicurezza e amor proprio. Sul discorso della storia a 2 sarò molto sincera: non me la sento, proprio per il fatto che non voglio fare male a me, e a nessun altro e non voglio nemmeno prendere in giro una donna, ragazza, promettendole mari e monti e poi non concludere nulla. Ho pensato addirittura di cercare di diventare Poligama (non mi viene in mente il termine senza matrimonio di mezzo). Ma mi conosco, se qualcuno sfiorasse o baciasse la donna che amo impazzirei di dolore, non si tratta di gelosia ma letteralmente mi verrebbe da dire che non vorrei condividere quel lato del rapporto con nessuno. Invidio molto chi riesce ad essere poligamo e libero di non provare insicurezze, gelosie e fragilità. Se si potesse “imparare” sarei molto curiosa di sapere come si intraprende un percorso del genere. Spero tu ovviamente legga, volevo chiederti, tu hai parlato di peso che mi trascino ovunque vada. Verissimo ci hai preso in pieno e ultimamente è argomento di discussione nella mia terapia: può sembrare una domanda banale, ma come si fa a lasciare questo peso? Io davvero vorrei tantissimo liberarmene ma non ci riesco e penso di sbagliare nelle modalità perché ho ottenuto poco e nulla, tu che mi consigli? Grazie mille ancora a tutti quanti
Ciao Darker, mi dispiace che ci sono andata giù pesante e sono contenta di sentire ciò che si percepiva già nello sfogo, ovvero che stai cercando di non restare incastrata nei meccanismi di protezione che danno sollievo a breve termine ma che possono a lungo andare diventare una gabbia, che toglie pian piano la capacità di sentire la vita . Non ho la soluzione in tasca, però posso provare a dirti come mi sono liberata del mio peso. La mia storia è probabilmente molto diversa dalla tua. Sono cresciuta in una famiglia disfunzionale con un fratello che sta attualmente abbastanza bene ma che soffre da sempre di una malattia mentale invalidante. Nostra madre era una persona dolce ma fragile e ad un certo punto non ha retto il peso di una vita in cui doveva quotidianamente lottare per riuscire a prendersi cura di noi e farci sopravvivere come famiglia. Quando è morta avevo dieci anni, mio fratello quindici. Per famiglia disfunzionale intendo la nostra famiglia allargata, perché i guai miei e di mio fratello sono iniziati quando siamo andati a vivere dagli zii dopo la sua morte. Finché nostra madre era in vita stavamo bene ed era grazie a lei che mio fratello riusciva a mantenere una vita normale anche se sentiva le voci e vedeva cose che gli altri non vedevano. Mia madre gli ha insegnato a conviverci e io adoravo il fatto di avere un fratello diverso. Facevamo giochi con le voci che sentiva e quando mi diceva di vedere delle cose che io non vedevo gli rispondevo di essere un po' invidiosa perché sembrava che al di là della realtà ci fosse una favola che poteva vedere solo lui. Mio fratello è stato internato lo stesso anno in cui è morta, perché ritenuto dagli zii uno difficile da gestire, tornava per brevi periodi solo per essere rispedito in quello che nell'ex paese comunista da quale provengo, chiamavano L'istituto. Io me l'ero cavata abbastanza solo per il fatto di esser sempre andata bene a scuola e non avergli dato grossi problemi, se non in tarda adolescenza, periodo in cui secondo loro ero da mandare in riformatorio :-). I loro figli, nostri cugini hanno iniziato presto ad odiarci, mio fratello perché rendeva i loro genitori anaffettivi ancora più stronzi e me perché per via della mia pagella tutta dieci venivano ripresi più spesso e più duramente per i loro insuccessi scolastici. Forse è lì che ha iniziato a crearsi il mio peso. Mi sentivo in colpa per mio fratello perché ero impotente e a lui era toccata una sorte molto peggio della mia, per mia cugina che era dislessica e veniva presa regolarmente a ceffoni, e pure per il fatto che ero diversa e quell'essere diversa mi salvava il culo mentre mio fratello e i miei cugini passavano l'inferno senza avere nessuna colpa. La cosa che mi faceva rabbrividire era il fatto che nostro zio si riusciva a trasformare a commando in una persona affabile. Se passava qualche vicino di casa all'improvviso eravamo la famiglia migliore del mondo. Da ragazzina timida mi ero trasformata in una ribelle capace di mandare i bulletti della scuola a casa in lacrime. Mi era presa la fissa di difendere i deboli mentre con i stronzetti diventavo subdola fino alla perfidia e riuscivo comunque a passarla liscia e portare a casa note di merito per un ottimo comportamento ed un esemplare rendimento scolastico. Mi ero resa conto che qualcosa non andava quando ho iniziato a far male alla gente a cui tenevo. A metà della terza superiore avevo fatto un torto ad un mio amico poco prima della fine dell'anno e non gli ho mai potuto chiedere scusa perché è morto durante le vacanze di Natale insieme a suo padre alcolizzato in un incidente d'auto. Ero talmente scossa che avevo deciso di andare in un consultorio per capire che cazzo non andava in me. Ero così abituata a dire le cose che la gente voleva sentirsi dire ed ottenere quello che volevo, che ho convinto la segretaria di inserirmi nell'agenda lo stesso pomeriggio. La prima lezione mi era arrivata subito dopo, perché la dottoressa mi ha ricevuto solo per dirmi che avrei aspettato il mio appuntamento la settimana successiva, perché non le pareva giusto nei confronti degli altri pazienti. Fu una botta di culo pazzesca averla trovata perché mi ha salvata da quello che sarei potuta diventare. Ti risparmio i dettagli ma al terzo appuntamento mi disse che non aveva tempo da perdere con una mocciosa tanto sveglia quanto bugiarda. Mi incazzai di brutto, le dissi che non sapeva un cazzo di me e di quello che avevo passato, lei rispose infatti e mi ha disse di riprovare a parlare di me. Mi fermava ogni due parole, e mi chiedeva se quello che descrivevo ero veramente io, ero stremata, non capivo perché quella vecchia insisteva tanto con quella cazzo di domanda. Mi rimandò allo studentato e mi disse di osservare me stessa, di fermarmi ogni volta prima di parlare e di chiedermi se stavo per dire una cosa per me stessa o per suscitare qualcosa negli altri. Passai la settimana praticamente zitta. Andò così un altro po' di tempo finché un giorno non scoppiai a piangere e non le dissi di non sapere più chi cazzo ero, di sentirmi senza confini, senza bussola e di aver paura di prendere qualsiasi forma. Lei disse che da quel momento qualsiasi sfumatura avesse preso la mia esistenza sarebbe stata comunque quella giusta. Non capivo, ma le cose avevano pian piano preso ugualmente una forma. Non sentivo più mio il ruolo della preferita della classe che poteva fare le peggio cose, marinare pure la suola e passarla comunque liscia, avevo smesso di vincere gare di ginnastica artistica e avevo iniziato a prendere lezioni di danza nella quale ero molto meno brava :-), perché mi ero resa conto che a parte vincere, la ginnastica non mi dava nulla. Avevo smesso di bere ammerda per sconfiggere la timidezza e dimenticare, avevo smesso di rubacchiare perché non mi sentivo più un'orfana poverina, avevo smesso di usare i ragazzi per sentirmi meglio. Restava la rabbia per quel che succedeva quando tornavo a casa, ma lì potevo fare ben poco. Chiesi alla preside di poter finire la scuola un anno prima e lei disse che potevo provare a patto di non fare più così tante assenze. Passai l'estate dopo la maturità lavorando in un buco di merda facendo turni di notte per mettere da parte i soldi e riuscire ad andare all'estero. Prima di partire andai a trovare mio fratello, ormai fisso in manicomio e gli dissi che non appena avrei guadagnato abbastanza, sarei tornata a prenderlo e lo avrei portato via per sempre da quella vita di merda. Il mio peso era finalmente sparito quando c'ero riuscita l'anno successivo. Non ti so dire di preciso cosa mi ha portato a volermene liberare, penso forse la paura di quello che rischiavo di diventare. Mi ero resa conto grazie a quell'insopportabile vecchietta che mi ha dato della bugiarda sveglia, che per campare ingannavo, me stessa e di conseguenza gli altri. Probabilmente la mia ripresa era iniziata proprio nel momento in cui ero finalmente crollata quando mi ero vista per quel che ero realmente. Lei mi ha raccolto, consolato, rimesso in piedi e alla fine quando ero pronta, spinto con decisione fuori dalla sua porta. Non so come sono i terapisti di oggi, fatto sta che non la percepivo come tale, piùttosto come una rompicoglioni che mi puntava il dito proprio su quello che volevo più nascondere e allo stesso tempo come una presenza solida e avvolgente, tipo dai che alla fine andrà bene. Ti confesso che a volte la tentazione di tornare alle vecchie abitudini tornava e torna, sopratutto in situazioni estreme o in prolungati periodi di difficoltà. Tipo come se uno che per sopravvivere impara a fare a botte cambiasse, imparando a ricordarsi che può anche evitare di arrivare alle mani e trovare una soluzione meno immediata e più faticosa però alla lunga molto più soddisfacente, ma deve fermarsi e ricordarselo ogni volta. Boh, questa è la mia storia, vedi tu se ci trovi qualcosa di utile.
Sniff sniff
@fucktotum mi hai fatto piangere😭 come non mi è più successo da quando, bambino, ho letto il libro cuore. 😭Sniffsniff.😭 Ma che vita triste, adesso capisco perché sei così tanto segnata dalla vita da risultare sociopatica. 😭😭😭😭😭
Però siamo alle solite, usi i commenti dove fingi di interessarti agli altri per attirare l'attenzione su di te.
Ti sbagli, li uso per attirare i dementi come te e poterli mandare affanculooo :-DDDD
Apperò che storia fucktotum, dovresti farne un libro, seriamente, con le dovute aggiustature non sarebbe affatto male!
Fucktotum sei una forza. La tua è una grande storia e tu sei una bellissima persona.
Concordo, sei una bellissima persona Fucktotum. Raro trovarne.♥️
Fucktotum grazie per aver condiviso la tua storia
Devi esser una grande donna
Fucktotum come hanno già detto altri
Grazie per esserti aperta e aver condiviso la tua storia. Si la mia storia è diversa ma converge sulle sensazioni provate in alcuni punti
Grazie ragazze <3 mi vedo più come una donna che farà sto doppio lavoro di vivere la quitodianità e di tenere nel mentre a bada i propri cazzi del passato, a vita. Ma va bene così. Darker, sinceramente avrei preferito evitare la condivisione, devi ringraziare il fatto che non so scrivere o meglio, non so estrapolare i concetti dall'accaduto e poi non avrei saputo manco dargi un nome a sti concetti. Sarebbe forse più facile per qualcun'altro che guarda da fuori ma io che li ho vissuti tendo a perdermici dentro quando ci ripenso. Forse questo è l'atro motivo per cui invece di un consiglio generico, ti sei ritrovata nel commento qualcosa di mio. C'è anche il fatto che l'altro ieri era una di quelle date in cui mi ritrovo a ripensare a questa storia. Non so se ti va di dire qualcosa di più della tua, forse è presto o magari questo non è il luogo adatto. A me farebbe comunque piacere, vedi tu.
Sono figlia del Caos e del Caso
Sono nata in una situazione familiare disastrata, disadattata e distruttiva. Sono capitata, non mi hanno voluta e da lì è iniziata la mia Storia. Mia Madre una tossica abbastanza violenta fisicamente ma soprattutto psicologicamente, le droghe l’hanno resa facile preda di psicosi che all lunga le hanno provocato vari disturbi mentali. Da lì mio padre è fuggito lasciandomi con lei per anni. Non so ad oggi, come ho fatto a sopravvivere, lo dico sinceramente. Mio padre per molti versi assomiglia a tuo Zio, perfetto davanti ad altri per le apparenze, e il peggio stronzo nelle Mura di casa. Entrambi due persone che giocano al tiro al bersaglio per il gusto di ferirti, narcisisti, violenti ed egoisti. L’unica cosa che posso provare a pensare è che nemmeno con loro la vita è stata clemente, ma con questo non li perdono. Nell’adolescenza sono andata a vivere da una mia parente e 2 anni fa è morta, è stata l’unica persona a volermi bene.
Non ho mai ricevuto amore, dolcezza, sai nemmeno un: oh sai so che vai bene a scuola, continua così. Nulla, molto spesso non avevamo nemmeno i soldi per mangiare o comprarmi un paio di scarpe perché lei si doveva fare. Per anni ho girato con le scarpe spaccate o con vestiti di 2 o 3 mano che mi regalava la scuola (affiliata a parrocchie locali). Inutile dire che tutti sapevano e nessuno ha mosso un dito per aiutare una ragazzina in difficoltà. Ma anzi mi emarginavano per i miei genitori. Tutto questo ha provocato in me un odio feroce verso il mondo e verso chi aveva una vita normale, insomma guardavo i miei compagni di classe e mi chiedevo perché io non potevo avere una vita normale. Poi questo odio lo reprimevo perché pensavo e lo pensò tutt’ora che ognuno ha i suoi problemi e le sue battaglie. La mia storia mi ha insegnato una grande lezione: renditi indipendente, mantieniti da sola, non devi mai aver bisogno di qualcuno, non dipendere emotivamente da nessuno. Ecco come è nata la mia paura di vivere. Non voglio giustificare tante puttanate che ho fatto con la mia storia, ci mancherebbe. Ma con questo dico che prima di imparare certe cose ne ho dovute assimilare altre per sopravvivere e ritagliarmi con forza il mio posto nel mondo. Lo dico e lo ripeto; sono una Analfabeta Emotiva e l’idea di legarmi a qualcuno è una delle cose che più desidero e al col tempo mi terrorizzano perché significa dipendere emotivamente ed umore all’altro
Mi sa che hai ragione ad essere cauta per il momento Darker e concordo sul fatto che finché non si guarisce dalle ferite e non si trova la propria dimensione e una sorta di nuovo equilibrio, un legame con gli altri può essere anche destabilizzante. Mentre leggevo la tua storia mi saliva la rabbia solo nell'immaginare una bambina che vive in mezzo ad una tempesta fatta di negligenza, eccessi e totale mancanza di stabilità e affetto. Che deve reprimere i propri bisogni passando le giornate come se camminasse sui gusci d'uovo nella costante paura che ogni piccola cosa potrebbe trasformarsi in un dramma. Per non parlare del fatto che hai avuto la sfiga di incrociare gente che ha preferito giudicare o girare la testa da un'altra parte di fronte alle difficoltà di una bambina indifesa, costretta a sopravvivere in mezzo ad uno scempio. Perdonami la schiettezza e pure l'ignoranza perché quello che sto per dirti si basa su un'esperienza indiretta, vissuta tramite l'amicizia con persone che avevano genitori abusivi, alcolisti ecc., e pure sulle mie supposizioni che mi permetto di fare considerando il fatto che nel viaggio verso la guarigione tutti gli ex-bambini feriti nell'anima me compresa, hanno dovuto attraversare un periodo più o meno lungo costellato di eccessi e di sensazioni contrastanti, tipo i sensi di colpa, smarrimento e tanta rabbia repressa. Ci sono due persone che conosco e che possono avere una storia simile alla tua e in parte anche alla mia. Una ha trovato pace, l'altra sta ancora lottando, ma questo non ha importanza. Volevo dirti quello che mi hanno trasmesso e raccontato della loro sofferenza. Con questa mia amica ci conosciamo dal 2008 e l'ho vista trasformarsi da persona un po' chiusa che se la cavava sempre e comunque da sola, che era indecisa su qualsiasi opinione da esprimere, che chiedeva scusa per qualsiasi cosa, ma poteva anche soffrire di improvvisi scoppi d'ira ed essere facilmente gelosa del uomo con cui stava, in una donna che tiene alla sua famiglia, non ha paura di dire la sua, coltiva diversi interessi e ama suo figlio senza soffocarlo. L'ho scritto perché molto tempo fa mi disse di aver paura di diventare iperprotettiva se dovesse aver figli, anche lei purtroppo aveva un padre alcolizzato e una madre dipendente da tranquillanti che passava le giornate a trascinarsi per casa e che per quieto vivere gli lasciava picchiare i figli. Non troppo tempo fa è stata proprio lei a dirmi di essersi sentita sempre in colpa se doveva o voleva fare qualcosa per se stessa, tipo prendersi cura di se o semplicemente esprimere la propria opinione. Diceva pure che da ragazza si era inconsapevolmente creata una dinamica in cui credeva di essere meritevole solo se riusciva a seguire degli standard impossibili di quasi-perfezione e di aver spesso provato un'incomprensibile rabbia quando percepiva che le cose attorno a lei non venivano fatte 'a modo'. Oggi è una donna realizzata, sorridente che sprizza positività da tutti pori e a volte mi sembra impossibile che da ragazza abbia attraversato un periodo in cui si dava via ai festini fino a restare incinta e dover abortire, in cui viveva solo di rapporti burrascosi e di drammi. Mi disse pure un'altra cosa; che per molto tempo ricercava il dramma, senza rendersene conto, perché per lei quella era la normalità. Chiaro che queste cose così intime e tormentate non sono venute fuori nel giro di due pomeriggi davanti un caffè, ma pian piano negli anni, anzi se ci ripenso le prime volte dopo averla conosciuta mi pareva un'insopportabile perfettina del cavolo ed ero cascata dalle nuvole quando una volta accennai ad un mio problema e quella che vedevo come una ragazza fin troppo a modo, e lei capì perfettamente. Non credo avesse mai fatto una terapia vera e propria, lavora come educatrice e so che è specializzata in counseling. Lei dice che l'ha aiutata molto pure la meditazione. Comunque sia, anche il suo percorso non è stato ne breve, ne facile. Poi c'è un mio ex-collega cuoco che mi ha salvato il culo mille volte al lavoro specie nell'ultimo anno in cui la malattia ha inziato a darmi un po di filo da torcere. Lo considero praticamente un fratello e faccio fatica a vederlo diverso da come si è mostrato verso di me, gentile, umile, altruista, magari fin troppo perfezionista sopratutto al lavoro, ma quello lo sono un po pure io per cui su sto fronte andavamo d'accordo. Tuttavia era tendenzialmente insopportabile con chi non corrispondeva ai suoi standard e poi tremendo con le donne. Mai una storia che durasse più di un paio di mesi, e tutte le volte uguale. All'inizio erano tutte splendide, poi gli trovava tutti i difetti del mondo e troncava oppure diventava talmente geloso che chiudevano loro. A parte questo è un ultras sfegatato con un paio di condanne a carico e a periodi ricade nella coca. Abbiamo iniziato a parlare dopo che ho assistito a una delle scene in cui su babbo alcolizzato passava al ristorante per chiedergli soldi per le sigarette. Quando mi ha raccontato un giorno che ogni due per tre lo picchiava con la cinghia, ero sorpresa dal fatto che lo considerasse una normale educazione. Però dopo avergli detto un particolare della mia vita e stato proprio lui a farmi notare che una persona della mia famiglia che continuavo a vedere nonostante tutto come buona, mi aveva in realtà fatto del male. Vabbe, sono racconti un po' sconnessi e in italiano purtroppo scrivo come scrivo, spero si capisca almeno la parte che riguarda la difficoltà di fidarsi e di riuscire ad avvicinarsi verso gli altri senza restarne travolti.
Inserisci nuovo commento
Iscriviti!

Cara Darker
Quando hai indossato un'armatura per così tanto tempo, togliersela non è affatto facile. Si recuperano i sentimenti, le emozioni, i brividi repressi e fa tanta tanta paura. Non ho la tua stessa storia, ma conosco le emozioni che descrivi. Anch'io dopo anni di disillusione ho trovato una terapeuta veramente in gamba e lo sai? Sto peggio, ma ho capito che quando apri un rubinetto chiuso da tanto tempo, prima che l'acqua limpida uscirà il fango e tutto lo schifo che si era accumulato fino a quel momento. Ora esce il dolore, ma sono fiduciosa che presto l'acqua diventerà cristallina. Adesso sei in bilico fra questi nuovi sentimenti e la paura di provarli. In fondo devi ringraziare questa prof. per quanto ti tormenti il pensiero di lei, ti sta aiutando a riscoprirti. La strada è lunga ma meglio percorrerla che restare fermi e impotenti, così mi sono sempre sentita ma adesso non sono più una bambina e mi posso difendere. 1) Anch'io trovo più semplice sfogarmi con emeriti sconosciuti, almeno non devi dare troppe spiegazioni (al massimo ti prendi qualche offesa 😂) ma molto meglio di quelli che parlano alle spalle. Anche se per scritto lo preferisco, almeno uno può rispondere.2) Alla tua lista non credo ci sia molto da aggiungere, complimenti la sai lunga.
O divagatoooo ... baci 😘