Dom
07
Mag
2017
Il Demone -parte terza-
Mi sveglio nel cuore della notte, rimango in attesa pochissimi secondi quando all'improvviso arrivano i ricordi delle esperienze passate. S3nsazioni forti, adrenaliniche, un respiro profondo e un battito più deciso cancellano il sonno. L' abat-jour è ancora li a suo posto, spenta e l'interruttore a portata di mano, questa volta, non attira la mia attenzione. La luna illumina la porta, aperta, della stanza da letto. Mi indica la via, forse, vuole mostrarmi la direzione. Non accendo la luce, il buio è il mio alleato, chi sa muoversi nelle tenebre non teme chi le genera ed al tempo stesso le sfrutta per incutere terrore. Non so chi mi verrà a cercare questa volta, demoni passati an2iosi di consumare la tanto desiderata vendetta? Ho alcuni istanti prima che tentino di inverstirmi con la loro furia distruttiva, posso prepararmi al combattimento. Ma non è come sembra, il tempo passa e non succede nulla, tutto tranquillo e irreale, il silenzio di tomba incombe nel mio appartamento, la luna si nasconde dietro le nubi fitte, improvvisamente comparse, ed un cielo plumbeo compare tutto intorno , come a formare un anello via via più stretto con il passare dei minuti. La città é completamente al buio, le strade deserte, silenziose, prive di pers9ne e di veicoli fanno pensare ad un imminente brutto avvenire. Il vento si alza, porta le nubi a chiudere completamente il cielo, l'odore particolare dell'aria, carica di ozono, è sempre più insistente. Pochissimi istanti di quiete e poi la pioggia, in principio leggera e delicata, successivamente battente, incessante. Guardo, fino a dove è possibile ed In lontananza scorgo una strana concentrazione di fulmini, tra le nubi, alcuni di questi arrivano a terra ma c'è qualcosa di più. le nubi assumono un colore tendente al giallo, cariche di energia, scagliano fulmini in un unico punto generando una sfera sempre più alta , somgliante ad una cupola, delimitata da un bordo netto, di colore che sfuma tra il viola ed il blu. Incur1osito e nemmeno minimamente spaventato, mi incammino per raggiungere questo luogo misterioso.Questa volta la mia guerra non è tra le mura di casa, si è spostata altrove e forse nemmeno in questo tempo. Avanzo nell'avventura incurante dei pericoli che in essa possono celarsi, rassicurato al tempo stesso dall'esperienza di vecchie battaglie. Mi lascio guidare dall'ignoto fino a raggiungere la mia scuola elementare: la strada percorsa appare ricca di improvvisi ricordi ed in mezzo alla pioggia, scorgo un passato a me molto caro. Una proiezione di una giornata di sole, tranquilla, serena. Mi rivedo; ho circa otto anni, sto uscndo dal cancello della scuola elem3ntare, le lezioni sono appena terminate, ho la mia bicicletta con il telaio blu metallizzato ed i parafanghi gialli. Mio padre è venuto a prendermi, mi indica la strada del ritorno. Mi guardo dirigermi verso casa. Seguo con nostalgia questi instanti quando, tutto si interrompe. Vengo investito dalla furia di un essere che, veloce come il vento, corre nella direzione opposta alla mia. Cado, un ginocchio a terra e la mano in una pozzanghera, è ancora notte, la pioggia sempre fitta cade su di me, tra i ciotoli della strada scorre l'acqua in senso opposto alla pendenza. Il demone si ferma, attira a se lentamente tutte le gocce che stavano cad3ndo. Ogni cosa rallenta poi, silenzio intorno, tutto immobile , congelato. Posso ancora muovermi, immerso in un istante che sembra eterno. Il mio sguardo verso di lui, non ha un viso, o perlomeno non riesco a distinguerlo. E' di un nero così intenso che sembra infinito, forte, denso, compatto, assorbe la luce, l'energia. Il suo corpo, coperto da un mantello, non si appoggia sul terreno, rimane sospeso e fluttua leggermente. Emette un suono simile ad un respiro, continuo e con una frequenza molto b2ssa.I fulmini viaggiano verso il mostro della notte, il quale aumenta di dimensioni, sembra caricarsi di questa energia però diventando, al tempo sesso, meno denso ed io, quasi posso vedere attraverso di lui. Sembra una fitta nebbia che mi avvolge. Un nuovo passato irreale si presenta davanti ai miei occhi; lungo la strada verso casa, nella stessa giornata di sole, la mia bicicletta blu schiacciata da un'auto e la folla in silenzio impietrita davanti alla terribile scena. Cerco di raggiungere il luogo dell'incidente ma improvvisamente torno a correre nella strada deserta, bagnata dalla pioggia. E' ancora notte ed avanzo senza voltarmi finchè raggiungo la casa dove abitavo, abbandonata da tempo, cadente, in rovina. L' edera sui muri si è arrampicata per anni raggiungendo le finestre con i vetri rotti. Entro e trovo solo macerie, polvere, grandi ragnatele pendere dal soffitto. La visione è perfettamente chiara e nitida come se improvvisamente la luce del giorno mi mostrasse ogni singolo dettaglio. Ritrovo le stanze con i mob1li che conoscevo a memoria , in una di queste un anziano signore sistema e si prende cura dei miei giocattoli. É magro ma tonico, pochi capelli e con la barba bianca ben curata. Mi avvicino incuriosito, ogni tanto mi osserva senza dire nulla, cura lo stato e la posizione dei miei tesori d'infanzia, in particolar modo una macchinina a me molto cara , questa é distante dalle altre, in una posizione privilegiata, come se fosse più importante o avesse un significato particolare.Mentre osservo il modellino lui mi guarda e sorride, ha un'aria serena un po' compiaciuta come se nella sua mente fosse tutto chiaro e semplice. Nessuna conversazione, solo qualche sguardo, mi allontano e con un cenno della mano lo saluto, lui annuisce. Uscendo dalla casa mi sembra di riconoscere me stesso nei suoi occhi e nella pelle consumata dal tempo.Ripenso a quel modellino, ma non trovo un significato a tutte le scene vissute.All'esterno Il vento aumenta sempre di più, è veramente faticoso avanzare, un fulmine cade poco distante ed a questo punto il demone riappare, la scena é simile alla precedente. Grazie ai suoi poteri sono nuovamente nella giornata di sole, dove stò pedalando e vengo investito dall'auto. Vedo l'auto arrivare e lo scontro, poi ancora la folla attorno a quel bambino immobile. Questa volta guardo la scena con aria più distaccata e fortunatamente riconsco l'auto: la macchinina era uguale, la stessa mostratami da me anziano, nella casa. Certo le dimensioni, sono completamente diverse ma le fattezze identiche. Un tempo avevo un modellino simile; un pomeriggio lo dimenticai nel magazzino vicino alla casa dove abitavo, e la sera tentai il recupero. Ricordo di avere avuto molta paura e l'impressione di essere inseguito da un mostro.La scena dell'incidente termina, si smaterializza ed ovviamente torno nel presente. Sono sotto la pioggia isolato, inizio a pensare che probabilmente c'è un collegamento tra me oggi e gli altri due me stesso, del passato e del futuro. Devo muovermi, occorre tornare indietro. L 'adrenalina sale, la consapevolezza di aver almeno capito in che direzione andare mi da fiducia. Prima di tutto voglio ritornare alla c4sa, dove prenderò la macchinina custodita da me stsso anziano per portarla a me bambino, forse sono un tramite, e il giocattolo simboleggia la conoscenza, l'esperienza, la consapevolezza oppure, semplicemente, dirò a me stesso di non avere paura. Sono nuovamente dentro la casa, salgo le scale in fretta , raggiungo la stanza e prendo il modellino rimasto incustodito. lo ripongo al sicuro nella mia tasca, pochi passi nella direzione opposta ed un forte rumore si propaga nell'abitazione, il pavimento inizia a rompersi, crepe sempre più accentuate corrono lungo i muri ed il soffitto, grandi calcinacci si staccano ovunque. Alcuni di questi mi colpiscono, con il baccio mi proteggo la testa mentre corro verso la scala, anch'essa in pessime condizioni. Riesco ad uscire pochi istanti prima che crolli tutto. Rimango in mezzo alla strada per non essere investito dalle macerie e dalla polvere proveniente dal crollo. Il demone non tarda il suo arrivo e, senza esitazione, mi riporta nel passato. Sono nella direzione giusta, già esperto conoscitore dei fatti, corro verso l'io del passato anticipando di poco la macchina che sta per investirmi, la macchinina nella mia mano brilla di luce mentre la sua sorella di dimensioni maggiori, si avvicina. Raggiungo me stesso bambino con passi decisi portando una tranquillità mai trovata prima. Consegno la macchinina con la raccomandazione di non dimenticarla nel magazzino prima di cena. Non una parola, ma l'intesa è forte, non c'è bisogno di dire nulla. Tutto è subito chiaro e naturale. Un sorriso ed un cenno con la testa , questo è il massimo del saluto, poi torno sui miei passi. Mentre cammino nella direzione opposta allontanandomi dalla scena esco dal passato lentamente. Ritorno nel mio tempo, consapevole di aver fatto il mio dovere. Smette di piovere, l'asfalto bagnato br1lla in lontananza illuminato dalla luna piena che finalmente si è liberata dalla morsa delle nuvole minacciose. Il vento apre completamente il cielo ed io cammino solitario. Mi godo lo strascico che ogni temporale lascia dopo di se e, qull'odore particolare che mi fa capire che il maltempo è terminato Questa sera non torno a casa, mi fermo ancora un po', voglio gustarmi la notte, soffermandomi sulla miriade di stelle ora visibili. I lampioni sono ancora tutti spenti, le case prive di corrente, nessuna finestra accesa; e la mia abat-jour? si accenderà nelle prossime notti? Non mi interessa, non ne ho più bisogno, credo che rimarrà spenta d'ora in avanti. Noto un signore che mi saluta in fondo alla strada , tiene per mano un bambino, non riesco a vedere bene i loro volti da questa distanza ma, credo proprio di conoscerli...
11 commenti
3291332141
esoieeaiai
E va bene che sono confusa...
Gage ma hai scritto il tuo cell.?
Ah ma non l'ho scritto io... L'ha scritto l'autore dello sfogo.
Pensavo fosse un messaggio occulto... Ma non ho trovato nulla...
Però però però
avresti potuto scriverglielo in privato!
Davvero geniale lui, diabolico tu!
Ma è lui che l'ha scritto in pubblico... Sta sotto gli occhi di tutti, non capisco come tu non l'abbia visto, Eppoi perché pensi sia un telefono? Io pensavo fosse il nome del demone.
Boh, di getto ho pensato a una utenza telefonica...
Beh... Potrebbe essere, ma tenderei ad escluderlo... L'unica cosa certa... È che alcuni numeri in una classica tastiera qwerty si trovano proprio sopra le lettere che sostituiscono, tipo 3=e 9=o, gli altri no, quindi... Non è dovuto ad una errata digitazione... È voluto.
Madonna questo non è uno "sfogo" ma è una noiosissima litania da sospensorio. Ti preferisco nella versione tyler...
bello sfogo @enry80
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Come ti scrissi tempo fa, leggerti è un sogno.
Finalmente un bagliore, seppur pallido, però è luce. Inseguila sempre, ogni volta che ne avrai l'occasione. E fammi una cortesia, se ti ricorderai e ti andrà: quando ritornerai da quelle parti ricordati di dare un bel bacio al bimbo di 8 anni da parte mia, uno schiaffo all'adulto e un abbraccio all'anziano longilineo con la barba curata.