Sab
11
Feb
2017
saluto ad un amico mai conosciuto.
gli sfoghi hanno diversa natura, alcuni "scaricano", altri sono di rabbia, altri semplici sciocchezze, altri poetici, altri patetici, altri ancora buffoneschi, ve ne sono di veri e di falsi, di fantasia di sogno e di piacere... questo mi serve solo per buttare fuori tutto e non pensarci più... per questo lo farò da anonimo, non lo voglio vedere tra la mia cronologia, ma non farò nulla per non sembrare me stesso, non mi camufferò.
però vi avverto... parlerò della commare secca...
è già una settimana... lo vedo lì in quel letto consumarsi sempre di più, è un tronco ritorto, brutto a vedersi ... come l'arbusto della vite, che come pianta è brutta, ma il suo frutto è dolce e generoso, intorno a lui i figli la moglie i nipoti, lo guardano con sguardo d'innamorato, girano intorno a lui dispensando sorrisi belle parole e speranza... speranza nell'altro mondo .. perchè la sua clessidra sta facendo cadere gli ultimi granelli di sabbia nera, nera come il cancro che se lo sta portando via.
la struttura ospedaliera è bella, nuova, il personale è sempre sorridente, le infermiere vengono subito se suoni il campanello, strano per una struttura pubblica... eppure è così, è uno di quei posti dove si dispensano le cure palliative... terapia del dolore, quella parola che ho detto prima ... cancro... lì non si deve dire, è vietata da un codice mai scritto, una muta consegna che i parenti e gli amici si passano l'un l'altro con lo sguardo; ancora lo guardo... e mi chiedo cosa significhi essere una persona di successo... guardo lui ed ho la risposta, non lascerà ricchezza, latifondi, proprietà immobiliari, fondi comuni, azioni, o titoli nobiliari, eppure chi lo ama sta lì nella speranza di ritardare la commaraccia che sta per venire... giro la testa vedo il corridoio, la porta aperta dall'altra parte,un uomo a letto, capelli bianchi, bestemmia... impreca, ha quattro figli, che però da quando è lì non sono mai venuti, e due giorni dopo quando uscirà dalla stanza inscatolato in un contenitore di metallo verde , sarà sempre solo, l'infermiera dirà "sono due ore che è "andato", ed ancora non si vede nessuno dei parenti", due giorni dopo... io sono in quella stanza riguardo lui nel letto, ma chi lo ama non l'ha lasciato sta lì intorno a lui, sì... è indubbiamente un uomo di successo... sta ricevendo quello che ha dato nella vita, una volta dissi ad una persona... "l'importante nella vita, è la qualità dei legami che intessi con chi ti sta vicino", le ho dette con leggerezza quelle parole, con incoscenza senza sapere... oggi ritornano. si fanno strada dentro me, si fondono le assimilo, ne conosco il sapore l'amarezza e la dolcezza... ora ... ora le vedo davanti a me, che ridono scherzano lo imboccano lo puliscono lo accarezzano, si chiamano michele andrea elisa giovanna franca ... quelle parole sono diventate vive.
è passata circa una settimana... ed ho un pensiero fisso in testa... un pensiero che credevo d'aver perso... uno dei centinaia di sfoghi che ho letto quì, di una persona che non so come si chiama, se è mai più tornata quì... ho faticato per ritrovare quello sfogo, ma l'ho trovato... vorrei salutarti amico mio...
dubito che qualcuno sia arrivato fino in fondo, per cui mi scuserò solo con la/il moderatore che ha dovuto per forza leggere tutto, non volevo intristirti, ma se non sei di marmo è successo, ma anche questo fa parte della vita, vorrei ringraziarti... grazie per questo posto.
Ciao amico mai conosciuto.
http://www.sfoghiamoci.com/Altro/18342/Troia+senza+cuore.html
5 commenti
Ho letto entrambi gli sfoghi, sia il tuo sia quello che hai linkato.
Anch'io, ogni tanto, ho ripensato a quello sfogo e, con il senno del poi, non avrei scritto quel commento.
Tante volte tendo a rimuovere il pensiero della morte perché il non avere via di scampo mi è inaccettabile, forse è per questo che, allora, non credetti all'autore: non volevo vedere la sua realtà.
Una delle cose che mi preoccupa di più della mia morte è l'andarmene prima di aver portato a termine tutto quello che mi ero ripromessa di fare. Non penso a grandi obiettivi, ma più a una lista di cose da fare, come quelle che preparo mentalmente durante il giorno e che, puntualmente, alla sera, scopro di aver disatteso in qualcosa. Ecco: mi auguro che il giorno che me ne andrò, tutte le voci della mia lista saranno spuntate.
Inquietamente
Io penso che vadano invertite causa ed effetto, muoriamo quando avremo messo tutte le spunte, durante la vita alcune si aggiungono, altre perdono importanza, si vive perché c'è un progetto una visione, e come al solito la strada è più divertente della meta.
Gagenore
Magari fosse sempre come scrivi tu: tutti abbiamo visto persone, anche giovani, andarsene prima di aver spuntato tutta la lista.
Quando qualcuno muore improvvisamente lascia sempre dietro di sé qualcosa d'incompiuto.
Pensate se adesso arrivasse Calliope a rivelare che quello sfogo l'ha scritto lei.... Secondo me l'autore di quest'altro sfogo si tirerebbe un colpo!
per i non romani
la commare secca, (se ancora non l'aveste ancora capito) è la morte, vorrei condividere con voi un sonetto del belli.
Er Tisico
Cuesto oggnuno lo sa: ppila intronata
va ccent’anni pe ccasa:1 e tte l’ho ddetto.
Mó mm’accorgio2 però cch’er poveretto
sta vviscino a ssonà lla ritirata. 3
5
Già ffin dar tempo che sposò Nnunziata
le scianche je fasceveno fichetto; 4
e ffinarmente s’è allettato a lletto
perch’era ppiú ll’usscita che ll’entrata.
Nun tiè ppiú ffiato da move le bbraccia:
10e cchi lo va a gguardà ssu cquer cusscino,
je vede tutta Terrascina5 in faccia.
Io metterebbe er collo s’un quadrino
che nnu la cava: e ggià la Commaraccia
secca de Strada-Ggiulia6 arza er rampino.7
Note
1 Proverbio.
2 Mi accorgo.
3 Proverbio.
4 Far le gambe fichetto, vale: «piegarsi per fiacchezza».
5 Terracina. S’intende che qui è in senso translato di terra.
6 La comare secca, cioè «la morte», di Strada Giulia, dalla via di questo nome, nella quale è la Chiesa della Morte.
7 Falce.