Mer
25
Set
2019
La traversata
Stretto
Tra due minuti tocca a voi, tenetevi pronti, preoccupatevi solo di raggiungere la vostra barca e poi affiancatela fino all'arrivo e, mi raccomando, godetevi la nuotata. L'atmosfera è vibrante di adrenalina sulla spiaggia popolata di uomini e donne (poche, stranamente) in costume, occhialini, e cuffia (solo un paio indossano la muta). Le partenze sono scaglionate. Trenta persone seguite, a gruppi di tre, da dieci barche che seguono la rotta delle correnti, in continua variazione, e che delineano quindi percorsi completamente differenti. Nel giro di pochi minuti ci si troverà completamente sparpagliati per lo Stretto. Così mi hanno raccontato poi gli accompagnatori, perché io, come tutti gli altri colleghi forsennati, avrei visto soltanto la fiancata della mia barca e il blu intenso e senza fondo del mare, per quello che mi avrebbe consentito l'appannamento degli occhialini. Difficile stabilire un'età media dei partecipanti. È un umanità abbastanza assortita per provenienza ed età appunto. Molte però sono le persone di mezza età, come ormai è possibile notare in qualsiasi contesto sportivo amatoriale.
Personalmente non ho mai partecipato a queste kermesse. Anzi, mi sono sempre tenuto alla larga da maratone, mezze maratone, raduni ciclistici e altra attività in cui ormai noi vecchi siamo diventati protagonisti, in questa sorta di epidemia sociale che ci vede tutti alla ricerca di una seconda giovinezza. Negli scorsi anni mi sono limitato a tenermi in forma con un po' di palestra. Il caso e le vicende della vita, però, mi hanno portato quest'anno ad intensificare la mia attività fisica. Dalla fine di aprile, per diverse settimane, ho dedicato un paio d'ore alla piscina, un paio di chilometri per quasi ogni giorno. L'idea della traversata dello Stretto mi è stata lanciata da un mio lontano cugino, lui sì dedito a qualsiasi tipo di attività fisica open air, dalla maratona al ciclismo su strada e in montagna. Non mi sono mai sentito troppo coinvolto in questo voler mordere la vita in un'incessante ricerca di una nuova avventura, di un nuovo progetto che ti aiuti a dare un senso a questa esistenza. Questo voler aggiungere qualcosa di epico da poter raccontare e condividere come un novello tassello della continua ridefinizione di un tuo posto nel mondo, man mano che lo senti sbiadire, man mano che ne avverti uno sgretolamento che è soprattutto nella tua mente piuttosto che nei fatti. Del resto è solo lì, nella tua percezione, che abita questa realtà.
Cinquecento
Via! Cazzo ma lo sto facendo veramente? Ho guardato la sponda calabra dalla mia stanza ogni giorno per tutta la mia adolescenza. Spesso, mentre studiavo, mi distraevo col binocolo e guardavo i treni che si formavano alla stazione di Villa S. Giovanni per partire verso il nord Italia, diretti verso un altrove che mi sembrava carico di vita ed occasioni che confusamente avvertivo come necessarie ed improcrastinabili. L'idea della traversata a nuoto era qualcosa di mitologico allora, qualcosa che, nella percezione comune, solo atleti eccezionali erano in grado di compiere. Da tempo non è più così. Come dicevo, e come è noto, la pratica sportiva amatoriale si è diffusa a macchia d'olio e una nuotata su una distanza di tre chilometri e mezzo è qualcosa che chiunque è in grado di affrontare con un minimo di allenamento. Del resto, dalla spiaggia del capo, la distanza con il continente sembra davvero esigua, ci andavamo spesso a bighellonare da ragazzi, nelle giornate di sciopero. Questa mattina però non mi sembra così a portata di mano e quando mi tuffo, e cerco il ritmo con le prime bracciate, ho ben presente che una vasca così lunga non l'ho mai fatta in vita mia. L'acqua non è così fredda come ricordavo. Del resto settembre è un mese magico, una luce diversa, più intensa, ma anche più riposante, e la temperatura del mare che restituisce il calore incamerato per tutta l'estate.Cinquecento! Lo urlo fuori dall'acqua. Sono i metri che abbiamo percorso e che comunico, come d'accordo, ai miei compagni di avventura. Non ho gadget tecnologici né orologi e non ho mai avuto l'ossessione dei tempi, ma per darmi un obiettivo nelle nuotate a mare ho sempre contato le bracciate, fino ad elaborare un rudimentale metodo di calcolo della distanza percorsa che il barcaiolo, dotato di GPS, mi confermerà essere non così impreciso. La notizia ha un buon effetto sull'umore del nostro compagno di traversata (l'altro è quel mio cugino) che all'impatto con l'acqua era andato in panico totale. Il freddo dell'acqua, la paura per il fondale che in poche bracciate si inabissa fino a non essere più visibile, una sensazione di vomito che altri, più prosaicamente, definiscono caga. Lo abbiamo un po' incoraggiato (non l'ho detto prima, dandolo per scontato, ma la traversata era non competitiva) ed è andato avanti a rana per tutto il primo tratto. Quando ho urlato la distanza pensava di aver percorso solo duecento metri. Radio barcarolo, che ne ha viste tante, lo dava già per ritirato. Il phisique du role del resto non aiutava. Spalle un po' cascanti, vita 'abbondante'... per definirlo, mia cugina, che era tra gli accompagnatori a seguito, aveva ripescato la messinesissima espressione di 'arancinu ch'i pedi'. Ma in acqua io ho imparato a diffidare delle apparenze. Fisici palestratissimi che disperdono potenza in gesti inutili e arancini ch'i pedi, per l'appunto, che vanno come schegge.
Acque profonde
Pensare che, all'inizio dell'anno, mi chiedevo se non fosse il caso di disdire l'abbonamento alla società canottieri dove poi mi sono allenato tutta l'estate, dove sono iscritto da anni e che negli anni è costato una bella cifra per me e per tutta la famiglia. Ma la prospettiva per me era quella di lavorare ormai all'estero, per grandi istituzioni e con ben altri compensi. Quanto avrei potuto sfruttare quell'abbonamento?
È successo, però, che le cose abbiano preso una spiacevole piega inaspettata. Il mio approccio 'out of the box' in ambito lavorativo non sempre viene apprezzato. Soprattutto in contesti istituzionali di alto livello nei quali mi sono trovato ad operare ed in cui, come spesso succede, le persone vogliono sentirsi confortate da un modo 'strutturato' di affrontare le questioni e dove un metodo fortemente 'orientato alla soluzione' non sempre paga. A volte le figure con cui collabori non si accontentano del fatto che tu sia in grado di fornire una soluzione ma vogliono capire con quale metodo tu l'abbia ottenuta. Perché questo modo di approcciare i problemi può apparire talvota geniale, altre naïf, ed entrambe le visioni sono, per così dire, legittime. È così che, da un giorno all'altro, mi sono trovato senza lavoro con un preavviso che, per usare un eufemismo, potremmo dire risicato. L'istituzione si faceva forte di un scellerato contratto che prevedeva una rottura immediata e senza preavviso con la società di recruitment con cui invece io avevo stipulato un regolare contratto annuale. Siamo andati in causa con la società di recruitment ma, in attesa di ricevere un risarcimento, mi sono trovato, dopo tanto tempo, di nuovo sul mercato. Il curriculum prestigioso è un'arma a doppio taglio. Non puoi abbassare richieste economiche e demansionarti più di tanto senza destare sospetti. Peccato perché per il mio profilo le richieste in Germania fioccavano e fioccano, ma richiedono quasi tutte la conoscenza del tedesco di cui ho acquisito solo pochi insufficienti rudimenti. Ed è così che alla fine di marzo sono rientrato in Italia e ho dato inizio ad un valzer di colloqui per accordi di collaborazione ormai raggiunti e subito dopo saltati, per i motivi più disparati. Un valzer durato fino a prima delle vacanze estive, quando un mio ex-collega, socio di un'azienda di consulenza, mi ha offerto finalmente un contratto. Giusto un nanosecondo prima che esaurissi tutte le mie disponibilità finanziarie.
Tornare indietro
Dalla Germania ero tornato in tempo per la laurea di Figlio. Dopo la separazione i rapporti con Laura si erano ulteriormente deteriorati. Non voleva più sentirmi nemmeno per telefono. Avevo fatto passare del tempo nella speranza che le cose si appianassero. Non avevo in mente di tornare indietro ma avevo una confusa voglia di mantenere un feticcio di rapporto civile. Era solo questo? Davvero non volevo tornare indietro?
Niente era cambiato nelle dinamiche e soprattutto nella percezione di Laura riguardo al nostro rapporto. Ricominciare sarebbe significato ritornare, presto o tardi, sugli stessi problemi, quelli che ci avevano nuovamente allontanato dopo esserci riconciliati mille volte. Ma mi mancava. Mi mancava moltissimo, lei, Figlio, la mia vita familiare. Improvvisamente mi ero ritrovato con molto tempo libero, nella mia bella casina ed in un quartiere delizioso. Dovevo restare in zona su consiglio dell'avvocato e del resto l'affitto era già stato pagato. Mi godevo l'inverno mite andando a fare jogging lungo il fiume o a leggere al parco sulle panchine al sole tra pensionati, studenti, clochard e lavoratori in pausa pranzo. La chitarra che mi ero portato si era rivelata insospettabilmente preziosa. Dopo decenni avevo ripreso a scrivere canzoni e, non contento, le avevo cominciate ad incidere con la strumentazione acquistata in un bel negozio di strumenti musicali. Il ricordo di quel mese e mezzo è molto dolce e malinconico. Qualche volta mi concedevo una cena al ristorante peruviano vicino casa che era estremamente accogliente. La ragazza simpaticissima, con cui parlavamo un misto di inglese, spagnolo e una spruzzatina di quel poco tedesco che avevo imparato, mi faceva accomodare sempre allo stesso tavolo. Mi ritrovavo a passeggiare sulla Berger Straße con i suoi negozietti. Avevo messo gli occhi su un delizioso trench nero che sarebbe stato una favola addosso a Laura. Già Laura. Lei era prossima al compimento dei suoi cinquant'anni. Decido di azzardare e di chiamarla il giorno del suo compleanno. Mi risponde. Il tono è finalmente conciliante. I messaggi sono più distesi. La prospettiva della laurea di Figlio contribuisce a smussare gli spigoli della comunicazione che, fino a quel momento, verteva quasi esclusivamente sui soldi. E lei che mi parla della necessità di parlare a quattr'occhi. Le propongo di venire a trovarmi per un weekend. Mi ringrazia ma oppone motivi di impegni di lavoro e di opportunità di risparmiare da parte mia. Non insisto.
Offro il viaggio a mia mamma con il quale il rapporto è piuttosto difficoltoso da molti anni. Lei in Germania ha passato i primi anni del suo matrimonio, quando sono nato io. Passiamo qualche giorno insieme in serenità. È stata una buona idea. Prima di tornare in Italia faccio la pazzia e passo al negozietto a comprare il trench. Ci si vedrà alla laurea di Figlio. Incontro lì anche i miei suoceri ed i miei cognati in un'atmosfera un po' imbarazzata. Al pranzo di laurea Laura ed io sediamo accanto al centro della tavola. L'atmosfera è moderatamente gioviale anche se in un sottofondo di disagio. Con mia suocera ci si scambia qualche sguardo di intesa. Ci siamo sempre voluti bene. Con Laura, nei giorni precedenti, ci eravamo incontrati per un aperitivo e le avevo consegnato il mio regalo. Era sorpesa e confusa. Le dico di aprirlo a casa, proposta che accetta comunicandomi con un messaggio il suo gradimento e ringraziamento. Nei giorni successivi alla laurea c'è un suo concerto in associazione. Le propongo di rivederci lì. Lei replica che la cosa è prematura e la metterebbe in imbarazzo. Imbarazzo. A Messina c'è un espressione che solitamente viene transcodificata con il modo di dire "Fare il pesce in barile". Si dice fare "u sceccu 'nto lenzolo", ossia l'asino nel lenzuolo. Non ne conosco la genesi ma io sono convinto che il significato sia molto più raffinato. Il pesce in barile si mimetizza alla grande e ci vuole un occhio fino per poterlo individuare. L'asino nel lenzuolo non si mimetizza affatto, se non nella sua convinzione di non essere visto perché dall'esterno è perfettamente individuabile. Imbarazzo. Eccolo il lenzuolo dietro il quale si nascondeva Laura pensando di far riferimento ad un generale imbarazzo di amici e persone che conosciamo in fondo superficialmente. Rispondo di non giocare con la parole e a questo punto di dirmi di chi sarebbe questo imbarazzo. Mi risponde dicendomi che l'imbarazzo ci sarebbe stato anche senza la presenza di Michele. Michele. E chi cazzo è Michele. Credeva che fossi al corrente di tutto e la volessi provocare, non si è resa conto che le sue stesse parole avevano reso, per me che la conosco da mezza vita, tutto lampante. Una storia che andava avanti dall'inizio dell'anno. Lei aveva voltato pagina. Io l'avevo lasciata in sospeso.
Da quel momento tutto è cambiato. C'è stato un incontro in cui le ho chiesto di parlarci chiaramente. L'incontro è stato burrascoso. Da quel momento i toni sono tornati ad inasprirsi. A quel punto sono stato io a togliere tutte le occasioni e non volerle parlare né guardarla più in faccia. E di occasioni ce ne sono state. Perché ci si incontrava proprio alla piscina della canottieri. Lei da sola o con Figlio, io per il tempo della mia nuotata - che poi si è trasformata in allenamento - oppure a leggere sulla sdraio. A volte nuotando nella corsia accanto ed ignorandosi. Un giorno, previo accordo, sono anche passato da casa per prendere le cose residue. Le avevo chiesto invano di evitare di incontrarci ma lei ha voluto presenziare. Ci parlavamo ma io non l'ho mai guardata. Sono passate settimane e mesi. Io ho cominciato a metabolizzare. Michele lo conoscevo di vista. Prima di conoscere lei. Mi è sempre sembrato un tipo a posto devo dire. In quell'incontro lei mi ha detto che tutto è successo per caso e che aveva la sensazione di aver incontrato una persona che finalmente la capisce. Durissima da digerire ma il bicarbonato fa miracoli.
Terra!
Ci ricompattiamo al traguardo dei tre chilometri. Arancinu ch'i pedi si è abbastanza rinfrancato e nuota alla mia sinistra mentre mio cugino è rimasto un po' indietro. Ho continuato a chiamare le distanze percorse ogni cinquecento metri ma adesso, adesso la costa è lì davanti. Le macchine che passano sulla statale sopra il costone di roccia, il pilone sopra di noi. Fino a quel momento non mi ero mai soffermato a guardarmi né indietro né avanti, se non per una fugace occhiata. Sempre e solo blu del mare e fiancata della barca di accompagnamento. Ma adesso mi sembra incredibile, dopo una nuotata, aver acquisito una prospettiva di cui, fino a quel momento, avevo potuto godere solo dal traghetto al momento dell'attracco. Mancheranno un cinque-seicento metri. Ce l'abbiamo fatta, ci diciamo felici e un po' increduli. Il giorno prima lo scirocco sollevava delle belle onde, il cielo coperto. Sarebbe stato proibitivo in quelle condizioni ma il vento è calato improvvisamente nel cuore della notte e per quel braccio di mare è sufficiente a riportare la calma. Questa mattina di primo autunno è luminosa e meravigliosa. Passato il primo attimo di leggero sgomento, quando il fondale sparisce dalla tua visuale, è impagabile nuotare nel blu profondo. Non so spiegare con precisione cosa mi abbia portato a decidere di intraprendere questa sfida. Ho deciso solo alla fine di agosto, ho contattato l'organizzazione e ho trovato un buco lasciato dalla rinuncia di altri. Pensavo di conferire a questo evento una sorta di catarsi, di simboleggiare un passaggio. In queste settimane, il pensiero di questo appuntamento, mi è stato di aiuto per digerire una solitudine che la sera comincia a pesarmi. Non ho più la stessa ansia di qualche mese fa. Riprendere a lavorare mi ha ridato quella stabilità che mi serviva. Ho ottenuto il risarcimento dalla Germania. Le notti ho ripreso a dormire e anche gli incontri con Laura, in cui ci si ignora, non fanno male. Ma lei ha cominciato a venirmi a trovare più o meno ogni notte in sogno e io mi sveglio con una sensazione mista di vuoto rabbia e dolcezza prima di alzarmi e andare incontro al mio giorno. Che però affronto senza rivolgermi indietro e scacciando sapientemente tutte le varie circostanze in cui mi sovviene un momento del passato legato a un luogo, una luce, una frase, un'immagine, un silenzio. Solo qualche sera fa mi è capitato di emozionarmi. Ero all'Osteria del Ciliegio dove prima andavamo assieme con Laura e dove ogni tanto faccio capolino da solo per una birra. Era una serata abbastanza fiacca. Il titolare aveva cominciato a mettere della musica assurda, Giuni Russo, Loretta Goggi. Quando vado per pagare mi fa. Dai scegli un brano. Non mi viene in mente niente. Dai possibile. Alla fine non so neanche perché mi viene in mente Amarsi un po' di Battisti. Le parole mi accoltellano. Amarsi un po' è come bere, difficile come respirare... però volersi bene no, partecipare, è difficile, quasi come volare. Devo nascondermi alla vista quando prendo il resto. Poi esco a piedi e la musica mi accompagna per un bel pezzo quando esplodo in un singhiozzo che dura una decina di secondi. Spesso riconosciamo i nostri errori tardi e poniamo riparo in un'altro contesto. Laura mi aveva tra le righe confessato che non era tutto rose e fiori nel nuovo rapporto e che sapeva benissimo che era anche lei ad avere un problema. Ed è così che può capitare di far tesoro delle brutte esperienze e poi migliorarsi in un nuovo contesto. Questo pensiero mi uccide quando mi sfiora ma in qualche modo ho imparato a conviverci.
Arancinu ch'i pedi s'è ripreso alla grande e adesso ci dà dentro. Ha uno stile assurdo, nervoso, a strappi, tutto di braccia, le gambe immobili, ma in qualche modo è efficace perché prende la testa del gruppo e si dirige spedito verso la costa rocciosa. Il mio stile? Avessi nella vita questa regolarità di bracciata. Ritmo sempre uguale, respirazione destra sinistra ogni tre bracciate, senza pretese ma che fa il suo onesto lavoro. Seguo un po' distanziato. e finalmente riappare il fondale alla vista. Basterebbe toccare uno scoglio ma io mi voglio proprio sedere. Mi infilo in un'insenatura mentre da dietro mi urlano tocca! tocca! E alla fine arrivo anch'io. Ultimo del mio gruppo visto che mio cugino ha tagliato a sinistra e si è accomodato su uno scoglio un po' più al largo. Raggiungo la barca e riattraversiamo lo Stretto per tornare al punto di partenza. La traversata è compiuta. Ha richiesto meno sforzo del previsto e, una volta completata, è già evaporata rapida come un sogno, tanto per infilarci una scontata citazione di Calderon de la Barca. A questo punto dovrei fare un paragone con la traversata della vita, quella di un amore finito in attesa di un nuovo che può sbocciare ma se c'è una lezione che ho imparato da questa esperienza è che, durante il tragitto, non hai mai la minima percezione di quello da cui ti allontani e di ciò a cui ti avvicini. L'unica cosa che vedi è il blu del mare e la fiancata della barca che ti guida, sperando e fidando che ti porti a destinazione. Mi toccherà cominciare a credere in Dio?
35 commenti
Super sexy Cole.Bentornato
Eggià, non si sfugge dall'isola di Sfoghiamoci. Alla lunga tutti ritornano.
Sarebbero molte le cose da dirti Coleridgecaro, ma lo sai che sono cazzaro e per ora mi viene solo da citarti quello che mi è venuto in mente quando ho letto della tua ex con Michele (l'infame amico traditore di Alessio Boni nella prima serie de "la strada di casa"): tu regalagli un trucco che con me non portavi e loro si stupiranno che tu non mi bastavi... Non son riuscito a cambiarti, non mi hai cambiato, lo sai...
Per intanto... buone nuotate e per ora stai alla larga dall'ultima Thule.
Quindi hai intavolato tutta sta minchiata di "arancino con i piedi" per dire che ti sta sui coglioni che la tua ex se la faccia leccare da Michele. Ma caro mio... I casi sono due: gliela porti via, sempre ammesso che tu la voglia veramente, e il tuo pianto non sia alimentato da una fiamma nostalgica che brucia un impasto di cera antica.
Oppure...
Fai una nuova attraversata, senza però prendere la barca per tornare, perché la, nella "nuova terra" dopo la fatica, è probabile che ci sia una lei che possa farti avanzare nel tuo cammino. Solo lei ti darà la forza, ti renderà migliore.
E non aspettare troppo, cazzo, hai una certa età.
Non dovrei essere io a dirti queste cose...
Caro Michele... โน๏ธ
Ma non era quel film anni 70 con la Melato?
Scusa Cole, ma leggo questi commenti e non resisto.
Ma sì! Che c'è quel tizio che canta Ay Carmela!
El ejército del Ebro...
Rumba LaRumba LaRumbambà
Bellino quel film... ๐จ
Cole anche tu hai avuto le tue Michele , sei un uomo troppo intelligente per non accettare una cosa così normale .
Quoto Borromeo, sarebbe sembrato strano il contrario.
Fa male lo stesso. Anche se si capisce.
La comprensione o l'intelligenza non funzionano come analgesici.
Bentorhato. Qualcuno puoò fornire un breve riassunto del testo?
Anonimo ti aiuto io.
C'è Coleridge che mentre imita Beppe Grillo nell'attraversamento a nuoto dello stretto di Messina, per sconfiggere la fatica rimembra gli eventi di questi ultimi mesi. Ovvero mentre lui suonava la chitarra in terra straniera, qui in Italia c'era chi suonava la chitarrina della sua ex moglie. Questo gli ha gonfiato talmente le palle che ad un certo punto stava a galla come un gommone, arrivando così senza fatica in terra calabra.
Morale? Meglio stare in ammollo in acqua (meglio ancora nei liquidi femminili) che suonare la chitarra in spiaggia mentre un altro , subdolamente, limona la tua tipa.
Soldato non ci crederai ma ti voglio bene, grazie tantissimo per il tuo riassunto. Anzi mi è pure venuta voglia di leggere peddavero.
Se non ci fosse Soldato il sito ne soffrirebbe!! Meno male che esiste evvaiii a
Anch'io virtualmente vi voglio bene ♥๏ธ
Anche a Coleridge, naturalmente ๐
Parlerรฒ virtualmente a nome di tutti gli uomini, come ha fatto Soldato, integrando il riassunto con le info mancanti. .
Noi uomini siamo strani. Cole non avrebbe mai immaginato che la moglie avesse già voltato pagina. Le donne ci sorprendono sempre. Pensiamo 1000 cose ma non pensiamo a quelle più ovvie.
Cadiamo dalle nuvole. Per foruna il buon Cole è caduto in acqua e non si è fatto male e per fortuna non molto lontano dalla costa, fra la Sicilia e il continente, proprio nel punto in cui l'isola e il continente sono più vicini. Non più di tre chilometri e mezzo di distanza. E fortuna tripla che quel giorno c'era la nuotata di gruppo, altrimenti l'avrebbero rispedito in Libia come clandestino.
I poliziotti calabresi volevano denunciare suo cugino come scafista, ma dopo un lungo colloquio in un misto di siciliano, italiano, spagnolo e tedesco si sono chiariti.
Tutto è bene ciò che finisce bene.
Forza Cole, ti abbiamo punzecchiato un pochino ma è stato per il tuo bene. Non penserai mica che abbiamo scherzato per divertirci e basta, no? Ci fai così cattivi? No, dai, non ci posso credere.
Soldier ,il riassunto migliore di sempre!!!๐๐
Signori buongiorno,
che ci crediate o meno le sintesi di Soldato e OldJoe le amo anch'io. Non solo le amo ma le reputo non meno attendibili di una sinossi ufficiale che potrei fornire in qualità d'autore. Non c'è un'intepretazione autentica da fornire. Questo mai. Dal momento in cui qualcosa che abita nella tua mente prende una forma e viene condivisa con altri, sia un libro, un racconto, una poesia, una canzone o un quadro diventa patrimonio di tutti e non ti appartiene più. E' cosa nota.
Nel caso specifico poi parliamo di una vicenda, la mia personale con Laura, che su queste pagine ho avuto modo di descrivere e dettagliare in tutti i suoi aspetti praticamente in tempo reale a partire da quasi tre anni fa. Sono quindi nella posizione in cui davvero non posso rivendicare una maggiore consapevolezza delle mie dinamiche rispetto all'idea che puoi essersi fatta persino un lettore distratto, figuriamoci ragazzi svegli come i commentatori citati.
Quelle che vado a fornire non vogliono essere quindi vere e proprie repliche ma ulteriori spunti a disposizione di chi abbia voglia e tempo (non poca e non poco, mi rendo conto) di andare dietro alle mie elucubrazioni.
In ordine sparso
@Borromeo e @Ozy: sì non ho mai preteso che lei stesse ad aspettarmi. O meglio l'ho sempre ammesso a parole ma mai, dentro di me, veramente ritenuto possibile. In questo Olderone ci ha preso alla grande secondo me: Le donne ci sorprendono sempre, pensiamo a mille cose ma mai alle più ovvie. Mi ci ritrovo in pieno
@Olderone: grazie davvero per i complimenti sullo stile. Nel ricercare una chiave narrativa per raccontare i casi miei (in questo caso la traversata a nuoto) non nascondo che mi cimento da queste parti con velleità da Faulkner dei poveri. Lo faccio per piccolissima gloria e quindi non posso nascondere la soddisfazione per le tue parole. Se hai vinto qualcosa? Cito dallo srepitoso film francese Cena fra amici: La mia eterna riconoscenza!
@Soldato: io ancora sono in lista d'attesa per una fiala del tuo testosterone perché al mercato nero è introvabile e comunque costa una fortuna. Speravo potessi fornirmene anche un paio di moli diluite in soluzione fisiologica, non di più. In ammollo nei liquidi femminili eh? Ma lool. Non mi basta purtroppo. Mi conforta ma non mi appaga. In questo fa meglio il suo lavoro una cena a lume di candela. Te l'ho detto che ho bisogno del tuo testosterone
@Tyler: io ho raccontato molte cose della mia vita successe in quest'ultimo anno. Ma non tutto. Beninteso non ho taciuto sciambole mirabolanti. Ho vissuto e vivo sempre piuttosto contratto nelle mie manifestazioni, ma ci sono altre persone che sono diventate importanti per me. Detto questo penso di capire cosa intendi. Tornare a riprenderla? Diciamo che ho avuto il mio momento e me lo sono giocato, anche consapevolmente, preso com'ero dalla paura di riprecipitare nelle consuete dinamiche. Passato quello temo che sia ormai fin troppo tardi. Sarebbe un scadere in un'atteggimento che oscillerebbe tra il patetico e lo stalking e francamente non è esattamente una mia ambizione. Un cosa devo dirla però. Lei mi ha sempre rimproverato proprio il fatto di non averci mai provato veramente a ritornare insieme. Di non aver mai avvertito, da parte mia, che io tenessi veramente al nostro rapporto. Non escludo che lei sia ancora convinta che a me non sia mai importato e non importi un granchè di lei, di poter essere facilmente sostituibile. Forse, chi lo sa, un gesto folle, matto e disperatissimo potrebbe spostare gli equilibri, forse potrei davvero riprenderla. Forse. Non lo sapremo mai perché non farò mai una cosa del genere. Così come non mi cimenterò in un'altra traversata alla ricerca di una nuova compagna di vita alla quale spergiurare il mio amore eterno. Ripeto, se c'è una cosa che ho imparato da questa esperienza sportiva è che per una traversata bisogna solo nuotare e seguire la barca d'appoggio. Ed è quello che ho intenzione di fare oer l'immediato futuro.
Lei mi ha sempre rimproverato proprio il fatto di non averci mai provato veramente a ritornare insieme. Di non aver mai avvertito, da parte mia, che io tenessi veramente al nostro rapporto. Non escludo che lei sia ancora convinta che a me non sia mai importato e non importi un granchè di lei, di poter essere facilmente sostituibile.
Una donna ti molla quando ti percepisce scontato e non quando ha la sensazione che il tuo cuore è distante e batte tiepidamente per lei. Secondo me sei fuori stada ma è solo una sensazione. Più probabile che si sia stancata di ciò di cui ti rimprovera e si lamentata da anni e che ti ostini a non valutare nonostante le molte evidenze. In fondo, come hai notato tu stesso, le risposte ai nostri dubbi sono ovvie, chiare e lampanti, ma ci perdiamo in intrepide elucubrazioni per trovarne delle altre.
Mi piace la tua onestà intellettuale ma trovo, a tratti sconcertante, come un uomo possa trovare tanto tempo e freddezza per descrivere con tanti 'ghirigori' letterari le sofferenze della propria vita e di una lunga storia d'amore che si spegne nel nulla. A mio parere, è un tuo specifico punto di forza nel breve ma anche una enorme lacuna nel lungo termine.
Non si vive di attraversate, presto o tardi, più presto che tardi, dovrai fermarti da qualche parte. In bocca al lupo!
Sono come lui. Ho pubblicato il mio dolore.
Ma almeno un po' aiuta.
Ciao amico Cole..... Giusto un paio di cose :come va a whiskettini? Pensa che quando mi capita di berlo (quasi sempre offertomi a casa d amici) mi ricordo di te che lo bevevi in bicchieri di plastica nel primo residence che t ha ospitato al primo allontanamento da Laura...e ogni volta mi riprometto di assaggiare un whisky nella plastica ma puntualmente me ne dimentico. Secondo cosa, che forse t ho già scritto,.... Ti chiedi mai cosa sarebbe successo se non avessi risposto alla telefonata di tua madre? Perché ricordo bene che la serata era stata: doccia, sesso, ristorantino, scelta vinello bianco... Telefonata mamma....
Io voglio dire qualcosa, ora che ho letto gli ultimi commenti e ri-letto Cole (vedete, è diverso leggere lo sfogo dal commento sul proprio sfogo). Diciamo che solo ora il buon Cole è ricomparso per intero. La presentazione dello sfogo era solo un Trailer. Ma dopo che la stampa ne ha parlato su richiesta del pubblico (i giornalisti siamo io e Soldato), Cole mi ha salutato, dario ha rimembrato, la gente ha commentato...
DOPO TUTTO QUESTO CASINO
non si può più far finta di nulla: Cole è tornato.
TUTTO CIO' PREMESSO
Dopo aver commentato per primo,
dopo aver aggiunto una piccola perculatio (forse due) dettatami dall'inconscio (prima l'ho scritta e poi l'ho capita, avete presente Jung?)
dopo aver fatto il riassunto con la sinossi
eccetera eccetera
Desidero finalmente scrivere qualcosa di personale. Mi spoglio dei panni di OldJoe e divento un vostro conoscente. Con molti di voi ci siamo sentiti in privato. Ognuno di voi mi conosce un po'.
Lo spunto me l'avete dato voi, un po' Cole, un po' dario, un po' tutti (il gruppo storico di Desperados che, non si sa come né perché, fugge, sfugge, ma poi torna sull'isola del Forum).
Sono passati 3 anni. Sono accadute tante cose in questi 3 anni. Personalmente ho chiuso un lungo capitolo della mia vita. Sono cambiato, e questo è un bene, sono invecchiato e questo non mi sembra un bene, sono più saggio e un po' più amareggiato.
Ecco, da persona non ho niente da dichiarare, niente di lineare da esporre, voglio solo esprimere la mia presenza.
Sì, perché sono sopravvissuto, ho compiuto i 50 e non solo, fra poco saranno 51. Grande crisi ci fu. Gli strascichi non li ho ancora smaltiti.
Ormai il virtuale e il reale si sono mescolati, non c'è più quella distinzione netta. Il Forum è un po' più virtuale, la corrispondenza privata un po' più reale.
Mi rivolgo a voi, colegas. Non ho niente da dire se non che ci sono anch'io. Anzi, una cosa da dire ce l'ho: in tutto questo tempo siete stati (e siete ancora) parte del mio mondo. Abbiamo fatto il tifo per noi, una volta per l'uno, una per l'altro. Non siete nickname, siete persone in carne e ossa per me.
Vi ringrazio per la compagnia. E' stato un piacere scrivere e chattare. Tant'è che mi ricordo tutta la storia. Da quando Cole si presentò con il suo whiskey nei bicchierini di plastica. Non sono stati anni facili, per me, né splendidi splendenti, ma è stata vita.
Proseguo con i miei progetti. Qualcosa si è mosso. Qualcosa è cambiato. Tiro avanti per la mia strada. Vado verso l'America. Deep down Louisiana close to New Orleans, e poi più a Sud, chiedete alla polvere, c'è la mia ragazza. Camilla Lopez. E' lì che sono diretto. E' da Lei che vado. Quando l'avrò raggiunta ve ne accorgerete perché sarò sparito da qua. Ma se mi cercate mi troverete. Se non troverete me troverete una storia. La mia e quella di Camilla. Seguite le indicazioni. Chiedete alla polvere. Chiedete di Camilla e troverete noi due. Ask the dust on the road! Ask the Joshua trees standing alone where the Mojave begins. Ask them about Camilla Lopez, and they will whisper her name.
Adiós.
Le storie capitano solo a chi le sa raccontare.
Leggo con piacere le tue vicissitudini, hai una capacità stilistico/narrativa un pò pesante per il contesto, ma è complessivamente gradevole. Riconosco, e non ho problema ad evidentiartelo anche perché sono consapevole che ti fa piacere leggerlo, che possiedi una capacità di analisi ed ascolto superiore alla media. Tuttavia, a volte, leggendoti, mi torna in mente, e so anche il perché, l'aforisma che diversi anni ti capitò di leggere per caso (...?) su una maglietta "Le storie capitano solo a chi le sa raccontare" (strana t-shirt, eh?)
Sai una cosa Coleridge? I tuoi racconti hanno una sequenza logico/temporale sorprendente sia leggendoli nel corretto ordine temporale che al contrario. Salvo poche eccezioni, che poi, nella maggior parte dei casi trovano spiegazione in chiavi di riconciliazione precedenti o successive, l'ordine di lettura è quasi una invariante. Ciò che hai raccontato in quest'ultima narrazione è sostanzialmente congruente con ciò che hai espresso nei primi post risalenti a poco meno di tre anni fa. Parimenti, i primi personaggi che hai notato/adocchiato, in modo apparentemente casuale nell'ambito della chat, sono quelli con i quali, per tua stessa ammissione, molto tempo dopo hai approfondito la conoscenza. E tutto ciò, perdonami, induce a pensare che... le storie capitano solo a chi le sa raccontare.
Un abbraccio amichevole.
JfK @ Sei legato a tua moglie e forse lei a te, non lasciarti prendere dall'orgoglio, fai un passo indietro, riconosci i tui errori e riprovaci. @@ Perchè tuo figlio, figura sostanzialmente poco presente nei tuoi racconti, in quest'ultimo tomo è diventato "il Figlio"?
Mi piace la tua onestà intellettuale ma trovo, a tratti sconcertante, come un uomo possa trovare tanto tempo e freddezza per descrivere con tanti 'ghirigori' letterari le sofferenze della propria vita e di una lunga storia d'amore che si spegne nel nulla. A mio parere, è un tuo specifico punto di forza nel breve ma anche una enorme lacuna nel lungo termine.
Anonimo (anzi anonima, giusto?), sai che mi sto arrovellando da due giorni su questa frase. Non credo di averne colto pienamente il senso ma gli conferisco la criptica verità delle profezie che, a questo punto, non ti chiederò di sciogliere. Aggiungo solo una cosa. Il mio 'nomadare' di questi mesi non è una condizione voluta e di cui sono particolarmente entusiasta. Mi fermerei sì volentieri ma non in un porto qualsiasi. Quando saprò di aver trovato nuovamente casa mia lo fermerò sí, molto volentieri. Non chiedo altro, ad essere preciso
@dario Eh già il Glen Grant nei bicchieri di plastica, mamma che orrore. Adesso è un po' che non ne bevo. Con l'arrivo dell'inverno una buona bottiglia di single malt la comprerò comunque.
Per quanto riguarda la telefonata di mia madre in quel maledetto fine settimana alle Cinque Terre di due anni fa. Ci si chiede sempre se le cose siano determinate dagli eventi, oppure se le circostanze non siano piuttosto degli accidenti che consentono alla inesorabilità di un destino di compiersi comunque. Non chiamiamolo destino, diciamo contesto problematico alla ricerca di un pretesto qualsiasi (quindi se non è uno sarà l'altro) per manifestarsi in tutta la sua virulenza.
Entrambe le cose sono vere secondo me. La telefonata di per sé non era niente o, comunque, era un problema ovviabile. Lei a modo suo aveva provato a scusarsi chiamandomi più volte al telefono, ma lí mi ero irrigidito io chiudendole il telefono ogni volta. E così di irrigidimento in irrigidimento si offre all'altro il pretesto di sentirsi dalla parte della ragione, alimentando l'incomunicabilità ed innescando dinamiche che da sassolini diventano valanghe (Amarsi un po' ๐ถ ecc. ecc.)
@olderone eh già la vita virtuale e quella reale si confondono. È capitato inesorabilmente a tutte le persone che ho conosciuto da queste parti, parlo degli habitué di lungo corso. Tienimi un posto da quelle parti, magari finirò per venire a trovarti come Morgan Freeman con Tim Robbins nelle Ali della Libertà.
Ultimo anonimo. Ho parlato con zxcvb di quella frase di Henry James e non di Paul Auster (mi sono informato dopo). A proposito, sei tu? Vabbè ha poca importanza. In ordine sparso. Ovviamente tutti i nomi che uso sono di fantasia. Per mio figlio ho utilizzato "Figlio" come fosse un nome proprio. Lo faccio dalla prima volta. Tutto il resto non mi è molto chiaro a dire la verità, ma ricambio l'abbraccio amichevole. Il passò indietro? È un po' tardi temo, per qualsiasi passo temo, indietro o di lato. Però mi hai fatto venire in mente che riprenderò senz'altro a fare tango.
Buona domenica a tutti
Cole in questi giorni ho ripensato al mio ultimo commento sul whisky nel bicchiere di plastica mai bevuto e credo che la mia "curiosità" non sta nel sapere il sapore che ha il whisky nella plastica ma sapere il gusto della libertà! Tu avevi fatto una scelta importante, ti eri allontanato da Laura ritrovandosi nella scomodità, nella fatica e quell improbabile bicchiere di plastica aveva il gusto della vittoria, del sarà difficile ma sarà bello, del.... Vaffanculo sono vivo e non ho bisogno di nessuno.
Per telefonata, è vero se non fosse stata quella sarebbe stato una mensola attaccata male o una lavatrice intasata.... Ma non so perché mi piace pensare che cambiando una sola scelta banalissima(non rispondere ad una telefonata) possa cambiare drasticamente il corso della nostra vita.
Ma non so perchรฉ mi piace pensare che cambiando una sola scelta banalissima(non rispondere ad una telefonata) possa cambiare drasticamente il corso della nostra vita
Ma guarda io la penso come te. O meglio, come dicevo, credo che entrambi gli aspetti (il contesto relazionale generale e gli eventi) giochino ognuno a proprio modo un ruolo determinante. Non abbiamo la prova del contrario naturlamente.
C'è un caso abbastanza curioso nella guerra civile americana che portò alla vittoria degli unionisti in quella battaglia che probabilmente ha cambiato definitiamente il corso degli eventi. Un soldato americano trovò tre sigari avvolti con della carta in cui si trovavano in dettaglio il piano dell'esercito del generale Lee e questo ha portato alla loro vittoria: https://www.farwest.it/?p=1349
Nel mio caso certamente quella telefonata certamente ha innescato una deflagrazione. Ma avevavmo quasi ricucito dopo un anno. Lì altri eventi fortuiti e il mio attendismo, legato questa volta alla paura di ritornare sulle stesse dinamiche (diversamente da quanto avvenuto la volta precedente) hanno fatto saltare il banco in modo definitivo. Come si dice: C'est la vie.
Mi spiace disilluderti, ma questo tuo aneddoto rinforza ancor più le mie convinzioni. Peraltro libri sull’argomento sostengono questa tesi. Gli Inglesi hanno perso contro i coloni americani perché si sono intromesse le logge massoniche. Infattti questi aneddoti servono ad alimentare il mito e girare al largo dalla verità: l’esercito americano non avrebbe mai retto il confronto contro l’esercito inglese. ๐
Gli Inglesi hanno perso contro i coloni americani perché si sono intromesse le logge massoniche. Infattti questi aneddoti servono ad alimentare il mito e girare al largo dalla verità: l’esercito americano non avrebbe mai retto il confronto contro l’esercito inglese. ๐
Scusate, ma una semplificazione di questo tipo mi sembra eccessiva, per usare un'eufemismo.
Le guerra di una volta, prima dell'avvento dell'aviazione, erano guerre dove si combatteva a fronte aperto. Le truppe si fronteggiavano (Questo è il caso più semplice, poi ci sono gli aggiramenti, gli agguati, il mordi e fuggi eccetera, però non si concludevano in un'unica battaglia).
l’esercito americano non avrebbe mai retto il confronto contro l’esercito inglese. ๐
Che vuol dire? Dov'era l'esercito inglese? Probabilmente in Inghilterra, e prima di poter fronteggiare quello americano avrebbero dovuto recarsi SUL POSTO. Cioè traversata dell'oceano Atlantico, poi sbarco eccetera.
E gli americani li avrebbero fatti sbarcare? Benvenuti, sbarcate, riposatevi, poi ci mettiamo d'accordo per il campo di battaglia? Serve una location e spazio adeguato, sarà una bellissima sfida...
Oppure avrebbero respinto le navi a cannonate?
E poi stiamo parlando della guerra fra Nordisti e Sudisti, quasi una guerra civile. Gli inglesi c'entrano poco: sono americani contro americani.
Se poi ho sbagliato spiegatemi tutto perché vuol dire che non ho capito niente e mi trovo a disagio.
O forse stiamo scherzando e io ho preso sul serio il discorso?
Illuminatemi, please.
Cole parla della guerra civile americana 1861-1863 non quella di indipendenza 1775 1783, è vero che gli è sfuggito "un soldato americano" (lo erano anche i nemici), ma il generale Lee non può lasciare dubbi.
I dettagli.
Anonimo hai sbagliato guerra. L'episodio si riferisce alla guerra di secessione non a quella di indipendenza
Ok... vero scusami
Chiedo venia per il doppio post e, sì, ha ragione l'anonimo. Avrei dovuto parlare di soldato unionista. Detto questo l'argomento non è tanto la guera americana quanto il fatto che il caso gioca le sue carte e determina esiti in modo molto più incisivo di presunte volontà divine o manovre occulte di immaginari poteri forti che guiderebbero le sorti del mondo. Così come nelle guerre va anche nelle nostre vite.
Nelle nostre vite. Poteri forti e deboli che si fanno guidare ๐
ยกHasta siempre, Comandante!
PS: Una battaglia conta. Fa punteggio, sposta i fronti, cambia l'equilibrio delle parti. Una guerra non è quasi mai una battaglia, ma una successione temporale di battaglie (scrivo al presente storico, ma faccio sempre riferimento alla guerra di una volta, prima dell'avvento dell'aviazione, che ha avuto poi l'evoluzione dei droni, e nel mezzo l'atomica).
Quale fu (o dove si svolse) la battaglia decisiva nella Rivoluzione Cubana di Fidel Castro e Che Guevara contro Fulgencio Batista?
Lo dice la canzone di Carlos Puebla:
Aprendimos a quererte desde la histórica altura donde el sol de tu bravura le puso cerco a la muerte.
Aquí se queda la clara, la entrañable transparencia de tu querida presencia, Comandante Che Guevara.
Tu mano gloriosa y fuerte desde la historia dispara, cuando todo Santa Clara se despierta para verte.
Aquí se queda la clara, la entrañable transparencia de tu querida presencia, Comandante Che Guevara.
Vienes quemando la brisa con soles de primavera para plantar la bandera con la luz de tu sonrisa.
Aquí se queda la clara, la entrañable transparencia de tu querida presencia, Comandante Che Guevara.
Tu amor revolucionario te conduce a nueva empresa, donde esperan la firmeza de tu brazo libertario.
Aquí se queda la clara, la entrañable transparencia de tu querida presencia, Comandante Che Guevara.
Seguiremos adelante, como junto a ti seguimos, y con Fidel te decimos: «¡Hasta siempre, Comandante!»
Aquí se queda la clara...
"Durissima da digerire ma il bicarbonato fa miracoli".
Sempre una garanzia, Cole.
Tu, non il bicarbonato.
Aspasia, sempre un onore ricevere il tuo apprezzamento a distanza di tempo dalla pubblicazione. Grazie ๐
Eileen.
Un saluto a Cole che è tornato alla grande con uno dei suoi racconti di qualità (leggasi padronanza della lingua scritta, esposizione e tutto il resto). E' stato un piacere leggere questo racconto. Già dal titolo "La traversata" ho capito che l'opera non avrebbe avuto nulla da invidiare a "Il taglio del bosco" di Carlo Cassola. Io lo sapevo: Cole è "avanti" se non nella traversata per lo meno nelle sue abilità narrative.
Ho commentato per primo, si vince qualcosa? E comunque massimo rrispetto. Bacio le mani. Complimenti per l'impresa sportiva, piacere di risentirti. Addio. ๐