Lun
21
Ott
2019
food feed me
non so neanche in che categoria mettere il mio sfogo. Comunque sono una ragazza di 29 anni. Quando avevo 13 anni ho cominciato ad avere un rapporto non sano con il cibo. Ho cominciato a mangiare tantissimo ogni giorno e sono ingrassata come una vacca. Era quello che oggi definiscono il binge eating. Ma io all’epoca non lo sapevo e non capivo. Vi lascio immaginare il bullismo che ho subito in quegli anni. Ma non voglio soffermarmi su questo, che è un altra storia. Poi verso i 16/17 ho cominciato a controllarmi e a cercare di mangiare sano. Ho raggiunto il mio peso forma ma poi sono caduta in un altro disturbo alimentare. Poiché amavo il cibo, ho cominciato a rimettere quello che mangiavo ma questo è durato poco poiché vomitare era faticoso e allora ho iniziato a evitare il cibo. A 19 anni finisco al pronto soccorso dopo essere svenuta. La bulimia stava lasciando posto all’anoressia. Come ne sono uscita non lo so ancora. Mi fa male ripercorre questi anni di merda ma vorrei proprio capire perché ancora oggi, a distanza di anni, io non riesco a vedere il cibo soltanto come cibo. Nei periodi di stress mi capita ancora di abbuffarsi oppure di passare giorni senza mangiare quasi niente. Odio il mio passato e odio me stessa perché non riesco ad uscirne al 100% nonostante gli sforzi. La tristezza mi avvolge pensando di non essere mai stata come le altre ragazze. E ad oggi confermo che mi sento diversa. Sbagliata. Come se non riuscissi a nutrire il mio corpo per vivere ma usassi il cibo per nutrire ogni mia emozione e sentimento.
6 commenti
Joe ma tu sei psicologo per caso?
Anonimo alle 17:16 del 21-10-2019
mi sento diversa. Sbagliata. Come se non riuscissi a nutrire il mio corpo per vivere ma usassi il cibo per nutrire ogni mia emozione e sentimento.
Ciao cara, sei in buona compagnia, ti dico solo questo perché non mi va di scendere in dettaglio. Non sentirti mai sbagliata perché non lo sei. Nessuno lo è. I disturbi alimentari sono dei disgraziati che giocano sulla vergogna, sul senso di inadeguatezza, ma stai solo vivendo un disagio come un altro. Si risolve.
La psicoterapia è molto utile, pensaci se non l'hai presa in considerazione, ma per me non è stata risolutiva al 100%.
Lo sport invece mi ha cambiato la vita, e sicuramente tu o non lo pratichi o ti fai allenamenti leggeri altrimenti non potresti permetterti di mangiare come ti pare. Praticare seriamente una disciplina sportiva vuol dire incrementare gradualmente le prestazioni fisiche per poter salire di livello e per farlo il corpo ha bisogno del cibo giusto in giuste quantità. Lo sport ti insegna ad essere disciplinata e quindi a gestire meglio le tue emozioni, utilissimo per chi soffre di fame nervosa. Anche la percezione del corpo cambia, impari ad apprezzare la sua funzionalità, che non è scontato. Di solito si apprezza più la bellezza di un corpo, invece ha una funzione ben precisa, serve per stare al mondo e te ne accorgi migliorando le sue prestazioni perché vivere diventa fisicamente meno faticoso. Ovviamente se pensi al tuo corpo come il mezzo che ti consente di vivere, lo tratti bene, lo nutri bene, al pari dell'intelletto.
Coraggio!
Difficile alle 17:33 del 21-10-2019
La gente dice tante cose qui e là, in rete, le modelle, signora mia, l'anoressia, la bulimia, gli abusi, ecc. I disturbi del comportamento alimentare hanno una radice profonda che ha a che fare con la precezione di sé, dei propri impulsi e dello spazio corporeo. Senza nulla togliere agli sforzi che fai e hai fatto da sola, c'è una sola figura che può darti indicazioni e rimedi efficaci, senza girare in tondo: lo psichiatra. Fai una o più visite, il resto viene dopo. Chi ti dice altro se ne assume la piena responsabilità.
Anonimo alle 18:42 del 21-10-2019
c'è una sola figura che può darti indicazioni e rimedi efficaci, senza girare in tondo: lo psichiatra
Dissento. Lo psichiatra tratta i disturbi alimentari con i farmaci, giustamente è un medico. Va benissimo se uno vuole seguire questa strada, ma quando smetti di prendere i farmaci? Come hai detto tu giustamente il problema ha a che fare con la percezione di sé. Quella va risanata e non ci sono farmaci per questo.
Difficile alle 19:26 del 21-10-2019
c'è una sola figura che può darti indicazioni e rimedi efficaci, senza girare in tondo: lo psichiatra
Che mondo limitato.
"Solo" lo psichiatra.
E gli altri si assumono la responsabilità di ciò che affermano.
Io me la assumo. Tu te la assumi?
Ma te sei un Anonimo, puoi scrivere quello che ti pare, giusto.
"Anonimo ha detto"
Stikazzi.
L'ha detto uno scienziato.
OldJoe alle 20:40 del 21-10-2019
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Ti do il consiglio che ho dato 1000 volte a diverse persone: studia psicologia. Fai ricerche in rete e ripecorri il tuo cammino esistenziale. I disturbi della condotta alimentare sono espressione di disagio psichico. E non vengono da soli, c'è sempre un inciampo nel percorso evolutivo che li scatena. Devi salire di livello, trovare le cause. Come hai appreso che il tuo comportamento si chiamava binge eating puoi scoprire altre cose.
Altro tuo disagio attuale (ce l'abbiamo in tanti) è quello di volgere il pensiero al passato (ed è giusto farlo), fare bilanci e capire che hai perso occasioni di crescita e perché no, di divertimento, a causa dei tuoi passati disturbi.
Non sei la sola: per questo bilancio che ti lascia insoddisfatta hai bisogno di tempo per accettare il lutto (non è un lutto in senso stretto ma tecnicamente sì), però puoi fare di meglio se nel frattempo, mentre "smaltisci", studi questi argomenti.
Per fare un esempio simbolico immaginiamo che hai in mano un fucile e spari al tuo nemico (il disturbo alimentare - chiamiamolo Soldato). Se guardi meglio c'è un altro nemico dietro di lui, che non hai ancora inquadrato (è nascosto e non lo vedi bene - chiamiamolo Generale di Corpo di Armata). Per vincere devi uccidere il Generale.
Ciao ciao.