Lun
25
Mar
2019
Un colpo al cuore
Scendere a casa per le feste di Natale era l'unica cosa che mi avrebbe fatto davvero tanto felice.
Tralasciando il viaggio in Bulgaria, tornare a casa è tutta un'altra cosa, per quanto possa odiare la mia città, casa è casa.
Gli amici sono sempre gli stessi, non cambiano mai da 20 anni, ed è questa la cosa bella. Mentre tutto scorre, e tu neanche ti accorgi di cambiare, sei certa che qualcosa non potrà mai cambiare, o quanto meno speri che non cambi. Io ne ero così convinta. Tutto mi stava andando una merda, l'unica cosa che mi rincuorare era la consapevolezza di tornare a casa, da mio padre che, per quanto si possa 'dopare', mi vuole lo stesso bene e da mia madre che, per quanto ci possa litigare, è sempre li che mi aspetta sul divano per vederci la tv.
Bella la quotidianità, qualcosa che, da quando sto a Milano, non me la vivo più.
Pensavo che fossi solo io il problema, che fossi solo io a farmi *****' trip mentali sul fatto che nulla andasse bene e invece mi sbagliavo. Avete mai avuto quella sensazione che qualcosa non stesse andando bene? Proprio quel sentore dentro di voi? Come i cani che tremano o abbaiano prima che ci sia una scossa di terremoto (o qualcosa del genere). Io me la sentivo. L'ho iniziata a sentire quando mio Zio, che non si è mia fatto sentire se non su whatsapp mandandomi i bacini, mi ha chiamato. Ero ancora sul treno con mia sorella, saremmo dovute arrivare tra un'ora. Allora inizio a pensare che, quando mio Zio chiama, mio padre sarà all'ospedale. Normale amministrazione a casa mia. Invece no, non è stato così. Per un attimo ho pensato fosse mia madre a stare all'ospedale, subito dopo ho riso, dandomi della scema. Come ho potuto pensare che fosse mia madre - mi dicevo- mia madre è troppo forte, è invincibile, non le potrebbe mai succedere nulla, cadesse il mondo!
E fu così. Il mondo mi cadde addosso mezz'ora dopo quando, mio padre con tutto il suo savorir-faire, disse che mia madre ha avuto un infarto ed un arresto cardiaco, come se fosse una cosa di poco conto. Neanche ci disse ciao, nulla di come fosse andato il viaggio, tiè beccateve ste parole e incassate il colpo. Il colpo l'ho incassato fin troppo, neanche un minuto scesa che mi sono ricordata il motivo per cui odiavo quella città, il motivo per cui non volevo mai ritornarci se non per i miei.. ma ora che l'idea dei miei è stata pure 'rovinata', che motivo avrei avuto a volerci stare? Odiavo tutti, odiavo e odio Dio (per quanto io non creda), non volevo stare con nessuno se non con mia madre.
La persona che credevo fosse invincibile, in realtù è una persona umana. Come umana, anche lei ha avuto paura ed io ce l'ho a morte con me stessa perchè non le sono stata accanto, dicendole che tutto sarebbe andato bene. Per fortuna così è stato ma io non c'ero. Ce l'ho a morte con me stessa perchè sarei potuta stare con lei, avrei caito subito che qualcosa non andasse e avrei chiamato subito l'ambulanza, anzichè fare come mio padre, che si accese la sigaretta e aspettò i medici arrivare, e quando sono arrivati, chiese loro se volevano il caffè. Mio padre purtroppo è così, non posso non volergli bene ma lo odio per questo. Credetemi, è andata bene, mia mamma sta benissimo ora, o almeno credo, così mi dice ed io voglio crederle. Io sono stata con lei fino a Marzo, poi sono dovuta salire per gli esami però il pensiero che lei sia sola al momento (mio padre è come se non ci fosse visto la sua utilità) e che si possa sentire sola, triste e abbandonata mi distrugge. Io voglio starle accanto ma lei dice che devo farmi una vita, senza di lei. Ma io non ce la vedo la mia vita senza di lei. Impazzirei, sono seria. Ogni sera,penso che un giorno non ci sarà più, e scoppio a piangere perchè vorrei mi potessero togliere anni di vita e darli a lei piuttosto che vivere senza lei. Lei è tutto per me, non le ho dato mai la giusta importanza, fino ad ora. Io non so se e la farò a star in futuro senza di lei. Se devo soffrire per una vita intera, perchè vivere allora?
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