Ven
23
Ago
2019
Porta di casa, tram.
Vorrei lavorare anche domani, riempire ore di pensieri con una direzione già stabilita.
Mi vergogno nel soffrire da quando te ne sei andata.
Mi vergogno quando soffro da solo, mi vergogno quando sono solo, sempre, a casa nostra. Mi vergogno se piango.
Vorrei non soffrire perché non ne sento il diritto, non ora, non dopo tanto abbiamo visto.
La porta di casa è un dazio, apri, nessuno dentro, chiudi, nessuno dentro. Avevo pensato di cambiar casa, ma immaginarmi in un trasloco mi ha fatto vedere quanto miseria potrebbe esservi nella cosa.
Sei andata via, ma non ti lascerò andar via.
Auto al tagliando. Oggi tram. Piango in tram. Quantomeno piango composto, con solo le lacrime agli occhi. Come se servisse, come se importasse. Nessuno invadente.
Eppure gli unici pensieri decenti sono quelli sulle futilitá, una pausa di normalità, di respiro, tra tutto il resto.
Ho paura di arrabbiarmi con gli amici, con i genitori, ho paura di ascoltare parlate fuori luogo. Ho paura perchè più forte è il legame, più forte sarebbe lo strappo. E poca è la forza e la volontà di interessarmi di nuovo.
Tram arrivato
5 commenti
Mi ha commosso. Ma piangere non è qualcosa di cui vergognarsi, ti assicuro.
Non lo avrei voluto leggere. Avrei preferito immaginarti immerso tra mille cose da fare, felice per averla scampata. Eppure siamo qui con questo e mi dispiace :(.
E spero ancora di aver capito male.
Arrabbiati cattivissimo. Devi farlo. Chi ti ama resta.
Sono passati sei mesi, devi lasciarla andare. Non tenerla ancorata sulla terra. Lascia che la sua anima possa volare. Liberala!
E poi la vergogna. Questa proprio no! Non esiste una bilancia del dolore. Chi ne ha più o meno diritto.
Scusa l’invadenza, non ho resistito.
Un abbraccio forte.
C'ha ragione confusissima.
E aggiungo: Pedro, adelante con juicio.
Mi dispiace molto mmHg. Scusami per il mio commento indelicato. Ci portiamo dentro un dolore buono, il tuo, e e dolore cattivo, il mio. Piangi e le tue lacrime hanno un significato, sono memoria dell' amore. Io non piangevo perché le mie erano sprecate. Scusami ancora.