Dom
15
Set
2019
La Quietanza
Essere, o non essere, questo è il dilemma: se sia più nobile nella mente soffrire i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna o prendere le armi contro un mare di affanni e, contrastandoli, porre loro fine? Morire, dormire… nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali di cui è erede la carne: è una conclusione da desiderarsi devotamente. Morire, dormire. Dormire, forse sognare. Sì, qui è l’ostacolo, perché in quel sonno di morte quali sogni possano venire dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio mortale deve farci riflettere. È questo lo scrupolo che dà alla sventura una vita così lunga. Perché chi sopporterebbe le frustate e gli scherni del tempo, il torto dell’oppressore, la contumelia dell’uomo superbo, gli spasimi dell’amore disprezzato, il ritardo della legge, l’insolenza delle cariche ufficiali, e il disprezzo che il merito paziente riceve dagli indegni, quando egli stesso potrebbe darsi quietanza con un semplice stiletto? Chi porterebbe fardelli, grugnendo e sudando sotto il peso di una vita faticosa, se non fosse che il terrore di qualcosa dopo la morte, il paese inesplorato dalla cui frontiera nessun viaggiatore fa ritorno, sconcerta la volontà e ci fa sopportare i mali che abbiamo piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti? Così la coscienza ci rende tutti codardi, e così il colore naturale della risolutezza è reso malsano dalla pallida cera del pensiero, e imprese di grande altezza e momento per questa ragione deviano dal loro corso e perdono il nome di azione.
Dall'Amleto di Shakespeare
9 commenti
Vero Anonymous. Oggi in questo mondo, il non avere equivale al non essere e questo porta al desiderio di non voler più esistere. Ahi, come ci siamo ridotti
Bhe' ANO1328 anche se questo è l'indirizzo della società consumistica abbiamo sempre la nostra testolina per ragionare autonomamente...
Hyper ®
Hyper, se bastasse la nostra testolina a quest'ora non scriverei certe cose. Spesso sono gli eventi, le persone che ti voltano le spalle, quelli che non si prendono le proprie responsabilità a ferirci. Va bene, si fa il possibile, si ragiona, si cerca di risolvere i problemi finché ce la si fa... Ma quando sembra di lottare contro i mulini a vento che si fa a quel punto? Subentra quell'assurdo senso di impotenza che lentamente ci logora...non è facile. Tanto più se ci si ritrova soli a combattere.
In Sardegna lo stiletto è chiamato resolza (risorsa). Non sapevo che potesse essere chiamato quietanza (oppure essere lo strumento con cui darsi quietanza).
Allego vecchio testo di canzone dei delinquenti spagnoli (da recitare col coltello in mano, prima di colpire) :
Spanish Folk - "EL BARATERO" (*1) - from "Manual del Baratero" (*2)
EL BARATERO
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Al que me gruña le mato,
que yo compré la baraja:
¿está osté?
Ya desnudé mi navaja:
lárgue el coscon y el novato
su parné
porque yo cobro el barato
en las chapas y el cané.
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Tiemblas sargentos y cabos
cuando me pongo furioso:
¿está osté?
En donde yo campo y toso
no hay ternejales, no hay bravos,
¡chacipé!
porque yo cobro los pavos
en las chapas y el cané.
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A naide temo ni envidio:
soy mu feroz y mu cruo:
¿está osté?
Y si la ley del embuo
me echa mañana al presidio,
yo sabré
cobrar en Seuta el susidio
de las chapas y el cané.
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Rico truhan y buen trago.....
¡Tengo una vida de obispo!
¿está osté?
Mi voluntad satisfago
y a costa ajena machispo,
¿y porqué?
Porque yo cobro y no pago
en las chapas y el cané.
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Así camelo y recluto
el corazon de mi mosa:
¿está osté?
Y aunque ha peinao corosa,
seré su rey asoluto:
¡lo seré!
mientras me paguen tributo
en las chapas y el cané.
Notes
(1) - EL BARATERO - "una linda composicion del distinguido poeta don Manuel Breton de los Herreros" [from Manual del Baratero, pagg. 53/54]
(2) - Manual del Baratero o ARTE DE MANEJAR LA NAVAJA, EL CUCHILLO Y LA TIJERA DE LOS JITANOS. MADRID: 1849, IMPRENTA DE D. ALBERTO GOYA (Author desconocido, pagg. 58) - Memorial Library, University of Wisconsin - Madison, 728 Stato Street, Madison, WI 53706-1494
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Io avrei solo tradotto diversamente quietanza. Per il resto questo monologo rimane uno dei miei promemoria preferiti.
Non so se avete notato ma si tratta di vivere o morire, non essere o avere, quelli sono i verbi principali della nostra lingua.
@Innominato pensavo fosse scontato da capire e di conseguenza fosse chiaro anche il concetto di quietanza in questo contesto. Però mi pare che ribadirlo sia utile
aaaaaaH, quietanza, quietanza :D
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Essere o avere, specie al giorno d'oggi. E la stragrande maggioranza preferisce il secondo, dovute eccezioni del caso ce ne sono cmq