Mar
23
Feb
2016
Depressione
Salve a tutti sono una ragazza di 19 anni,che dopo varie ricerche su siti di "aiuto"si é convinta di rivolgersi a qualcuno. Di base sono una ragazza introversa per quanto riguarda i miei problemi,ma ho deciso che era arrivata l'ora di accettare che avessi un problema e che forse condividerlo sarebbe stato utile per me. Sono sempre stata una ragazza che ha sofferto di problemi di salute più o meno importanti,dall'età di due anni che combatto con dottori e ospedali nuovi. La mia famiglia purtroppo non è da meno,e a volte io mi sento solo un peso per loro dato che i problemi sono tanti e io non voglio aggiungermi con i miei. Non so precisamente cosa mi ha portata a sviluppare questo senso di inadeguatezza. Due anni fa é venuta a mancare mia zia,mi sono sempre detta che chi non ha mai avuto un rapporto così speciale con i propri zii come lo ho avuto io, non può capire il dolore che si prova quando uno di essi viene a mancare. Mia zia é morta di cancro ai polmoni,e durante i suoi ultimi mesi di vita sono stata accanto a lei, giorno e notte senza riuscire a ritagliarmi dei piccoli spazi di tempo per me. Durante questo periodo ho sviluppato una sorta di paura verso il mondo,non riuscivo e non riesco tutt'ora ad uscire di casa senza portarmi dietro un borsellino pieno di medicine per ogni evenienza,ho paura di sentirmi male e di trovarmi troppo lontano da casa senza poter far nulla. Questo mi ha inevitabilmente creato dei disagi con i miei coetanei che a volte non capiscono perché rifiuto di uscire,perché alle volte mi isolo. Nonostante le amicizie che ho accumulato con il tempo,non riesco ad aprirmi con loro. In questi anni sono stata fidanzata per circa tre anni con un ragazzo poco più grande di me,la nostra relazione é finita a causa dei vari litigi che riguardavano la sua gelosia esagerata e la sua possessivitá nei miei confronti. Nel periodo dopo la rottura ho cercato di conoscere altra gente,ho cercato di relazionarmi per poi arrivare alla conclusione che nessun ragazzo con cui parlavo era seriamente interessato a cosa avessi dentro. Me ne sono fatta una colpa perché sono sempre stata una ragazza buona con tutti,pronta ad ascoltare...però quando arrivava il mio turno si tiravano tutti indietro. Con il tempo mi sono chiusa in me stessa, in camera a provare a studiare o quantomeno a provare di preparare qualche esame universitario ma con scarsi risultati. Il pensiero ricorrente é di essere sbagliata,di non andare bene e sopratutto il pensiero che per me un lieto fine non ci sia. Non ho mai avuto l'occasione di dire veramente cosa avevo dentro ai miei genitori perché ad ogni tentativo mi si veniva detto che non mi mancava nulla,che esageravo e che a venti anni quasi si deve essere solo felici. Come se io non lo volessi,come se non volessi essere felice davvero. In passato,durante momenti veramente bui mi sono fatta del male da sola,non so il perché ma so solo che è successo...e ancora oggi mi salta in mente questa idea anche se cerco di farmi forza da sola. Ho pensato che condividere un pezzo di vita con voi e con chiunque mi leggerá mi avrebbe potuto aiutare,parlare e raccontare dei tuoi problemi a chi ha vissuto situazioni simili alla tua alle volte ti fa sentire meno solo. Non giudicatemi. Un abbraccio.
2 commenti
Io credo che la successione di quello che ti è successo ti abbia condizionato alla precarietà, al non avere un punto di riferimento, credo che nemmeno tu ti sia goduta granchè la tua infanzia-adolescenza.
=Come se io non lo volessi,come se non volessi essere felice davvero. =
Lo senti come un vuoto dentro o ti autosaboti quando qualcosa può andare bene?
Parlare con uno specialista sarebbe un buon inizio.
Cominciare a condividere i tuoi problemi qui è un primo passo, ma da solo non basta. Se hai paura di uscire, fatichi a concentrarti nello studio ed hai pensieri autolesionistici dovresti parlarne anche con uno specialista.