Mer
24
Feb
2016
Incontro
Un umido gelo avvolge la città in questa sera d'inverno. Dal finestrino un po' appannato di un treno in partenza osservo la gente che arriva. Chi di fretta, chi invece con calma, quasi non volesse più tornare a casa.
In lontananza, una figura femminile dall'andatura familiare attira la mia attenzione e arrivata più vicina prende un nome ed emerge da lontani ricordi. Sale sul vagone e mentre mi nascondo dietro una rivista, si siede dandomi le spalle, in un posto libero un po' più in là. O amore platonico di gioventù quanto tempo è passato? Mi ero pure scordato di te. E su questo treno di pendolari la sorgente dei ricordi inizia piano piano a sgorgare. Fu la solita storia dove io, segretamente invaghito di lei, le stavo vicino ad ascoltare i suoi turbamenti giovanili, fatti di ragazzi belli ma stronzi, di banali problemi familiari, di studi e sacrifici vari, nella speranza che dall'amicizia si passasse a qualcosa di più. Poi quando conobbe quello che sarebbe diventato suo marito, si sfilò dalla mia vita. Il confidente personale era diventato una figura inutile e scomoda. Ci soffrii... già, ci soffrii. Ma alla fine passò e il ricordo di lei si perse tra tanti altri.
E stasera, avvolto nel mio cappotto, su un treno che finalmente ha preso il via, la osservo di sottecchi con il cuore turbinante di emozioni: quanta inutile sofferenza per un' amore non corrisposto. Adesso è una donna di mezza età e il tempo, devo ammetterlo, qualche segno di troppo l'ha lasciato su quel viso che amavo tanto. Ma la voce è la stessa di allora, forse solo un po' più roca per le troppe sigarette. Chissà se adesso avrà smesso. L'ascolto mentre parla al telefono con chissà chi. Spezzoni di conversazione mi fanno intendere problemi di coppia, forse un ex marito, soldi che non bastano, i figli, la salute.... Ma la percepisco combattiva: l'abbigliamento è elegante e i capelli sono curati, segno che la vita non l'ha piegata.
Ad una fermata di un qualsiasi paesotto di provincia, si alza e s'accinge a scendere. Non saprò mai se alzandosi ha guardato verso di me. Beh, avrebbe visto soltanto un tale col viso celato da una rivista di giardinaggio. L'ho lasciata andare senza un saluto e, ormai scomparsa nel buio stemperato solo da qualche freddo neon, mi ha lasciato con una domanda: "chissà come sarebbe stata la vita di entrambi se tu, in quei giorni da studenti, avessi detto si al mio amore". Una delle tante domande senza risposta, utile al più a struggersi per qualche minuto e scordarla da lì a poco, sopraffatta dal presente e dal futuro.
PS. La storia è vera, verissima. L'ho però scritta ispirandomi al testo della canzone di Dalla che amo di più. A chi riuscirà ad indovinarla darò un bel 7!
18 commenti
Mi piace. Adoro le storie finite sul nascere. O mai iniziate. 7
eh ma sono di una tristezza infinita... meglio rimorsi che rimpianti... come al solito un "prodotto" di qualità del buon walter... un bel ricordo reso "vivo".
Il dolore ti fa sentire più vivo,non è sempre negativo.
si... questo lo dico quando sto bene...
@walter
Che struggenteee! Mi viene da piangere!
No, a me fanno una tristezza infinita le storie che non nascono....e che invece potrebbero essere...
Complimenti, l'hai scritta veramente bene, bravo:-)))))
Walter tu parl(av)i una lingua meravigliosa !
A me invece è venuto in mente -incontro- di Guccini.
Cmq bello, mi piacciono certi pensieri, e la nostalgia poi.
="chissà come sarebbe stata la vita di entrambi se tu, in quei giorni da studenti, avessi detto si al mio amore"=
Questo pensiero poi. ooouuuu!
Bellissimo Walter!
Hai un modo di scrivere che adoro, vorrei che tutti gli autori scrivessero come te, linguaggio chiaro, comprensibile ma elegante e molto profondo, senza ostentare vocaboli difficili che allontanerebbero il lettore dal coinvolgimento del racconto.
Poi la storia! quanta nostalgia! le tue parole mi han rievocato i ricordi della adolescenza, d'altronde chi di noi non si riconosce un po' in Walter, chi di noi durante la propria giovinezza non ha sperimentato le emozioni dei primi amori non corrisposti, sono ricordi indelebili, all'epoca si affrontava tutto senza dolore in quanto in un adolescente la speranza è talmente viva e forte da potersi cibar di soli sogni.
Per quanto mi riguarda... 7 a questo sfogo!
Acerbis... Cacchio! L'hai beccata! Complimenti, però dimmi che non hai gugolato!!!
Rors.... Nel titolo c'è l'omaggio a Guccini che amo sopra tutti.
Ozi... Cavolo mi hai imbarazzato con i tuoi complimenti... Però parecchio graditi 😜 !
Eh... Adesso la devo andare ad ascoltare questa canzone...
@Walter:
Eh si! lo dico proprio sinceramente! io ritengo che un grande scrittore sia tale quando si riesce subito ad immedesimarsi in ciò che scrive, quando ti fa piombare nella sua storia assorbendoti completamente.
Non appena ho iniziato a leggere lo sfogo la scena si è presentata alla mia mente in modo talmente chiaro che chiudendo gli occhi mi pareva di viverla, di esserci dentro, di poter quasi toccare la rivista di giardinaggio e sentire il calore del sedile del treno.
Senza nulla togliere e neppure offendere pietre miliari come Umberto Eco (pace all'anima sua), preferisco letture come la tua al suo Pendolo di Focault (dove c'è una ricerca spasmodica ed estrema di vocaboli sconosciuti al 98% della popolazione).
Molti mi accuseranno di eresia per quel che ho appena scritto sul Pendolo, chiedo scusa in anticipo dicendo che è solo il mio umile parere personale.
PS: hai mai considerato l'idea di scrivere oltre a dipingere?
Ho sentito la canzone, riletto il pezzo ... Walter... Ti "odio"... in pratica l'hai dipinta con le parole...
Ragazzi,grazie a tutti per i complimenti. Ieri il mio ego si è gonfiato a dismisura! 😃
Scrivere oltre che dipingere? Boh, non saprei.... Oltre che una completa dimestichezza con la grammatica, bisogna avere anche abbondanza di idee da scrivere. Idee che alla fine non ho.
Bello Walter...e dopo che l'hai vista??perché non l'hai salutata????sarebbe stato carino :)
@spell...
Quando arriverai alla mia età (50 anni con la condizionale) vedrai che il passato, a volte, è meglio lasciarlo scorrere via senza cercare di toccarlo... Oppure più prosaicamente temevo che mi dicesse: "ma tu chi sei? Ma come sei cambiato, non ti avevo riconosciuto!" scegli tu quale versione ti piace di più. 😼
Mi viene da piangere! Dovevi fermarla il destino può sempre cambiare
Accidenti
Un apostrofo monello è sfuggito al mio controllo e si è attaccato ad "un amore". Chiedo venia. Adesso è li, inamovibile, e ride di me.