Mer
07
Ott
2015
Il Demone
Il Demone -parte prima-
Mi sveglio nel cuore della notte, rimango in attesa qualche minuto mentre mi domando quale sia il motivo che mi ha tolto dal sonno. Non ho sete e nemmeno altri bisogni...mi sono svegliato e basta.
Strano, forse è quasi l'alba e tra poco suonerà la sveglia.
Nella stanza regna un buio pesto, non filtra nessuna luce attraverso la finestra, so di non avere abbassato completamente la tapparella; possibile che i lampioni per la strada siano tutti spenti? E che la luna piena, che mi accompagnava nel sonno, sia scomparsa improvvisamente?
Cerco il cellulare sul mio comodino, se riuscissi a trovarlo potrei accenderlo per vedere che ore sono; tocco e mi sposto con la mano ma niente da fare, non riesco a raggiungerlo. A questo punto non mi rimane che accendere la luce: l'abat-jour doverbbe essere sul bordo e l'interruttore proprio li vicino... ecco, trovata! Click... strano, non si è accesa bene, poca luce proviene dalla lampadina, come se la corrente non fosse sufficiente ad accendere completamente il filamento, il quale appare di un color rosso chiaro, decisamente troppo poco per vedere. Mentre sono immerso nelle mie considerazioni, l'intesità luminosa, già molto scarsa, inizia a calare. Si affievolisce sempre più finchè decido di ripremere il pulsante per spegnerla e riaccenderla, ma non c'è nulla da fare, non ne vuole sapere, buio assoluto. Per quanto cerchi di sforzarmi non riesco a vedere ad un palmo dal naso. Sono costretto ad alzarmi per raggiungere l'interruttore generale della stanza che farà accendere il lampadario, o almeno dovrebbe.
Scendo dal letto e come se non bastasse non trovo le ciabatte; pochi passi mi separano dalla meta, ma avverto un freddo insistente, congelante, non mi ricordo di aver avuto mai una senzazione del genere.
Faccio scorrere la mano sul muro alla ricerca dell'interruttore, sò esattamente dov'è, è sempre li, dico a me stesso, con pochi spostamenti lo raggiungo... click... come? Non si accende nulla, che manchi la corrente?
No, c'è qualcosa che non va, ne sono consapevole, è irreale, il freddo aumenta, è pungente! Il silenzio sembra volermi ricoprire. Mentre le tenebre mi avvolgono sempre più dense, fitte come una nebbia autunnale, quasi stringendomi in una morsa malvagia, percepisco che qualcosa sta per succedere. Mi sento braccato, l'estrema condizione che vivo è un presagio dell'avvenire poco distante. Un'entità, una forza malefica, un essere soprannaturale mi da la caccia; fermo immobile nella stanza percepisco solo il demone che si avvicina. Devo stare in guardia: racchiude in se le mie paure, i miei pensieri, i miei dubbi e se ne nutre, alimentato da ciò che mi spaventa. Corre inarrestabile nella notte scivolando su un urlo sordo; accelera verso la preda in maniera spaventosa. Non sono nelle condizioni migliori: non vedo nulla, ho freddo, sono scalzo e vestito a malapena.
Mi rendo conto di non avere il tempo di sistemarmi, inoltre il buio che regna sovrano nella stanza rende irraggiungibile qualsiasi oggetto e indumento, l'orientamento è irrecuperabile... tra pochi istanti sarà sopra di me e mi investirà con tutta la sua forza, non ho scampo, devo rimanere, lo devo affrontare e devo vincere.
Chiudo gli occhi, stringo forte le mani a pugno, mi carico di un'energia che non credevo di possedere, il calore sprigionato dalle mani sale e mi avvolge completamente; i miei piedi sul pavimento si riscaldano, come tutta l'aria attorno a me , sento di essere al massimo della forza e della concentrazione.
Con un movimento deciso, potente, carico di energia, scatto nella direzione giusta, giudato dalla parte più intima dell'animo e blocco il demone che si trova dinanzi a me deciso a portarmi nel suo mondo di terrore. Non capisco che forma ha, il suo aspetto, la sua esatta fisionomia, e sinceramente nemmeno mi interessa. L'adrenalina è ad un livello considerevole, alimentato dalla mia decisione e fierezza continuo la lotta. Ora è lui ad essere braccato, non ha scampo, la situazione si è ribaltata; la collutazione è velocissima, intensa, quando dopo poco ecco finalmente la via d'uscita. Si mostra di fronte a me, la finestra illuminata dalla luna, ora misteriosamente apparsa, solo leggermente celata della tenda. Il malefico è stretto nella mia morsa, stringo i suoi arti superiori che cedono sempre più. Il movimento da compiere mi sembra ovvio, con una rotazione di schiena lo scaglio violentemente verso la finestra che andando in frantumi, lo lascia cadere per sempre nel vuoto. La calma si adagia pian piano nella stanza che non conserva più nessuna ostilità ed io ne sono pienamente consapevole. Non mi rimane che accendere la luce, quella generale, tutto avviene nel più semplice dei modi, ordine e serenità: il peggio è passato. Non mi soffermo troppo sul fatto che la finestra è stranamente intatta. Posso tornare a dormire, rimango con la sola luce della abat-jour che questa volta, comportandosi in maniera degna, mi accompagna nelle piccole fasi di assestamento nel letto. Posso tornare a dormire, cullato da quella tenebra ormai divenuta amica. La luna entra ancora nella stanza, mi illumina: veglia su di me? O sono io, a vegliare su me stesso, mentre lei semplicemente mi indica come vincitore? Posso addormentarmi fiero di essere un eroe, il re del mio regno, in cui nessun malvagio saprà sconfiggermi, riuscendo a farmi perdere la fiducia. A tutti coloro affamati di umani dubbi e angoscie che cavalcano la notte cercando di far precipitare i dolci sogni nel peggiore degli incubi... Io sono qui che vi aspetto, se avete il coraggio, svegliatemi!
7 commenti
Racconto interessante e ben scritto: complimenti!
Ti svegli di notte e non sai il perchè? E' LA PROSTATAAAAAAAAAAAAAAAA
Oppure la peperonata
Huh.
Io la notte mi sveglio solo per far pipi o perché quei vicini maledetti ci danno dentro.😡
Comunque scrivi benissimo ma non guardare troppi film horror prima di andare a dormire miraccomando xDD
@Occhiverdi: era un sogno ricorrente di qualche anno fa.
@protagonista: spero di no ;-)
@Xyz: piadina con salsiccia peperoni e cipolla.
@GingerBread: ok, basta con i film horror!
grazie per i complimenti.
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Che incubo