Gio
16
Mag
2019
Dinasty
Signori sarò lungo. Chi vuole si accomodi, gli altri sono pregati di andare oltre.
Quando ero piccolo andavo spesso a casa dei miei bisnonni. Lì viveva anche il fratello di mia nonna, scapolo, un matrimonio fallito alle spalle e un'azienda agricola da mandare avanti.
Quest'uomo mi portava spesso in campagna e nei boschi con sé, e da lui ho appreso l'amore per le bestie e per la natura.
Quando andavo lassù ero felice. Trascorrevo lunghi periodi in estate e qualche giorno in inverno assieme alla mia nonna, che viveva lassù per badare ai suoi genitori ormai anziani. Ma per me soprattutto era il posto dove viveva lo zio, così lo chiamavo io, bambino a caccia di figure maschili di riferimento. Anno dopo anno mi attaccavo sempre di più a quest'uomo, buono e semplice, che sapeva come volermi bene.
Un brutto giorno purtroppo ci fu un litigio. Mio zio (così lo chiamavo) disse che aveva trovato una donna e che voleva vivere con lei nell'appartamento dove finora ero stato durante le vacanze con la mia nonna. Da notare che l'appartamento era suo, l'aveva costruito ai tempi del suo matrimonio.
Venne questa donna e non ci vedemmo più. Per qualcosa come 20 anni non rividi più lo zio, la casa dove nacque mio padre, la stalla, i boschi, il paese. Ci passavo talvolta furtivamente e come vergognoso, manco fosse colpa mia quello che era successo.
Lo vidi solo al funerale della mia bisnonna. ma avevo 16 anni, ero giovane e stupido e non ne approfittai.
Facciamo un salto in avanti. A 31 anni feci un sogno, in cui andavo a trovarlo e mi accoglieva con gioia. Rimasi molto turbato da questo sogno, che si rivelò premonitore: dopo alcuni giorni infatti, seppur titubante, presi il telefono e composi il numero. Era il giorno 11/11/11. Il suo compleanno.
Mi rispose una voce anziana ma forte, felice di sentirmi. Ero gioioso e andai a trovarlo, e parlammo, parlammo, per 5 lunghissime e dolci ore. Ore in cui essenzialmente mi scusai per essere sparito. Da lì ripresi a frequentarlo con moderazione però, andando contro il mio volere. Non volevo apparire come il classico parente che sbuca dal nulla a caccia di soldi. Continuai a vederlo per 8 anni, e sono stati 8 anni di gioia ogni volta che ci siamo visti.
Veniamo a ieri. Dopo 6 giorni in ospedale, è morto. Ho avuto la grazia di vederlo e parlargli un'ultima volta lunedì, in cui mi ha confidato che ha lasciato tutto alla figlia della sua donna. Mi sono sentito libero. M'ha detto che se avesse saputo mi avrebbe lasciato qualcosa, ma gli ho preso la mano e gli ho detto: va bene così. È stato il nostro commiato.
Ora arrivano i miei che vogliono organizzargli il funerale scavalcandomi. Sono ancora sotto shock e non trovo pace di fronte ad una volontà di intromettersi in cose che non li riguardano più da 30 anni. Ho scritto a mio padre che voglio occuparmi io di tutto, anche perché probabilmente non potrò esserci al funerale e mi spiace immensamente.
Perché la gente è così incomprensibilmente insensibile a volte?
A chi è arrivato fin qui, grazie. Non ho dormito tutta la notte e scrivere m'ha aiutato a condensare i pensieri che rischiavano di soffocarmi come un aerosol malefico.
3 commenti
Mi dispiace
Mi dispiace molto per questa perdita, senza dubbio molto sentita. Fai quello che ritieni necessario per elaborare il lutto, incluso evitare che i tuoi ti scavalchino
Grazie mille!
Sto facendo del mio meglio, è dura ma procedo un passo alla volta, elaborando le carte prima ancora che il lutto.... i miei si sono fatti da parte (per fortuna hanno capito quanto ci tenessi).
Ma puntano all'eventuale eredità secondo te?