Gio
14
Dic
2017
Non capisco.
Io non capisco davvero molte cose, mi sento estraniata dal mondo, se per causa altrui o mia non lo so più, ma è come se io non fossi umana. Non comprendo la cattiveria umana, la mancanza di empatia, l’odio, l’egoismo, la gelosia, l’amore. A che serve fare del male a un essere vivente, a un proprio simile, a qualcuno che potremmo essere noi? Cosa si prova? A che serve avere tutto per sé? Cosa si prova ad accumulare, a poter avere tutto, a togliere agli altri per avere per sé? Cosa spinge le persone a desiderare e a lottare, con qualunque mezzo a disposizione e non, per avere qualcosa di così futile? A che serve la gelosia? Perché le persone credono di potersi possedere fra loro? Come riescono a ritenere qualcun altro proprio e di nessun altro? Come si può voler provare amore? A cosa porta? Felicità, sì, ma anche sofferenza, dolore, desiderio, dipendenza. La felicità può essere trovata anche in molte altre cose, più innocenti, meno pericolose, più facili da raggiungere.
Come mai nessuno ambisce alla pace interiore, all’accettazione di se stessi, all’inseguimento dei propri sogni, alla scoperta dei propri limiti e della propria persona, virtù e difetti. Come mai le persone guardano solo i difetti e i fallimenti altrui? Perché pensano di trovare ciò che vogliono, ciò che può renderli felici, in un’altra persona? Non siamo forse abbastanza per noi stessi? Io mi basto, mi accetto, mi metto alla prova, trovo i miei limiti e li supero, comprendo i miei difetti e correggo il mio comportamento, per il benestare altrui e mio, per la mia felicità, per il mio sentirmi bene e in pace. Io sto bene, qualunque cosa accada, non mi arrabbio e non mi sento triste, a che servirebbe? Non risolverebbe il problema, che esso sia l’aver perso il treno, un problema a lavoro, una persona a me cara che tenta di sminuirmi o di farmi stare male, problemi di salute, qualunque cosa. Se io mi arrabbiassi o stessi male per aver perso un’amica, ad esempio, cosa risolverei? Lei ha la sua testa, il suo cuore, i suoi motivi e può decidere di andarsene dalla vita di chi vuole in qualunque momento le sembri opportuno, non è di mia proprietà e non ha l’obbligo di rimanere solo perché lo voglio io. Arrabbiarsi per un problema, lavorativo e non, sarebbe solo una perdita di tempo oltre che una forma di masochismo, starei male e non riuscirei a risolvere il più velocemente possibile quel problema, così da stare di nuovo bene. Se invece non permettessi a ciò di scalfire il mio stato d’animo e mi impegnassi da subito per risolvere la situazione, non riuscirei più velocemente, meglio e senza sentirmi male?
La gente mi crede menefreghista, egoista e apatica, ma non è così: io sono felice, non è che non mi importi se non verso lacrime per ore o se non distruggo oggetti dalla rabbia, semplicemente accetto il cambiamento e guardo avanti.
5 commenti
Delle donne come te!
LO ZEN E L'ARTE DI SCRIVERE SU SFOGHIAMOCI
"La gente mi crede menefreghista, egoista e apatica"
Sei Zen, sei molto Zen, sei moltissimo Zen, sei mega Zen, giga Zen, sei tera Zen!
Voglio essere tuo discepolo mia Siddharta Gautama.
Eh...tutto il mondo se lo chiede e ti contesto anche quel "nessuno ambisce", perché non è vero. Credo che alla stragrande maggioranza piacerebbe poter vivere senza problemi né pensieri, né aggressività ma sai com'è... Ed inoltre ci sono pro e contro...l'uomo è di fatto un animale, pur se intelligente e razionale, è pur sempre un animale, con i propri istinti primordiali e vive in una società peraltro molto complessa... Se tu riesci a lasciarti scivolare addosso come dici tutti i problemi della vita, non posso altro che dirti, beata te!
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Aggressivit%C3%A0
Eppure qualche crepa nella tua pace interiore deve esserci. Se no a che pro scrivere qui?
Brava bella filosofia. Da quello che scrivi sei una fonna che non si fa paturnie mentali, una perla rara! Continua così e magari incontrarle delle donne cone