Ven

11

Ott

2019

Scuola

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Ira

Scegliere un liceo dove già una ragazza nel 2002 si era suicidata é stata la mia prima scelta sbagliata. Ho vissuto gli ultimi giorni li pensandomi gettata da quella stessa finestra del terzo piano e liberata finalmente da tutto quello che stavo vivendo. É cominciato tutto al secondo anno, quando stanca di passare le ricreazioni in bagno, ho deciso di perdere peso, non che fossi grassa, ma perché il magro in quella scuola piaceva a tutti. Cominciai il terzo anno piena di nuove ambizioni, persone che mi parlavano e persone che volevano essere mie vicine di banco, finalmente avevo amiche, amici e fidanzati. Da li tutto però mi sfuggì di mano, la gente che mi stava vicino voleva solo farsi vedere con me, non gli interessavo per nulla e così che continuai a perdere peso per voler acquistare l'amicizia, niente sapendo che era inacquistabile, non era per me, ragazza del sud, destinata ad essere terrona. Cominciai così a fumare e a tagliarmi, l'unico obiettivo era cercare di punirmi per non essere accettata, arrivai un giorno in classe con il braccio destro edematoso e pieno di tagli, tutti i compagni se ne accorsero preoccupati, i professori fecero finta di non vedere nonostante un ragazzo lo disse esplicitamente che avevo il braccio mal messo.quel giorno all'ultima ora scoppiai a piangere e al suono della campanella corsi a prendere l'autobus che mi avrebbe portato lontana da tutto e tutti, spensi il cellulare, ma fui ritrovata da mio padre che mi riportò a casa. Arrivata al mio nido, miaadre piangeva, lei é rimasta dal terzo anno al quarto appesso alla mia forma di depressione che aveva il nome di anoressia. Il malessere si esprimeva con la voglia di tagliarmi, poi si trasformò nella voglia di stare al buio, poi nella voglia di non mangiare e correre fino a che nom vedevo piú per poi finire con una bella sigaretta, la voglia di avere sempre un ragazzo attorno. Quest'ultima cosa mi fece compiere un grosso errore, andare a finire in casa di un ragazzo di 9 anni piu grande di me, io ancora minorenne, che al primo no, minacciò di uccidermi, cercò dapprima di strangolarmi, poi di soffocarmi con un cuscino e poi non ricordo piu nulla, solo che ero senza vestiti che piangevo all'angolo della stanza. Mi ricordo che ho passato i giorni a seguire chiusa in casa nel buio di camera mia, senza mangiare, dicendo che mi sarei uccisa perché nom avevo nulla da perdere. Infatti persi tutto, ma perché non avevo mai avuto niente, da quella terra arida e restia della pianura padana. Rischiai di essere il.secondo suicidio in quella scuola.

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