Lun

03

Set

2018

CONFESSIONE

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

QUESTA LETTERA E’ RIVOLTA A TUTTI COLORO CHE INTENDANO BENEFICIARE DELLA MIA ESPERIENZA DI VITA, IN MODO TALE DA NON RIPETERE I MIEI STESSI ERRORI

 

Siccome non sarei capace di esprimere a parole ciò che sento, ho deciso di farlo in forma scritta. Mi chiamo ****** e al momento di scrivere ho 21 anni e 9 mesi circa. In questo scritto non voglio raccontarvi dettagliatamente la mia vita, bensì confessare il mio stato d’animo e cercare di capire insieme a voi come sia potuto arrivare ad un livello così pietoso ed umiliante. Dico confessare perché nessuno in realtà mi ha mai conosciuto, sono sempre stato un individuo estremamente riservato e restio a mostrare i propri sentimenti, sebbene non sia affatto sicuro di averne mai avuti. Questa mia incapacità di relazionarmi con il mondo, con i miei simili e di mostrare affetto alle persone care è forse il lato peggiore del mio carattere, nonché la principale causa della mia depressione attuale. Piano piano mi sono sempre più isolato da tutto e da tutti, fino a diventare completamente indifferente a ciò che mi circonda. Non cerco più la compagnia dei miei coetanei o dei miei familiari, convinto che ormai nessuno possa più darmi il calore umano di cui avrei bisogno, ma che in fondo so di non meritare. Ero convinto di poter convivere con la solitudine, di poter indurire il mio cuore a tal punto da non provare più dolore, rabbia e amarezza, ma mi sbagliavo. Gli esseri umani non sono fatti per vivere da soli come dei reclusi o degli eremiti e se adesso soffro a causa dell’isolamento è solo perché ho allontanato tutti quelli che mi erano vicini.

Sono nato da un matrimonio senza amore, probabilmente frutto più di convenienza che di altro, da due genitori ormai quarantenni che forse non si aspettavano neanche più di avere un figlio e che si sono guardati bene dal farne un secondo. Per tutta l’infanzia non ho avvertito queste mancanze, ma durante l’adolescenza qualcosa si è rotto e col tempo ho capito come stavano realmente le cose in casa mia. Non ho mai conosciuto i miei nonni, né quello paterno né quello materno, una cosa di cui mi rammarico molto, mentre le mie nonne non mi hanno accompagnato nemmeno fino all’adolescenza. Per quanto riguarda gli altri parenti, la maggior parte vivono in un’altra regione mentre uno zio vive all’estero. Li vedo e li sento pochissimo. Ci sarebbe anche mio cugino, ma sebbene da piccoli fossimo decisamente più affiatati adesso siamo quasi due estranei.

E’ vero, mi sento estremamente solo: ho pochissimi amici e ormai non so neanche se considerarli veramente tali. Non riesco più a fidarmi di nessuno. La maggior parte delle persone che ho conosciuto dall’infanzia all’età adulta passando per l’adolescenza sono state solo fugaci comparse: a volte mi sono illuso che fossimo veramente amici, ma quasi sempre sono stato smentito dai fatti. Alcuni mi si sono addirittura rivoltati contro, la maggior parte non mi ha mai considerato. Sono stato ignorato e messo in ombra così a lungo da un numero così elevato di individui diversi che a volte mi sono sentito un fantasma, il che si addice bene alla mia attuale vita. Il rapporto con i parenti è ormai inesistente, quello con i miei genitori irrimediabilmente compromesso e non trovo nessuno che abbia veramente voglia e tempo di ascoltarmi, tanto meno di capirmi.

Dicevo dei miei genitori: purtroppo non andiamo per niente d’accordo. Loro ormai mi considerano un fannullone, un buono a nulla, un freddo calcolatore, probabilmente una specie di aberrazione. Sono fermamente convinti che io li odi entrambi, soprattutto mia madre che non mi perdona di averle intimato in un momento d’ira ed esasperazione di andarsene di casa. Ora è lei che non vede l’ora di buttare me fuori di casa. In effetti ci sono stati dei momenti in cui ho provato un  forte risentimento verso di loro, ma adesso non posso far altro che ammettere di sentirmi in colpa nei loro confronti e di averli delusi profondamente. Da piccolo, nonostante il caratteraccio, promettevo bene: ero considerato un bambino intelligente e dal carattere forte, che nella vita avrebbe sicuramente fatto strada. Ahimè come si sbagliavano. La mia rovinosa caduta è cominciata a metà del secondo anno all’università. Dopo un inverno dispendioso a causa dello studio mi sono sentito stranamente prosciugato, ho iniziato a studiare sempre di meno, ad auto-escludermi dalle (poche) compagnie che frequentavo, ad evitare conoscenti e “amici”, per poi cadere nel vortice della depressione: la mia vita mi appariva vuota, priva di scopo, inutilmente flaccida e noiosa nel suo monotono incedere, ogni giorno era uguale a quello precedente e a quello immediatamente successivo…mi sentivo inutile e privo di stimoli, uno stupido essere insignificante senza sogni da realizzare e senza niente di interessante da offrire, con una vita grigia e un futuro privo di senso. Allora mi sono guardato indietro e ciò che ho visto mi ha atterrito: analizzando la mia vita a ritroso ho capito di non aver mai veramente vissuto, ma di aver passato i miei primi 20 anni dietro ai libri ad ammazzarmi di studio per sopperire alla mancanza di una vita sociale, di affetti sinceri e persino delle cotte che un qualsiasi ragazzo dovrebbe provare. Tutt’oggi non mi sono mai innamorato di una ragazza, non ho mai provato quelle sensazioni che dovrebbero accelerarmi il battito cardiaco, costringere la mia fantasia a voli pindarici e spingermi a compiere gesti al di là dei limiti imposti dalla mia indole chiusa e rigida. L’unica ragazza per cui abbia mai provato dei sentimenti (ma io stesso non saprei dirvi che genere di sentimenti) non lo ha mai saputo, non ho mai avuto il coraggio di dichiararmi, nascondendomi dietro alle scuse più varie (non le interesso, non è il mio tipo, ormai è passato troppo tempo, siamo incompatibili come carattere, è superficiale…e altre barzellette tragicomiche per nascondere la mia mancanza di palle). Contemporaneamente a queste rivelazioni, mi sono trovato completamente solo: nessuno si era accorto del mio stato d’animo e nessuno ha preso sul serio le mie implicite richieste d’aiuto. Sono finito persino da uno psicoterapeuta per qualche mese, ma non è servito a un cazzo, per lo meno nel lungo termine. Sono riuscito a fatica a rialzarmi, ad andare avanti e a lasciarmi alle spalle tutta la tristezza che in poco tempo mi aveva ridotto ad un miserevole invertebrato, ma il prezzo da pagare è stato alto: sono cambiato, se possibile in peggio. Sono diventato più cinico e pessimista, mi sono incupito ulteriormente e ho perso completamente la fiducia nel prossimo, maturando l’egoistica idea di potermela e dovermela cavare da solo, facendo a meno degli altri. Questa filosofia nichilista e insieme materialista però non mi ha portato lontano, infatti, nonostante i miei voti non siano affatto bassi, riesco a dare pochissimi esami, non ho più la forza di volontà di mettermi a studiare con furore e competitività come facevo una volta, mi riprometto in continuazione di tornare lo studente brillante di un tempo ma all’atto pratico qualcosa mi blocca, mi sento svogliato e inerme, come se non avessi più obiettivi da raggiungere, un traguardo a cui mirare, o semplicemente l’ambizione di arrivare in  alto. Non riesco a dare un senso alla mia vita, ho paura di ciò che mi aspetta: riuscirò a laurearmi di questo passo? Cosa succederà dopo l’università? Farò un lavoro che odierò, semplicemente per portare a casa i soldi che mi permettano di sopravvivere? Ma troverò un lavoro, o farò il parassita a spese dei miei genitori? E anche se riuscissi a sistemarmi, cosa mi aspetta? Che prospettive ho? Che senso ha la mia vita? Vivrò e morirò da solo, dimenticato da tutto e da tutti come se non fossi mai esistito? Soffocherò lentamente nel grigiore della mia ridicola esistenza? Avrò mai una famiglia? Dei figli? Una donna che mi ami per quello che sono? Ma chi sono io? Chi potrebbe mai amare un essere insignificante come me?

E così non posso che essere d’accordo con i miei genitori quando mi attaccano e mi umiliano denigrando la vita mollacciona e da mantenuto che sto conducendo, così come devo ammettere che in realtà a loro io voglio bene, anche se non gliel’ho mai detto, perché altrimenti non mi importerebbe del loro giudizio. Vorrei che ogni tanto spendessero parole di elogio nei miei confronti, che mi sostenessero di più e mi abbracciassero quando sbaglio, invece riversano su di me tutte le loro frustrazioni e le loro aspettative deluse. E non ho deluso solo loro, ma tutti coloro che credevano in me: amici come ******* e *******, che mi hanno sempre considerato una persona intelligente e colta anche se io non li ho mai aiutati come avrei dovuto e potuto; le mie maestre e professoresse di italiano di elementari, medie e superiori che mi hanno sempre stimato e apprezzato; le docenti di inglese e francese dell’università, con cui avevo un ottimo rapporto; mio zio, che mi ha sempre considerato come il nipote più giudizioso e intelligente e che si aspetta da me grandi cose; le uniche due amiche che io abbia mai avuto, ma a cui non detti mai l’importanza che meritavano per colpa della mia cecità e grettezza; e tutti coloro che ho fatto soffrire con il mio atteggiamento distaccato e a cui non ho dato l’importanza che meritavano. Chissà se ogni tanto pensano ancora a me, chissà se potranno mai perdonarmi.

In questo ultimo anno e mezzo ho cercato di sfogare la mia inquietudine dedicandomi a cinema, musica, mostre, a ciò che credevo potesse riempire la mia vuota routine, ho provato a rimettermi in carreggiata con tutta la buona volontà che possiedo ma è stato inutile, mi sento più solo che mai, sto perdendo la voglia di uscire di casa e di vedere altre persone, mi vergogno persino di espormi al giudizio altrui: che cosa potrebbe mai pensare di me chi mi vede per la prima volta, ora che sono l’ombra di me stesso, l’ombra di un uomo solo? E chi mi ha conosciuto in passato cosa penserebbe vedendo come sono appassito? Non mi va di parlare di me stesso, perché non ho niente da raccontare e ciò che potrei rivelare non mi piace per niente. Non vado fiero di ciò che sono diventato.

Saltuariamente ho anche pensato al suicidio, ma ho troppa paura di affrontare il dolore della morte e il nulla che mi attenderebbe dopo; anche se la mia vita non ha senso ho ancora la flebile speranza che qualcosa possa cambiare, che la scintilla che una volta animava i miei gelidi occhi possa tornare a bruciare, ma in fondo so che è solo un’illusione.

Se avete letto fino in fondo questa mia confessione spero che possiate imparare dai miei errori e non ripeterli: non crediate di potercela fare da soli, abbiate cura di chi vi ama, tenetevi stretti le persone che vi vogliono bene e non lasciate mai che la timidezza, la scontrosità, i pregiudizi, l’orgoglio o la paura vi impediscano di mostrare i vostri sentimenti, ma soprattutto non chiudetevi egoisticamente in voi stessi per schermarvi dalle intemperie della vita, o diventerete dei fantasmi come me.

12 commenti

Fi*a parli come un novantenne! Invece che star a scrivere tutte ste patanoie esci e vatti a far una birra! Anzi due così agganci le fig****e al tavolo di fianco. Ma sei per caso un capricorno?

Avatar di AnonimoAnonimo alle 21:42 del 03-09-2018
Troppo lungo

Non leggo

Avatar di AnonimoAnonimo alle 21:55 del 03-09-2018

non è che hai l'esclusiva sai,ci son passati tutti(o quasi).col tempo impari solo a sbattertene di tutto e di tutti,se l'hai capito subito meglio x te

Avatar di VargasVargas alle 22:05 del 03-09-2018

Tu hai il dono della sintesi. Non c'è che dire. 

Avatar di ConfusissimaConfusissima alle 22:32 del 03-09-2018

Chi l'ha letto mi potrebbe fare una sintesi?

Grazie in anticipo 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 22:49 del 03-09-2018

Se non siete interessati al mio sfogo o vi dà noia la sua lunghezza nessuno vi obbliga a leggerlo, tanto meno a commentarlo se non avete niente di interessante e/o costruttivo da dire, grazie

Avatar di AnonimoAnonimo alle 23:13 del 03-09-2018

hai 21 anni solo ??   Secondo me dovresti fare il volontario da qualche parte  , sentirti utile veramente e fare del bene.  

Avatar di SS1967SS1967 alle 15:57 del 04-09-2018

@SS1967: questo è un buon consiglio

Avatar di AnonimoAnonimo alle 17:53 del 04-09-2018
QUESTA LETTERA E’ RIVOLTA A TUTTI COLORO CHE INTENDANO BENEFICIARE DELLA MIA ESPERIENZA DI VITA, IN MODO TALE DA NON RIPETERE I MIEI STESSI ERRORI

Egregio sfogante ventunenne, che vorrebbe beneficiare  gli utenti di questo sito delle sue esperienze di vita,  dovresti  in primis ascoltare un benefico consiglio: impara e fai tuo il "dono" della sintesi se ciò che vorrai dire vuoi che venga letto dal maggior numero di utenti.

Lascia i papiri ai preti e ai politici.

Avatar di AnonimoAnonimo alle 14:55 del 05-09-2018

Mi spiace per la situazione che stai vivendo, per il palpabile senso di solitudine che si avverte leggendoti.

Ma credimi, difficilmente potresti trovare qui il bandolo della matassa, l'origine del tuo malessere. È palese che, nonostante la tua affermazione (Non mi va di parlare di me stesso, perché non ho niente da raccontare e ciò che potrei rivelare non mi piace per niente. Non vado fiero di ciò che sono diventato), tu abbia un gran bisogno di parlare e abbia moltissimo da raccontare, e aprirti con un terapeuta sarebbe la cosa migliore, credo. La tua esperienza in merito non è stata buona, ma pochi mesi non sono nulla, è un lavoro lungo e non facile, e con la persona giusta i cambiamenti si vedono. Prova semplicemente a vedere il tuo attuale malessere come un segnale: una consistente parte di te ti sta dicendo che qualcosa di importante va guardato, va compreso e lo dimostra il fatto che sei bloccato: è un'attesa. Non importa quanto possa sembrarti spiacevole, tutto è affrontabile. Non avere la pretesa, seppur comprensibilissima, di poter riportare le cose allo stato precedente: qualcosa è sorto, e sei sempre tu, ma un tu ancora sconosciuto che sta tentando di farsi strada ed essere accettato, nel bene e nel male. So che ora avresti soprattutto bisogno della vicinanza e del calore di altre persone, ma non disperare, arriveranno, insieme ad altri cambiamenti. Come un utente qui sopra consiglia, prova a fare qualcosa che ti rimetta a contatto con altre persone, anche se all'inizio ti costerà grande fatica. Non solo ti arriveranno gratificazioni e autostima, ma vedrai te stesso sotto una nuova luce e certi giudizi sulla tua persona, giri di pensieri autosvalutanti cadranno da soli.

Non arrenderti, qualunque percorso deciderai di intraprendere.  

Avatar di IconoclastaIconoclasta alle 16:39 del 05-09-2018

Devi trovare qualcosa di bello per cui vivere. Ti hanno già suggerito di fare volontariato e penso che sia la cosa migliore che tu possa fare in questo momento perché aiutando chi è davvero in difficoltà riuscirai a sentirti soddisfatto, a dare un senso alla tua vita e soprattutto potrai essere felice perché avrai donato un sorriso a chi, senza TE, continuerebbe a vedere solo nero intorno a sé.

Avatar di ApeironApeiron alle 17:14 del 18-09-2018
Anch'io come te, ma...

Caro ventunenne, anch'io come te per anni ho creduto di vivere una vita vuota e priva d'affetto, ma col tempo la situazione si è completamente ribaltata...ho finito gli studi. Con successo,nonostante io stessa ritenevo nn fossi capace...e invece eccomi qua ho trovato anche un lavoro! Nell'arco di poco tempo mi sono sposata e ho avuto 3 figli.La mia vita adesso è piena...col tempo ho capito i miei limiti e quelli dei miei genitori...sono riuscita a dirgli che li voglio bene, nonostante la mia freddezza e cosa ancor piu bella adesso che sono anch'io genitore ho capito che loro mi amano moltissimo! Devi pensare positivo e vedrai che anche tu capirai quanto hai da offrire.Noi siamo calamite, attiriamo ciò che pensiamo...pensa positivo e vedrai che la vita ti sorridera'. Sei in gamba , io credo in te! Continua gli studi è importante e cerca di trovare il modo per trasmettere ai tuoi genitori il bene che gli vuoi!

 

 

 

 

 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 18:49 del 17-10-2019

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